70. Cos'altro?

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La sveglia interrompe il mio profondo e piacevole sonno.

Prendo la sveglia e la butto a terra, pregando Dio che non si sia rotta, o Ben mi ucciderà: me l'ha regalata lui.

Ma odio quella sveglia.

Scendo le scale lentamente, ricordandomi di quella volta in cui sono caduta per le scale, dopo esser scesa dal letto.

Mi dirigo al bagno e mi sciacquo la faccia con l'acqua fresca.

Mi faccio una coda disordinata, ma che tanto non importa, visto che sto ancora a casa.

«'giorno»dico, sedendomi a tavola, e trovandomi già la colazione pronta.

Finalmente io e Ben andiamo più d'accordo rispetto alle altre volte.
Riguardo alla questione dei miei genitori, ho deciso di perdonarlo perché non posso rimanere arrabbiata fino alla morte.

Mi ha raccontato tutto, anche di come è avvenuto l'incidente quella notte.

Quella notte mamma e papà stavano tornando qui, a Los Angeles. L'incidente avvenne in questo modo: all'interno vi era una persona malata di Cancro. Dei passeggeri erano medici, compresi i nostri genitori.
Infatti, sono stati proprio loro a soccorrere l'uomo.
Stava avendo un attacco, ma.. evidentemente non era malato di cancro. Era un assassino scappato dal carcere due giorni prima che mamma e papà partissero. Timothy Hook, così si chiamava quell'assassino. Secondo le varie storie raccontate dai passeggeri che avevano assistito alla scena, Timothy si era alzato, per andare al bagno, ma non appena si trovava in piedi, ha ucciso la mamma con sei coltellate al petto.
Papà ha cercato di farlo sparire dalla vista, spero che tu abbia capito, ma non ce l'aveva fatta.
È stata Jocelyn Brown, una loro amica di lavoro, ad ucciderlo.

Alzo gli occhi al soffitto e faccio una piccola preghiera.
La mamma e il papà mi mancano un sacco.

Ai tempi, ogni volta che un film drammatico finiva con qualcuno che moriva, io dicevo sempre alla mamma 'Io ho paura di perderti'.
La mamma mi accarezzava i capelli, e con i suoi occhioni marroni scuri, pieni di lacrime, mi guardava negli occhi e rispondeva 'Non morirò se tu continuerai ad amarmi'.

Io credevo a quella frase, continuavo ad amarla.
Pensavo che la vita fosse semplice e che la magia ci giri intorno, ma magari.

All'età di quattordici anni, non credetti più a quella frase.
Fui diventata una persona scontrosa, una menefreghista.
Era proprio a quei tempi che litigavo spesso con la mamma.
Certe volte le litigate erano talmente forti e pesanti che avrei voluto che la mamma morisse.
Cosa cazzo mi passava per la testa?

E ora il desiderio si è avverato.
È tutta colpa mia se ora i miei non ci sono più.

«Sbrigati che fra pochi minuti devi andare a scuola»dice Ben, risvegliandomi dai miei pensieri.

Annuisco e finisco di bere il caffè caldo sotto ai miei occhi.
Mi vesto velocemente ed esco con la borsa alle spalle.

Prendo le cuffie dalla tasca dello zaino e le metto alle orecchie.
Metto 'Secret Love Song' delle Little Mix e con la collaborazione di Jason Derulo, quel figone e quel bravissimo cantante.

Qualcuno passa con la macchina sulla pozzanghera, bagnandomi da testa a piedi.

Sbuffo e corro verso la scuola, dove ho tengo dei vestiti di ricambio nell'armadietto, non si sa mai: posso capitare situazioni del genere, come questa.

Cerco di non farmi guardare dal gruppetto dei miei 'amici', se così si possono definire, ma vengo scoperta a Matt, che mi viene incontro a braccia aperte.

«Non abbracciarmi»lo fermo con una mano, ma lui la sposta e si avvicina a me, con'aria sfidante.
Forse ancora non mi ha vista come sono ridotta.

«Sono sporca di fango, levati»dico, acida ed entro.

Mi dispiace averlo trattato in quel modo, ma cavolo, se non si vuole levare devo proprio.

Prendo i vestiti di riserva dall'armadietto e richiudo l'armadietto.

«Ariana ma come sei conciata?»Esclama Becca, squadrandomi da capo a piedi.

«In che senso?»Chiedo, dirigendomi verso il bagno.

«Nel senso che sei tutta sporca di..fango»suona più come una domanda che come un'affermazione.

Sbuffo ed entro in una cabina vuota e pulita.

Sento la campanella suonare, e proprio nel momento giusto in cui mi ritrovo già pronta.

Mi specchio e mi sistemo i capelli in una coda ben ordinata e alta.

Corro verso l'aula, e per mia fortuna il professore ancora non è arrivato.

«Ragazzi avete visto il professore?»Chiede un ragazzo della nostra classe.

Noi tutti scuotiamo la testa.

Quella è sempre la solita domanda che ci porge quel ragazzo, a tutta la classe.
Vuole assicurarsi che il professore ci sia o no, in modo da poter fare quello che ci pare.

Tanto il professore di geografia non manca mai, quindi può stare tranquillo e sedersi al suo posto.

Non ho visto Cameron oggi, perciò tiro un sospiro di sollievo, anche se ho il grande bisogno di parlare con lui.

«Ehi Ari»esclama Taylor, avanzando di un passo.

«Ehi Taylor»lo saluto e lo abbraccio.

Lui è l'unico che mi ha rivelato qualcosa sulla questione di Cam.
L'unico.

Jay e Nash continuano a dirmi di stare attenta a Cam, o di dimenticarlo, compreso Matt.

E magari può c'entrare anche Becca, questo è quello che penso dalla giornata con Becca, ieri.

Il professore entra con dietro Cam e Brookelynn, a testa bassa.

E ora che diamine è successo?

Hidden Love 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora