Capitolo 89✔

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Alex
Le prime due ore di matematica sono passate molto lentamente. Quando, finalmente, la campanella si decide a suonare usciamo dalla classe.
-Che bello!-esclamiamo uscendo in cortile.
-Troppo noiosa la Fernandes!-dice Margaret.
-E non ti ha neppure lanciato frecciatine oggi, Ellie.-dice Roxy.
-Lo so! Mi sono annoiata tantissimo.-dice la mia ragazza.
-Speriamo che la Rogers rimedi!-dice Logan facendomi l'occhiolino.
-Ma piantala!-lo spintono scherzosamente. Cominciamo a ridere tutti quanti, mentre io bacio cautamente sulle labbra Elizabeth.
Tutto il tempo passato con lei mi ha fatto rinascere. Ogni cosa bella mi fa pensare a lei, ai suoi occhi verdi, al suo sorriso brillante e alla sua allegria tenuta rinchiusa per anni.
-Ti amo piccola. Tanto.-sussurro al suo orecchio per non farmi sentire dagli altri.
-Ti amo tanto anche io.-intreccia le nostre mani facendomi sorridere. Restiamo ancora per qualche minuto fuori e poi torniamo dentro. Le ragazze vanno in classe e noi ragazzi alle macchinette.
-Raga, io vado a prendere il quaderno di scienze dall'armadietto.-avviso i miei amici. Apro l'armadio, prendo il quaderno e quando sto per tornare in classe dalla mia piccolina, Jennifer mi appare davanti. Me l'ero tolta dalle scatole e ora eccola qui a rompere!
-Che vuoi Jennifer? -chiedo freddo.
-Da quando sei così freddo con me?-chiede mettendo le sue mani sulle mie spalle.
-Non mi toccare e rispondi alla mia domanda! -ordino.
-Voglio te!-sorride e si butta sulle mie labbra. Provo a staccarla, ma sembra essersi incollata a me. Riesce ad approfondire il bacio contro la mia volontà e rischio di vomitare per quanto mi faccia schifo. Le uniche labbra che voglio sentire sono quelle della mia piccola Ellie. Jennifer finalmente si stacca, si avvicina al mio orecchio e con un sorriso sussurra.
-La tua ragazza ci ha appena visti caro Alex-
Mi giro con occhi sbarrati. Lei comincia a correre e io la inseguo, non posso e non voglio perderla così.
-Piccola aspetta! Devo spiegarti! Non è come sembra!-urlo disperato. Sale sulla sua macchina e io chiedo le chiavi a James. La inseguo per la città e devo dire che ho paura di fare un incidente per come fa zig zag tra le macchine.
-Ti prego piccola fermati! Sono un coglione, lo ammetto ma torna da me! Prendimi a pugni, fai ciò che vuoi ma torna!-stringo il volante della macchina.
Arriviamo alla periferia e qui sono fregato. Lei ha fatto corse clandestine e conosce queste strade come le sue tasche ed infatti perdo le sue orme. La cerco, ma non la trovo. Dove sarà? Cosa farà? Con chi sarà? Mi appoggio al volante e lancio un urlo.
-L'ho persa. Ho perso la cosa più bella della mia vita, per colpa di una puttana! Perché è questo che Jennifer Smith è.-
Delle lacrime cadono dai miei occhi: sto piangendo.
Provo a chiamare Elizabeth. Una, due, tre, dieci, venti, trenta volte ma nulla. Non risponde, allora comincio a mandarle messaggi.
Amore mio rispondi.
Dove sei?!
Vieni da me. Devo spiegarti.
Giuro che c'è una spiegazione.
Piccola mia rispondi!
Mi sto preoccupando!
Ellie ti scongiuro, rispondimi!
Sono un coglione lo ammetto.
Vieni a casa. Chloe è agitatissima.
Urlami contro.
Insultami.
Picchiami.
Torturami come solo tu puoi fare.
Ma torna a casa amore mio.
Ti scongiuro.
Lo ammetto, sono disperato. La rivoglio indietro. La rivoglio mia. Se vuole darmi la colpa di tutto a me andrà bene, lo accetterò solo per poterla riabbracciare.
Mi passo entrambe le mani nei capelli e li tiro. Il petto mi fa male in un modo indescrivibile. Sto male. Ho perso Elizabeth per colpa di Jennifer e non posso fare nulla. O forse sì? Non lo so. Ritorno a casa dove trovo Chloe.
-Dov'è Ellie?-chiede.
-Non lo so.-dico abbattuto.
-Cos'è successo?! Cosa le hai fatto?!-chiede avvicinandosi a me.
-Lasciami stare!-salgo di corsa le scale e mi chiudo a chiave nella mia stanza. Il dolore mi impedisce di respirare, è ancora peggio di quanto LEI se n'è andata. Molto peggio. Esco dalla stanza e vado nel seminterrato dove si trova la mia palestra personale. Indosso solo un pantalone della tuta senza maglietta. Comincio a dare pugni al sacco da box con tutta la forza che ho in corpo. Le nocchie cominciano a sanguinare ma io sto sempre peggio. Vado di nuovo nella mia stanza e scivolo ai piedi della porta.
-Ti sembra il comportamento di una diciottenne questo? Fuggire da scuola, sparire a New York e tornare alle dieci?!-urla mio padre al piano di sotto.
-1)Abbassa i toni.
2)Sono diciottenne perciò faccio quello che mi pare.
3)Non è la prima volta che torno tardi a casa. -dice fredda Elizabeth. È tornata.
-Con quale coraggio ti rivolgi tu a me così? -chiede mio padre sempre urlando.
-Dammi uno schiaffo dai! Vediamo se hai coraggio!-lo sfida Elizabeth alzando la voce.
-Stefano no! Le sarà successo qualcosa. Non è da lei comportarsi così.-dice mia madre quasi urlando.
Poi silenzio. Un attacco di rabbia verso me stesso mi invade.
-Mi odio!Sono un idiota! Sono un fottuto stronzo! Mi odio! Ahhhhh!-urlo buttando per terra tutti i libri presenti sulla scrivania, buttando a terra la sedia e dando un pugno al muro. Il dolore fisico non è minimamente paragonabile al dolore del mio cuore che sta sanguinando. Ho un taglio sul braccio provocato dallo spigolo della scrivania. Il sangue scivola sul braccio ma non mi fa impressione. Per niente.
Pulisco la ferita e vado a letto, cercando di addormentarmi. Mi odio. Mi odio.
Il giorno dopo.....
Mi sveglio che sono le dieci di mattina. Oggi non avevo la forza di andare a scuola. Avrei preso a pugni Jennifer anche se è una donna. Vado nella stanza di Elizabeth e vedo che è vuota. È andata a scuola.
Vado in cucina, mangio dei cereali e mi metto a guardare le nostre foto.
Come schermata home ho la foto di noi due mentre ascoltiamo la musica e io le bacio una tempia, facendola sorridere. Il suo sorriso...
Come schermata di blocco ho una foto che ci ha scattato Nicole mentre eravamo tutti al parco. Ellie appoggiata al mio petto mentre sorride. Bellissima. La foto profilo WhatsApp rappresenta le nostre mani intrecciate. Il mio stato è uguale a quello di Ellie, se non lo ha cambiato.
Controllo: Da quando ci sei tu il sole splende sulla mia strada.
Non lo ha cambiato. Neppure la foto profilo è stata modificata.
Sento la porta sbattere e dei passi salire sulle scale. Poi la musica del violoncello. Elizabeth è tornata. La musica è deprimente, sta male. Stiamo male entrambi. La musica risuona per la casa per circa un'ora e poi si ferma. Un silenzio opprimente che mi fa alzare e correre da Elizabeth, ma poi mi fermo a qualche metro dalla sua porta. Forse è meglio lasciarla sola o forse no. Mi avvicino alla porta e la vedo mettere il violoncello nella sua custodia.
-Amore mio...-sussurro. Ma lei non si gira.-Piccola ....Ellie ...Elizabeth....-continuo ma non si muove.-Lo so che mi odi, ma non l'ho baciata io Jennifer. È stata lei a saltarmi addosso ed il tempo di staccarla da me sei arrivata tu. Ti prego torna da me...-le tocco una spalla.
-Non toccarmi Walker.-dice fredda senza girarsi.
-Guardami negli occhi piccola mia.- la supplico mentre i miei occhi cominciano a bagnarsi. Ellie scuote il capo da desta a sinistra mentre tiene la testa bassa.
-Ti aspetto. Non ti lascerò andare via così.-esco da quella stanza a testa bassa, mentre mi è sembrato di udire un singhiozzo.
Stiamo male. Troppo male.

Lasciati Amare(#WATTYS2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora