Chapter E l e v e n

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New York,
United States 🇺🇸

Lunedì.

  Six months ago.

La sveglia suonò soltanto per tre
minuti, cercai di allungare il braccio, cercando di spegnerla al più presto per non svegliare mia moglie, addormentata tra le piume d'oca candide del piumino poggiato sopra il suo corpo.

Helena, era accanto a me, distesa sul letto con la sua piccola pancia che cresceva di giorno in giorno, e con il viso rivolto verso il mio.
La mia mano era poggiata sullo stomaco della mia ragazza.
Era arrivato un nuovo giorno, così stanco di essere nel letto, mi stiracchiai avvicinandomi ad Helena per baciarle la fronte, o meglio dire, vicino all'attaccatura dei capelli, mentre sospirava profondamente.

« Buon giorno, amore mio.»

Pensai tra se per non svegliare mia moglie.
Mi alzai e andai in cucina a preparare la colazione.
Accesi la macchinetta del caffè,
da quando ci siamo conosciuti, Helena mi ha fatto assaggiare il caffè italiano, da allora  all'ora a casa non può mai mancare, il caffè, ce ne eravamo innamorati.
Sceglisi la cialda spezziata alla vaniglia e preparai il frullato di fragola e cioccolato per lei, per via della sua gravidanza, non può assumere caffeina.

«Buongiorno,
come stai piccola?»

«Potrebbe andare meglio.»

«Sta tranquilla,
vedrai che presto starai meglio.»

Dissi mentre uscivo dal piumino caldo.

«Harry, non andare via, rimani qui! »
« Devo andare a lavorare!»
«H-Harry»
Pronunciò il mio nome piangendo.

«Avanti amore non fare così»
dissi vedendola piangere.
Non mi è mai piaciuto a dire il vero, odiavo essere io la causa della sua tristezza.

«Scusami »
Disse avvicinandosi, io l'abbracciai facendola sentire protetta tra le mie braccia.

Le coprì il viso di baci cosicché non potesse fare a meno di sorridere.
Già, perché lei era la causa del mio sorriso e della mia felicità.

Mi ero fatto coinvolgere troppo dai suoi sorrisi, dalla sua voce e dalle sue mani dal modo in cui mi guardava, o come mi parlava.
M'ero incantato a fissarle gli occhi, tanto belli ,o forse il suo viso fine e grazioso, che non pensai nemmeno a che cosa stavo per dire.

«Se vuoi puoi venire con me»

«Davvero?»

«Certo, potrai farlo tutti i lunedì che vuoi! Ora vatti a preparare.»

E fu da quel giorno, che ogni lunedì passavamo il tempo insieme.

Helena, aggraziata com'era, un passo dopo l'altro scese le scale,arrivando fino alla mia poltrona, si sentivano i suoi passi decisi dal rumore dei suoi tacchi.

Una mano, la teneva dietro alla mia schiena l'altra la fece cadere sul mio viso, dopo poco, la fece scivolare sulla mia mano ancora poggiata sul bracciolo.
L'afferró, mi tiró verso di sè e avvolse il suo braccio attorno a me abbracciandomi.

«Sei bellissima»
«Ehm.. grazie Andiamo?»
«Sali in macchina,arrivo subito!»

Un altro brivido mi salì lungo il corpo, quella ragazza aveva uno strano effetto su di me, per qualche strano motivo mi sentivo connesso a lei in una maniera mai provata prima, quando parlavo con lei, mi sentivo me stesso.

E ora, se ci penso, mi manca non poter più passare la giornata con lei, è incredibile come un errore possa diventare fondamentale per la vita.

Ero seduto su una panchina con la piccola cullata tra le mie braccia, la sua testa era poggiata sul mio stomaco.

«Ora ho solo bisogno di averti qua, Helena,vicino a me, su questa panchina.»
Pensai.

Il silenzio, solo quel fruscio d'aria scorre tra i miei capelli.
E nell'incanto di quel silenzio, persi tutto ciò che sento.
Sento voragini, sentimenti feriti.

Quei ricordi, macchiato di nero,
Le mie grida di dolore diventavano sempre più acute, il mio stato d'animo era ormai distrutto come il mio cuore, infranto, frantumato in mille pezzi. Mi sentivo, sofferente, quasi morto.

Avrei voluto provare a rivivere quei momenti anche solo per un minuto, ma il tempo non perdona.

Il mio sguardo era fisso, guardavo le foglie cadere dagli alberi, per colpa del vento, anche se non prestavo alcuna attenzione, ero troppo immerso nel passato per vivere il presente e sognare il futuro.
Spostai lo sguardo verso mia figlia e delicatamente le sfiorai con le labbra la sua piccola mano che teneva la mia, lei era la creatura più importante che mi restava nella mia vita e l'unico scopo per continuare a vivere, era lei, la mia bambina.
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Hei!
Grazie a tutti per sprecare il vostro tempo per leggere le mie storie, spero ne valga la pena!
E niente vi ringrazio ancora.
Continuate a seguire la storia, alla prossima, almeno 2 commenti per continuare!
All the love ✨
|Martina|

After She Died |H.S.| - #Wattys2017 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora