13. Highway to Hell

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Sue aveva suggerito di indurre il suo presunto divino padre a riconoscerlo attraverso un qualche tipo di rituale che avrebbe spostato la sua attenzione, sua del divino presunto padre, al suo semidivino presunto figlio. Certo, l'idea era parsa abbastanza efficace a chiunque avesse le competenze necessarie per valutare: Scarlett Cadmy. Se Jasper fosse stato davvero un figlio di Ade, la nekyia, il rito attraverso cui si tentava di evocare gli spiriti dei morti, avrebbe avuto un gran successo. Scarlett aveva proposto di fare la versione facile, senza sangue né fosse scavate nel terreno, ma solo con l'utilizzo del fuoco.

"Tenta di evocare il tuo pesce rosso. Il cane che avevi da piccolo. Oppure la signora grassa che abitava nella tua stessa via che si è soffocata con le alette di pollo." gli avevano detto, prima di iniziare.

Tuttavia le cose stavano evidentemente sfuggendo di mano. I fuochi che solitamente illuminavano la gaia atmosfera si erano affievoliti e poi spenti, soffocati da una densa sostanza nera, incorporea per quanto l'occhio umano potesse capire, che era fuoriuscita dal falò appena Jasper vi aveva gettato la sua offerta. Tutto era accaduto in modo molto strano. Prima aveva tentato di pregare il suo divino padre di svelarsi, per intensi secondi, mettendo tutta la sua forza di supplica dentro quella preghiera. Ma non era successo nulla e la rabbia aveva cominciato a montare dentro di lui.

Se non mi vuoi riconoscere, allora non ho bisogno di te.

Il falò mandò scintille di colori sempre più innaturali poi il gelo pervase tutto ciò che di senziente si trovava nel raggio di una cinquantina di metri, poi una nebbia nerastra e fredda iniziò a essere rigurgitata dai carboni. Jasper avvicinò una mano alle fiamme ma non lo bruciarono: erano fredde e emanavano un odore disgustoso di chiuso. In poco tempo ai piedi di Jasper si era radunata una pozza di quella sostanza indefinibile e il ragazzo iniziò a tremare dal freddo. Gelidi tentacoli neri iniziarono a risalirgli lungo le gambe, a espandersi verso il resto dei ragazzi, ammutoliti, che fissavano ciò che stava succedendo. I più vicini al falò si ritrassero ma la nebbia scura iniziò ad strisciare su tutto e su tutti. Passò nei piatti lasciandosi dietro pietanze che di sicuro non sarebbero più state toccate. Quando la prima ragazza della casa di Afrodite iniziò a urlare, si scatenò il putiferio. I ragazzi iniziarono colpire la nebbia ma la cosa più raccapricciante stava avvenendo proprio accanto al falò. Jasper era completamente ricoperto da essa e cercava di urlare ma ogni volta che ci provava piccole dita di fumo nero tornavano a bloccargli il fiato. Si dimenava e cercava di liberarsi ma in qualche minuto i suoi movimento si fecero più lenti. Sue corse da lui dopo essersi fatta strada tra ragazzi urlanti e il rigurgito nebbioso ma, raggiuntolo, un muro di fumo si alzò per tenerla lontana. Scarlett corse slacciandosi la pelle di volpe dal collo, attraversando in un balzo la distanza che la divideva da Jasper, ma anche lei a mezz'aria venne bloccata. Quando la nebbia ricoprì completamente il giovane ragazzo e questi smise di opporre resistenza, un simbolo verde, somigliante ad uno scettro, apparve sopra la sua testa, facendo svanire alla propria luce il fumo, come se non fosse mai esistito. Tutti lo fissavano, ancora sconvolti, mentre il chiarore rossiccio della fiamme tornava a ravvivare i loro volti. Jasper ansimava e aveva freddo, tanto da battere i denti.

"Stasera ti trasferirai nella cabina Tredici." Fu tutto ciò che Miss Peak gli disse prima di tornare al proprio posto.

Scarlett ritornò umana e corse incontro al ragazzino traumatizzato. Non si sarebbe mai abituata ai teatrali riconoscimenti di alcune divinità. Odiava il modo in cui i loro figli rimanevano sconvolti, senza che nessuno di loro si preoccupasse della cosa. Prese saldamente Jasper per le braccia e gli disse: "Sei vivo. Stai bene. Era tutta scena. Respira, bambino."

Il ragazzo respirava avido d'aria, pallido, incredibilmente freddo e terrorizzato. Non aveva la minima idea di cosa fosse successo, ma si sentiva strano, come liberato da una barriera che prima aveva tenuto quel freddo lontano dalla sua vita.

La Seconda IliadeWhere stories live. Discover now