Prologo

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Le poltrone della sala sono già tutte occupate e la tensione si può toccare con un dito. Tutti guardano tutti. Ognuno pensa al suo prossimo compito. E nessuno vuole tirarsi indietro.

Gli occhi si spostano sulle quattro sedie di pelle, imbottite di piume d'oca, proprio davanti al silenzio assordante, nato dall'attesa.

Nella sala entrano quattro persone, che avanzano sul palco con passo deciso e lento, come le lancette di un orologio che si spostano, cadenzando ogni singolo secondo che passa. La prima è una donna, alta e due occhi di ghiaccio che sembrano cristallo, tanta è la loro limpidezza; il secondo e il terzo sono degli uomini dal viso simile, ma non uguale, che scrutano la folla con insolenza e attenzione; la quarta è una ragazza, giovane e audace, il coraggio da vendere per essersi presentata per la prima volta qui, davanti a tanti altri, malgrado inferiori, che la fissano con sfacciato interesse.

I quattro si siedono e avvicinano le loro sedie al tavolo in mogano pregiato, si porgono a vicenda alcuni fogli, poi sollevano gli occhi profondi sulla folla. "Bene" afferma l'uomo dai capelli neri, tirati a dovere con il gel. "Possiamo cominciare il Presidio".

La folla si agita leggermente sulle sedie: ognuno di loro freme di sapere cosa dovrà affrontare nei prossimi due mesi. La donna accavalla le gambe sotto il tavolo e si schiarisce la voce, concentrandosi sul foglio prestampato che ha davanti agli occhi, che guizzano di tanto in tanto sulla folla, trepidante.

Sorride compiaciuta e guarda con altezzosità la ragazza accanto a lei, che deglutisce rumorosamente, restituendole un'occhiata indagatrice. "Prego" dice la donna porgendole il foglio e facendole un cenno con il capo indicando la folla.

La ragazza annuisce e prende il foglio con decisione, piegando un angolo con le dita affusolate, palesemente nervosa, ma volenterosa di fare questo passo importante. "Siamo tutti riuniti qui oggi per celebrare la consueta apertura dei due mesi del Periodo Strategico" annuncia con tono solenne e quasi si meraviglia di esser riuscita a parlare davanti ad almeno duemila individui, senza esitazioni o interruzioni.

La folla è ammutolita, nessuno osa parlare prima della fatidica frase di apertura; ognuno è intento ad osservare quella ragazza così giovane, che non alza lo sguardo su nessuno di loro, per mantenere un certo rigore.

Tutti hanno le mani strette attorno ai braccioli, per reprimere la voglia di sospendere tutto e correre verso il tavolo in mogano, cercare il proprio foglio tra il plico ben ordinato e fuggire via.

La giovane prende un bel respiro e chiude per un secondo gli occhi, avvertendo la palese importanza del momento. "Io, Torre numero milleduecento, annuncio ufficialmente l'apertura del Presidio!"

La folla acclama, lasciandosi andare alla felicità repressa per troppo tempo, e alzandosi in un' ola nera.

"Hai visto?". La donna si rivolge alla ragazza con tono saccente. "L'apertura del Presidio è andata secondo i piani".

Annuisce e posa delicatamente il foglio sul tavolo, firmando velocemente in basso a destra, poi consegnandolo agli altri due colleghi. "Infatti, proprio bene".

"Adesso procederemo con la distribuzione delle Cartelle Escac" l'avverte porgendole il plico di fogli pesanti, facendola carico di un poderoso impegno sociale. "Mi raccomando, presta attenzione ai nomi, ai numeri e a non mangiarti le parole".

"Sono scivolata sulle parole, prima?" domanda preoccupata, osservandola attentamente e cercando una risposta nei suoi occhi severi.

L'altra fa un sorrisetto beffardo, poi alza un sopracciglio con arroganza. "No, adesso puoi procedere".

La ragazza, ripensando al discorso precedente d'apertura del Presidio, si volta verso la folla e legge il primo foglio, ripetendosi nella testa il numero e il nome. "Alfiere numero diciotto, Cavallo posizione tre".

La folla applaude e una donna, dalle forme gentili, si alza dalla sedia, mantenendosi composta, malgrado l'eccitazione, insieme al suo Cavallo. "Ecco" mormora la giovane presidentessa del Presidio, porgendole il foglio.

"Grazie" risponde l'altra, afferrando il documento e allontanandosi con il suo Cavallo alle spalle, poi d'un tratto prendono a girare entrambi su se stessi, trasformandosi in un piccolo vortice nero.

Scompaiono, mentre la distribuzione dei fogli ai restanti Alfieri riprende senza interruzioni. Sembrano tutti entusiasti della loro prossima Partita, nessuno potrebbe mai rifiutare il lavoro che permette loro di nutrire la loro esistenza.

"Alfiere numero seicento, Cavallo posizione nove" annuncia dopo circa duecento Alfieri ed i loro rispettivi numeri.

Dalla folla si alza un giovane ragazzo, per il quale parte il doppio degli applausi, soprattutto da parte del Presidio femminile. Anche la donna rigida dagli occhi color cristallo sembra arrossire quando lui, con la sua camminata da felino, le si avvicina e le fa un breve inchino, raggiungendo la giovane presidentessa, seguito dal suo Cavallo.

"El... Ecco a te" gli dice con un sorriso smagliante, porgendogli il foglio.

Lui le fa l'occhiolino, affidando al suo Cavallo il documento. "I miei più sinceri complimenti alla giovane presidentessa del Presidio numero milleduecento".

Lei emette un delizioso verso di gratitudine e con un gesto del capo lo esorta ad allontanarsi... Subito. Lui ridacchia e insieme al suo Cavallo si avvia verso l'angolo della Struttura Pedonale. "Allora, questa è la foto" dice il compare Cavallo, porgendogli la foto in allegato al documento.

Lui alza un sopracciglio alla vista dell'immagine: un uomo che sorride verso l'obiettivo ed una ragazza davvero giovane. "Studiamoci il dossier".

Il Cavallo ridacchia, indicando al ragazzo Alfiere una donna alta, dagli occhi penetranti color dell'erba ed un vestito nero succinto, che lascia ben poco all'immaginazione. Il ragazzo le scocca un'occhiata da predatore, quindi si volta verso il compare e scrolla le spalle, congedandolo. Raggiunge la donna, gli occhi solo per lei. "Salve" dice lei con voce seducente.

"Annuncio ufficialmente l'inizio del Periodo Strategico" dice con enfasi la giovane presidentessa.

L'Alfiere numero seicento scivola con le nocche della mano sulla guancia della donna, facendole bruciare la pelle di passione. "Buon inizio del Periodo Strategico".

Lei si morde il labbro inferiore e in poco tempo sono già persi l'uno nelle braccia dell'altra.

FAILURE TO QUEEN (Boogeyman Saga 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora