4 capitolo

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Mi sento stranamente stanco, ho appena lasciato la macchina nel parcheggio del primo hotel che abbiamo trovato. Ho abbastanza soldi nel portafoglio per pagare una notte anche per Elisabeth, mio padre ha lasciato molti altri soldi nella cassaforte della villa in cui vivremo da domani almeno fin quando le cose si sistemeranno.

«Hai una sigaretta?» mi chiede prima di entrare nel salone della confortevole struttura.
Senza risponderle mi limito ad indicare un cartello con su scritto "divieto di fumo", lei sbuffa e senza volerlo mi esce una risata breve che però blocco ritornando arrabbiato come prima.

«ti ho beccato!» si impunta sfacciatamente indicandomi con il dito procurando una risata piacevole.

«Chi? Io? Ma non è vero! Sono arrabbiato con te Beth.» Mento incrociando le braccia al petto.

«Bugiardo! Prima hai riso» noto sul suo viso un espressione minacciosa.

La ignoro dirigendomi verso il bancone, ritrovando una signora sulla settantina pronta ad aspettare la nostra prenotazione.

«Due camere singole per una notte,grazie.» Una voce mi sorpassa prima che io possa parlare.

Cosa? Ma non se ne parla ragazza cattiva.

«No, una camera singola per due persone.» La guardo con malizia sfiorandole leggermente i fianchi.

Lei strizza gli occhi, notando subito dopo il rossore sulle guance. Sembra una bambina.

Il rumore delle chiavi che Beth mi sventola in faccia mandano via tutti i miei pensieri, le prendo gentilmente iniziando a cercare la stanza in cui alloggeremo sta notte.

«Eccola Harry, è la 132 giusto?» Annuisco prendendo le chiavi ed inserendole nella porta, chiudendola in poco tempo dietro di me.

Accendo la luce estraendo il portafoglio dalle tasche del mio jeans nero, lo apro sentendo la bustina di plastica finalmente nelle mie mani.

«Beth vado un attimo in bagno, non muoverti da questa camera capito?» lei annuisce e senza pensarci nemmeno una volta chiudo la porta a chiave sedendomi sul bordo della vasca.
Tiro indietro i capelli con una mano, buttando la cocaina su un comodino vicino alla vasca, inizio a spezzettarla con un pezzetto d'acciaio sottile, avvicino le narici alla polvere bianca tappandone una e iniziando a sniffarla.
La cocaina è sempre stata una delle mie droghe preferite;
Dovrebbe fare effetto tra 5 minuti durando 20 minuti circa.
Sniffo l'ultima parte incominciando a sentire il calore innalzarsi, mi tocco leggermente la fronte sentendola bagnata quindi, decido di togliermi la maglietta buttandola in una parte della stanza.
Mi prendo la testa fra le mani e senza volerlo inizio a tremare, strizzo gli occhi rendendomi conto delle pupille dilatate attraverso lo specchio;

La testa inizia a girarmi, prendo la cintura dei jeans slacciandola e buttando anch'essa sul pavimento, mi tiro velocemente giù la cerniera abbassando di poco i boxer; Prendo il mio pene tra le mani iniziando a pompare pensando a Beth, alle sue labbra intorno a me, alle sue piccole mani che mi circondano.
Tiro dei gemiti di piacere mandando giù la saliva ancora in bocca per poi venire tirando un sospiro di sollievo.

POV.ELISABETH

Sento dei versi provenire dal bagno, mi vengono i brividi al pensiero di quello che potrebbe star facendo Harry lì dentro..

Prendo il cellulare decidendo di fare un giro dell'hotel avendo comunque un bar al piano superiore.
Chiudo la porta dietro di me della stanza, arrivando vicino l'ascensore premo il pulsante rosso aspettando che arrivi.

Tiro un ghigno sentendo all'improvviso una mano sconosciuta dietro la mia schiena, mi giro ritrovandomi un ragazzo dalla carnagione chiara, capelli biondi e occhi di un color nocciola chiaro.

«Ti consiglio di prendere le scale, questo ascensore è guasto ehm..?» mi dice con voce sicura.

«Oh mi chiamo Elisabeth piacere.» gli rispondo porgendo la mano in direzione della sua.

«Che ci fa una dolce e bella ragazza così tutta sola?» mi chiede accompagnandomi alle scale.

«Sono venuta con un mio.. Amico.. Non sono sola.» gli sorrido prima di intravedere il bar.

«Offro io, tranquilla bellezza.» Mi fa l'occhiolino ordinando due bicchieri di vodka alla menta.

«Comunque mi chiamo Peter.» si presenta anche se in ritardo.

Sembra un ragazzo per bene.
Sembra.

«Oh si scusami, è che ho lasciato il mio amico in stanza e adesso sono preoccupata per lui.»
Prendo il bicchiere sul tavolo mandando giù il liquido aspro.

«Dove state andando?» Mi chiede ordinando un altro bicchiere di vodka.

«Noi stiamo andando a casa di amici.» mento guardando il bicchiere vuoto.

«Spero tu non sia già impegnata, sai questo è il mio numero quando vuoi chiama.»
Prima che io possa prenderlo delle mani familiari lo recuperano da quelle di Peter strappandolo e buttandolo sul pavimento.
Harry.

«Mi dispiace per te ma è già impegnata con me.»

Un altro grammo, grazie.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora