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Qualcuno preme le sue calde labbra sulle mie. Apro gli occhi e provo a riconoscerlo in tutti i modi, ma niente. È coperto da una sciarpa e un cappello, lasciando scoperti solo i suoi occhi verdi.

Mi alzo di soprassalto. La fronte sudata e i capelli bagnati e leggermente scombinati. Mi passo di corsa una mano sulla fronte. Non riesco a capire se era un sogno o un ricordo. Niente. Non mi viene in mente nulla. Scuoto il capo e guardo l'orologio. 6:30. Mi devo già alzare.

*-*-*-*-*-
Guardo Mechi davanti al cancello dell'entrata della scuola. Non appena mi nota, fa un cenno con il capo e si avvicina frettolosamente. «Tinita. Sei già tornata a scuola?» mi domanda facendo un mezzo sorriso. Annuisco solamente. Non sarei voluta tornare per nulla al mondo.

Per primo, perché detesto la scuola e per secondo perché non sono neanche minimamente portata per lo studio. Rivolgo lo sguardo agli altri ragazzi che aspettano l'inizio della scuola, ansiosi di vederla già terminata. Mi stringo nel giacchetto per il freddo, mentre continuo a cercare un volto ben preciso. Uno sguardo. O semplicemente degli occhi. Verdi, possibilmente. Suoi, sarebbe ancora meglio. Mi mancano. Mi manca lui. Da quando ho messo fine alla nostra relazione non si è più fatto sentire. Non gli dó torto. Lo farei anche io al suo posto.

«Se cerchi Jorge è laggiù. Al lato destro del cancello. Sta parlando con la sorella Lodovica.» mi spiega tutto d'un fiato, indicandolo. Poi strofina le mani per ottenere più calore. Scrollo le spalle, rimanendo silenziosa. Pou decido di parlare. «Pensavo che Jorge fosse due anni più grande di noi. Come mai viene ancora a scuola?» le chiedo non facendomi sembrare troppo interessata all'argomento. Anche perché non lo sono, giusto? Mentre attendo una risposta, getto un'occhiata ad Jorge, intento nella conversazione con un gruppo di cinque ragazzi e due ragazze. Indossa un semplice giacchetto in pelle aperto, pantaloni che gli ricadono perfettamente sulle gambe e una maglietta bianca sotto il giacchetto.

«Bocciatura, che dici?» domanda retoricamente lei, mentre rotea gli occhi scherzosamente. La guardo meglio e noto che il suo sgurdo è rivolto oltre me. Mi volto e cerco di capire chi sta fissando con tanto interesse. Seguendo una linea retta, starebbe fissando una ragazza dai capelli rossi, gonna fino al ginocchio e delle lentiggini sul volto. Molto carina, devo dire. Poi scuoto il capo. Impossibile che stia guardando lei. Sposto un poco lo sguardo e noto un ragazzo, ben coperto da un giacchetto nero e la sciarpa. Sorrido, notandolo. Non so chi sia. Non mi sembra di conoscerlo. Ovviamente uso il 'sembra' perché potrebbe anche essere uno tra i miei migliori amici senza che me lo ricordi.

«Carino!» esclamo facendola sussultare leggermente. Si scosta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, nervosamente. «Chi è?» le chiedo, notando che non apre bocca. «Diego Dominguez» risponde semplicemente, non degnandomi di uno sguardo. Sorrido alla situazione che sto vivendo. Mercedes Lambre si è innamorata? Impossibile. Non ci posso credere. Eppure sono costretta a farlo, perché il tutto si sta dimostrando davanti ai miei occhi.

«Non è il tuo ragazzo, vero?» Mi rendo conto di quanto sia idiota questa domanda, solo quando fa una smorfia insoddisfatta.
Complimenti Martina!
Già dopotutto da cosa si capiva che fosse il suo ragazzo? È qui accanto a lei? L'hai vista baciarsi? Ma ,soprattutto, ti ha mai parlato di fidanzati? No, no e no. Allora si, è stata una domanda deficiente.

«Andiamo a parlargli?» le chiedo. Ed ecco una seconda domanda stupida. Lei scuote il capo diventando rossa di colpo. «Lo farò solo quando deciderai di rimetterti con Jorge.» mi sfida lei. Il mio sguarfo si fa serio. Come può mettere a confronto due situazioni così diverse. Il mio è un vero problema. Non so nulla di lui, come farei a starci insieme? Il suo, invece, è solo di timidezza e, forse, anche di reputazione. «Non puoi mettere a confronto queste due situazioni. Ti ho già detto le mie idee al riguardo.»

Per sua fortuna, la campanella suona, facendo terminare il nostro discorso. Si è salvata da una bella ramanzina. Entriamo lentamente nella scuola.

Che la tortura abbia inizio.

*-*-*-*-*-*
«Non mi va di iniziare di già a fare i compiti.» farfuglio a Mechi, già intenta ad afferrare il libro di biologia dallo zaino. Lei mi guarda con uno sguardo di rimprovero, continuando poi a cercare gli altri libri. La vedo sbuffare e poi uscire fuori sul balcone, forse per vedere se ho lasciato il libro li.

«Da quanto è che non vieni qui in balcone?» mi chiede disgustata, mentre viene verso di me portando il libro da un lembo. Solo ora noto che è impolverato e bagnato. «Dal giorno dell'incidente. Mi fa una strana sensazione andarci.» rispondo facendo spallucce e ridacchiando non appena Mechi fa un'altra faccia piena di disgusto. «Dai vieni. Andiamo in balcone.» mi incoraggia lei. Indifferente, afferro le mie cose e le porto sul tavolino nel balcone. Poi torno dentro e afferro un giacchetto. Si muore di freddo, come gli va di studiare fuori? Mentre sto per uscire, inciampo, cadendo sulle ginocchia.

«Ahiii!» riesco a gridare, mentre con la mano faccio un piccolo massaggio alle due ginocchia. Lei, invece di aiutare la sua migliore amica a rialzarsi, scoppia a ridere. Le mando un occhiataccia e lei smette subito di ridere, allungandomi la mano.

La afferro, ma mentre mi tiro su, vedo a terra un biglietto rosa, incastrato sulla pianta grassa all'angolo del balcone. Mi avvicino e lo afferro. «Di chi è?» chiede lei. Scuoto il capo, non sapendolo. Lo leggerò dopo, quando sarò da sola. «Facciamo i compiti, ora o no?»

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Spazio Autrice
Ehylaa. Si, sono tornata. Spero che il capitolo sia di vostro gradimento. Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacione.
-Sharon👑✨
Ps: passate a leggere la storia della mia sorellina: Tutto... Ma solo per te, sul suo profilo NoemiMarigo.

Enamorarse De Nuevo||JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora