Prologo.-Giulia.

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Il rumore delle rotelle del mio skateboard che strisciavano sull'asfalto mi offuscava leggermente i pensieri. Ero fuggita via come una ragazzina dalla mia casa, dimenticandomi persino il cappello e le cuffie per la musica, io che con la maggiore età superata da un anno sospettavo la mia adolescenza sarebbe durata più del solito.
"Ma non lo vedi che sei una persona totalmente inutile? Perché non ti cerchi un lavoro? Hai intenzione di pesare ancora molto sulle nostre spalle?"
Le parole di mio padre rimbombavano nel mio cervello dandomi rabbia e nausea. Ai miei genitori non era mai stato facile appoggiare le mie scelte, o meglio dire:non ricordavo l'avessero mai fatto e da alcuni anni, il nostro rapporto era degenerato prendendo il capofitto. Volevo ballare ed ero anche piuttosto brava a farlo. L'avevo sempre fatto con o senza il loro aiuto, lo facevo sulla strada beccandomi pochi spiccioli alla volta che mi bastavano a mala pena per le sigarette, ma se volevo sfondare non potevo permettermi altri impegni. Avevo sperimentato su pelle cosa significasse non sentirsi a casa mentre sei tra le mura di casa tua. La mia casa si era spostata tra le braccia di Beatrice, una meravigliosa Dj disoccupata e fuori posto che avevo conosciuto tre anni prima al gay pride e che era diventata in pochissimo tempo un pezzo insostituibile delle mie giornate. La vidi in lontananza riconoscendone la camminata. Il didietro perfetto stretto in un jeans scuro che le accentuava leggermente i fianchi abbozzati ed una camicetta di lino bianco con decorazioni dorate, il tutto contrastante con la sua carnagione scura da tipica ragazza mediterranea, esattamente al mio contrario. Sorrisi solo a vederla da lontano maneggiare come al solito il suo inseparabile LG, ed immediatamente scesi dalle rotelle per raggiungerla facendo meno rumore possibile. Con passo felpato riuscii ad avvicinarmi tanto da avvertire il suo profumo fresco e fruttato, mordendomi il labbro inferiore divertita dall'idea dello spavento che stavo per farle prendere. Le sfilai l'aggeggio dalle mani con destrezza dalle sue spalle, ed iniziai a rigirarlo come se non ne avessi mai visto uno: candy crush, quarantesimo livello, tre mosse possibili e nessun modo per salvare la vita.
《Pft, prova con i giochi per bambini!》la provocai, quando voltandosi un sorriso si dipinse sulle sue labbra tinte di color pesca. Le sue braccia mi avvolsero il collo ed un morbido bacio si posò sulla mia bocca compiaciuta.《Mi sei mancata!》mugugnai stringendola più forte.
《Anche tu》rispose accarezzandomi una guancia e mi prese le mani.《Ho preparato il ballo che esporrò nel pomeriggio, che fai? Mi raggiungi?》
《Si》annuì anche con la testa,《stupiscimi!》si tirò indietro un ciuffo ribelle.
《Quanto tempo hai?》mi chiese poi prendendo a camminare con me.《Quanto ne vuoi.》
Ed a quella risposta un'espressione preoccupata si stese come un velo sul suo angelico faccino.
《No, non dirmi che... di nuovo? Avete litigato ancora?》chiese quasi sconcertata con aria di rimprovero. Annuii silenziosamente con la testa china e strinsi di più la presa, quasi a pregarla di restare dalla mia parte. Ma l'unica cosa che fece fu sbuffare giocherellando con la mia mano.《Quando hai intenzione di dirgli di noi? Insomma, di tempo ne sta passando.》
《Bea... come potrei farlo adesso? Ti prego non rendermi tutto ancora più difficile!》mi lamentai.《D'accordo》si arrese delusa mollandomi la mano e portandosi qualche passo avanti con aria arrabbiata.《No, dai, Bea ti prego!》la fermai accelerando il passo.《Cosa c'è?》rispose con tono più aspro.《Non devi arrabbiarti, ti prometto che appena riesco a trovare un po' di pace tra quelle mura, ne approfitto per portarti a casa in loro presenza.》
《E fino ad allora? Non mi sento libera in questo modo, Giulia. Perché dovrei avere il coraggio di tenerti la mano in pubblico, se tu non hai il coraggio di dire ai tuoi che stai con una donna?》
Sospirai fissandomi le scarpe e le afferrai dubbiosa i fianchi debolmente.《Non mi importa ciò che vede la gente, ti tengo la mano perché ne ho bisogno, non per dimostrare qualcosa a qualcuno.》
Strinse sconfitta le labbra in una linea e poi se le bagnò con la lingua. Sorrisi e lasciai un bacio all'angolo di queste ultime, per poi chiederle dove volesse andare.《Dato che hai più tempo del previsto, raggiungerei le altre al nuovo locale più tardi》propose e quella fu la decisione. Ci dirigemmo in una gelateria artigianale ed iniziammo a consumare i nostri ordini su una panchina in centro, scambiandoci sfacciatamente carezze e baci. Andava sempre così:quando ero con lei, il mondo spariva e tutto si riduceva alla nostra esistenza. Non c'era tempo ne spazio, non c'erano voci ne trambusto, nella mia mente si formavano buchi neri e tutto si focalizzava sulla sua sola essenza. L'amavo alla follia, ed ero convinta che senza la sua presenza il mondo mi avrebbe inevitabilmente soffocata di ansie, tristezza e problemi. Controllai l'ora quando un messaggio da parte di Lucia risuonò interrompendoci pochi istanti. La sua badante straniera non se la cavava ancora molto bene con l'italiano e ci volle un po' prima che io e Beatrice riuscissimo ad interpretare il reale senso del messaggio.
"Venite vi prego, Greta uschendo via di testa, no reggo piu."
《Vuol dire che Greta sta dando i numeri come al solito per la tipa conosciuta in chat. Povera Lù, quante disgrazie si becca ogni giorno》rise Bea sollevandosi dalle mie gambe per poi porgermi la mano invitandomi a fare lo stesso. Il Mercury era stato aperto da poco, ma era diventato il nostro nuovo locale d'abitudine. Prendemmo posto salutando tutte e tutte risposero compresa l'argentina, tutte fuorché Greta stessa, tremendamente concentrata sul suo notebook.
《Ha detto che le interesso! Ma ci credete? Io ancora no!》esultò battendo le mani per poi afferrare la sua tazza di thè caldo e sorseggiarla. Questa famosa Emma, che aveva conosciuto su una chat per ragazze, le aveva fatto completamente perdere la ragione e l'aveva resa piuttosto logorroica.《Greta ma nemmeno l'hai mai vista! Non ti sembra di esagerare? Se dal vivo non ti piace?》esordì Rain con la solita voce graffiata, non si sa se per natura o a causa degli innumerevoli pacchi di Malboro che fumava al giorno, consegnandoci i nostri ordini. In realtà il vero nome di Rain era Arianna, ma noi ce lo eravamo quasi dimenticate. Si esibiva ogni sabato al Mercury con il suo repertorio rock moderno e grazie ad i suoi corti capelli color platino ed al suo fisico slanciato che quasi ricordava quello di Ruby Rose, tra tutte era quella in grado di rimorchiare con più facilità.《E tu? Sei diventata la nuova cameriera?》domandó Lucia udendo il tintinnio delle tazze sul vetro del tavolo.《No, ma le belle ragazze non dovrebbero fare il lavoro sporco!》sorrise maliziosamente indicandoci un nuovo viso dietro al bancone del locale. Una ragazza piuttosto carina, con delle curve mozza fiato e dei capelli ondulati che arrivavano poco più in basso delle spalle.《Wow!》esclamò per un istante Greta, prima di tornare a porre attenzione allo schermo reggendosi la testa su una mano. Erano esattamente le tipe come Rain quelle che mi infastidivano di più:quelle per che quando fissavano una ragazza, vedevano una gazzella da sbranare. Rain le prendeva, le consumava e gettava via gli avanzi come cicche di sigaretta. Tutte sembravano compatirla come se il suo sofferente passato fosse una scusa per comportarsi in quel modo, io non ci riuscivo.《Un'altra gazzella》commentai, senza accorgermi che i miei pensieri non erano rimasti tali. Sentii una gomitata arrivarmi nel fianco da parte di Lucia, che mi avvisava di prepararmi al peggio.《Ed a te cosa frega, scusami? Nessuno ti ha mai suggerito chi portarti a letto e chi no》la risposta di Rain era stata a dir poco immediata. Alzai le mani,《io per lo meno ho una coscienza, ed è piuttosto pulita.》
Mi sembrò quasi di sentire i denti di Rain sfregare dalla rabbia, tutte sapevamo che quella ragazza fosse piuttosto irascibile.《Ed io per lo meno-enfatizzò- riesco a concludere molto più di quanto facciate voi e questa povera anima che invece di guardarsi intorno si affida ad una lesbo chat.》
Risi,《non credo tu sia al corrente di quanto possa essere promiscua la nostra vita sessuale, e mi sembra appropriato sbandierarlo ai quattro venti. Sembri una bambina Rain.》
Forse si sentì derisa, fatto sta che la sua testa si chinò versò la destra, ed i suoi glaciali occhi mi fulminarono prima di pronunciare l'ultima, distruttiva frase.
《Ah, si? Se sei cosi soddisfatta perché non hai ancora avuto il coraggio di dirlo ai tuoi allora?》
Il fiato mi si mozzò in gola, mentre tentavo in ogni modo di trattenermi dall'alzarmi e metterle le mani addosso. Sfregavo con le unghie sul vetro e tutte si erano improvvisamente zittite lasciando lo sguardo spostarsi dalla mia figura a quella dell'altra ragazza. Poi vidi Beatrice sollevarsi scuotendo la testa per prendere la via dell'uscita.《Bea! Bea aspetta non starla ad ascoltare!》mi alzai di scatto seguendola, e lasciando solo un ironico "grazie eh!", scaricato con tutta la rabbia che avevo nel corpo, al tavolo delle mie amiche.

LSB- Ad occhi Chiusi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora