I primi passi

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Leonardo Da Vinci

Quella donna era pericolosa, in qualche modo lo percepivo chiaramente;non erano i capelli rossi, non ero certo un vile che pensava che ogni donna fosse una strega, anche se lei era la creatura che più poteva avvicinarvisi. Le donne non hanno quello sguardo negli occhi, quello che ti cattura, quello dell'intelligenza vera; detto ciò non era mia intenzione affermare che possedesse la mia intelligenza, nessuno è come me.

Stavo lavorando ad un mio progetto militare ma in realtà guardavo lei, Denise, con quella bella chioma rossa intenta a misurare donne altezzose e cucire abiti, sorridere agli apprendisti, sorridere a me. Non comprendevo il mio interesse verso quella ragazza, le mie esperienze con loro erano assolutamente prive di qualsiasi sentimento rilevante; forse era lo stesso con lei, non c'era niente di rilevante ma trovavo interessante il fatto di non aver ricevuto alcuno sguardo da parte sua.

Tornai al mio progetto, rendendomi conto di non aver eseguito tutto correttamente, cosa avevo sbagliato? La mia mano cominciò a tremare, la testa a vorticare tra i calcoli che ripetevo nella mia mente, senza trovare l'errore.

" Dannazione!" esclamai gettando i fogli a terra.

"Cosa non va, Maestro?" Lei.

Era davanti a me, con quei suoi occhi verdi dritti nei miei e i fogli in mano; li guardò e la vidi sorridere per un secondo come se stesse capendo il mio progetto, come se avesse capito il mio errore. Impossibile, sicuramente voleva prendersi gioco di me perché avevo perso la pazienza.

" Ti stai prendendo gioco di me, sarta?"

" Certo che no, Leonardo. Credo che dopo una pausa l'errore diventerà chiaro anche a te."

Sorrise, come aveva capito il mio errore?

" E che pausa dovrei prendermi? Una bella passeggiata da solo nei boschi?" sapevo che la mia voce era rabbiosa, ma lei non si scompose mai.

"Se ti fa piacere stare da solo sì, in caso contrario basta chiedere compagnia, no?"

Non si stava prendendo gioco di me, tentava di capirmi forse, di aiutarmi; piccola, bella, illusa bambina, nessuno poteva capirmi.

Denise

Leonardo aveva semplicemente sbagliato un piccolo calcolo, non volevo interferire troppo, se ne sarebbe accorto sicuramente prima o poi ma non resistetti, dovevo andare da lui, offrirmi di accompagnarlo a rilassarsi e schiarire le idee.

Ammiravo quell'uomo che, per giunta, era un bell'uomo e quando fece cenno di seguirlo nel bosco, capii di non aver fatto una scelta giusta. Non dovevo farmi coinvolgere da nessuno, nemmeno dal genio Leonardo Da Vinci.

Anche io avevo una bella vita, interessante, avevo Eric..quel ragazzo che mi aspettava in un altro secolo a cui io non avevo più pensato. Ero un disastro.

" Dunque, sei stata tu a proporre questa passeggiata, tuttavia non parli." disse il maestro riportandomi alla realtà.

" Ti ho visto agitato, ero preoccupata per quel povero tavolo." rise.

"Come mai non sei sposata? Di solito alla tua età dovresti avere almeno un fidanzato; una donna dai capelli rossi come te dovrebbe salvaguardarsi, potresti venire bruciata al rogo domani." Rendendosi conto del pessimo esempio, considerando che Diana era morta proprio sul rogo, si scusò. Io avevo un bellissimo fidanzato che mi portava fuori a cena, che mi guardava con affetto, però non era lì.

"Potrei fare la stessa domanda a te."

Non ci eravamo addentrati molto nel bosco quando Leonardo si fermò; la nostra conversazione fino ad allora non era stata niente di importante, qualche futile scambio di parole e poi silenzio, non era uno di quelli imbarazzanti, era solo silenzio.

" Sarà meglio tornare indietro, non è ben visto che un uomo e una donna stiano via troppo tempo da soli, specialmente in un bosco."

Risi ma non protestai; respirai gli ultimi raggi solari del giorno, visto che dopo avrei dovuto lavorare molto, Lorenzo De Medici mi aveva procurato molto più lavoro del previsto, ma ero contenta, ero riuscita ad inserirmi in qualche settimana. Una volta ricevuto l'invito a cena avrei cominciato le ricerche.

"Denise, prima di rientrare vorrei dirti una cosa; non cercare di capirmi, nessuno può, io sono diverso da chiunque tu abbia conosciuto."

Ci rimasi male, davvero. Non era per niente come me lo aspettavo in realtà, quell'uomo era solo uno sbruffone che poi diventerà uno dei più grandi geni del mondo. Doveva essere così; sfoderai la mia migliore faccia impassibile e trovai la forza di rispondergli fredda.

"Tu sei un genio, Leonardo, lo so, forse non ti capirò mai così come tu non capirai mai veramente me, quello che so è che chiudi il mondo, gli affetti fuori dalla tua vita solo per un motivo che forse tu stesso ignori: paura; di relazionarti, di provare affetto. Pensaci, in ogni caso ho corretto il tuo errore."

Me ne andai, lasciandolo senza parole; chiusi la porta della mia camera, finii alcuni ritocchi ad un bel vestito blu e per non incrociare Leonardo portai la cena in camera.

Con mio disappunto, Leonardo Da Vinci fu il mio ultimo pensiero prima di andare a dormire, e il mio subconscio seppe come farmela pagare.

"Ti amo, Denise, nel caso qualcosa dovesse andare storto." mi disse Eric nel mio sogno, esattamente come l'ultima volta che lo vidi, con quel bel sorriso speranzoso che un po' mi rincuorava.

Leonardo

Ero costernato dalla risposta di quella donna, da come non si sia assolutamente scomposta. Paura di relazionarmi? Non credo, sapevo relazionarmi, talvolta però era solo uno spreco di tempo, per quanto riguarda l'affetto... ero sicuro che anche quello fosse uno spreco di tempo.

Con mio grande disappunto, Denise fu il mio ultimo pensiero prima di dormire; guardai ancora una volta quella piccola correzione al mio errore, strega, quella donna era, in qualche modo, una strega.

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