Earlin

12 1 0
                                    

"Un giorno prendo e me ne vado, non torno più!"
"Lo continui a dire. Fallo se ne hai il coraggio, fallo!"
"Basta, basta, basta!" Supplicai nella mia mente ai miei genitori che stavano litigando, mentre sentii le lacrime salire senza però trovare l'uscita.
"Mi stai sfidando? Earline è grande abbastanza ormai, non mi ci vorrebbe molto farlo." Urlò a sua volta la mamma, sbattendo dietro sé una porta, probabilmente quella della camera da letto.
Papà urlava ancora nonostante ci fosse la porta di mezzo.
Io non li ascoltavo più. Mi accovacciai nel mio letto, con le mani premute sulle orecchie per non sentirli. Non sopportavo di sentirli litigare, perché ero obbligata a farlo?
Ogni volta era la stessa storia! Earl nell'ultimo periodo usciva parecchio la sera e da quando faceva così i litigi tra i nostri genitori erano sempre più frequenti, quasi regolari. Non gliene facevo una colpa, solo che quando c'era lei loro andavano d'amore e d'accordo, o così davano a vedere.
Perché? Questo non lo so. Potrei capire che non volessero far pesare a loro figlia i loro problemi 'ma ehi! Io sono qua.' Non si curavano mai che io potessi ascoltare le loro urla.
Mamma minacciava ogni santa volta di voler andarsene. A quanto aveva detto quella sera l'unica cosa che la tratteneva in quella casa era Earl ma ormai era grande a sufficienza. Forse era grande a sufficienza per prendersi cura di se stessa e di me.
Io sapevo però che infondo, loro si amavano ancora. Perché li vedevo i loro volti feriti quando litigavano e quando poi il giorno dopo facevano pace. Dev'essere solo un periodo un po duro per loro, capita a tutte le coppie no?
Non so quanto tempo passò da quando le urla si fermarono lasciando in casa un silenzio quasi fastidioso a quando tornò mia sorella.
Fece un saluto generale appena varcata la soglia, riferito a tutti e a nessuno.
Venne in camera per qualche istante e poi sparí in bagno qualche minuto e tornò con addosso il pigiama, i capelli castani raccolti in una lunga coda di cavallo.
Mia sorella era bellissima e, sinceramente, la trovavo ancora più bella quando era un po spettinata come adesso.
Si sdraiò nel letto a castello sotto e iniziò a parlarmi: "Ehi, Aileen. Mi senti?"
"Com'è andata la serata?"
"Sai, oggi con Rachel siamo andati a una festa e.. ho conosciuto un ragazzo. Si chiama Collin, scommetto che ti piacerebbe" tirò un sospiro e poi riprese. "Sai, mi manchi."
Da un po' non parlavamo più, da quando avevamo avuto l'incidente qualcosa tra noi era cambiato.
Dopo l'incidente in realtà, era cambiato tutto. Forse mi ritenevano responsabile, e forse avevano ragione. Era come se per loro non esistessi più.
"Anche tu mi manchi" sussurrai.
"Buonanotte sorellina."
Sorrisi senza però risponderle, probabilmente stava già dormendo e se non era così sicuramente voleva restare da sola.

VacuumDove le storie prendono vita. Scoprilo ora