27. Come due amici.

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Seduta sugli scalini di casa mia, con il libro "uno splendido disastro" in mano e le cuffie nelle orecchie che cantano per me how to save a life, riesco finalmente a trovare un po' di pace. Questa mattina non ho fatto altro che camminare da una stanza all'altra, annoiata e assonnata, dato che ieri notte ho dormito pochissimo per via dei pensieri, che sono tornati ad assillarmi.

Prima di andare a letto ho guardato la finestra dello studio, la quale si affaccia sulla casa di Brian. L'ho visto uscire a tarda ora, la custodia della chitarra sulla schiena come se fosse uno zaino: doveva sicuramente andare a suonare in qualche bar. L'ho invidiato molto: anche io vorrei avere un lavoro che abbia a che fare con la musica. Vai, suoni, ti diverti e fai soldi nello stesso tempo.

Beato lui.

Il violino è finalmente aggiustato, sono andata a ritirarlo qualche ora fa e, anche se non andrò a lezione per un po' perché ci sono di mezzo le vacanze estive, lo accorderò da sola e suonerò lo stesso.

Sto per girare la pagina, presa dalla lettura, quando sento qualcosa leccare la mano che sorregge il libro. Tolgo una cuffia e abbasso l'oggetto, notando con piacere che Rocky è venuto a trovarmi e ora sta scodinsolando la coda con la lingua da fuori. Suppongo che voglia giocare. Sorrido e chiudo a malincuore "uno splendido disastro", poi tolgo la musica dal cellulare e metto via le cuffie.

Il cagnolino mi salta in braccio. "Come hai fatto ad uscire da casa, piccolo?" Gli domando mentre passo le mani sul suo lucido pelo. Ridacchio quando si avvicina al viso per leccarmi la guancia. "Se Brian viene a sapere che sei scappato ti uccide, lo sai?"

Quello abbaia per tutta risposta e guardo la casa al mio fianco per capire come abbia fatto a venire fin qui. Noto che la porta è aperta ed Hector sta fumando poco più lontano. Sicuramente Rocky, vedendo la scena, sarà corso via e l'amico del padrone non se ne sarà accorto.

Torno ad osservare il cagnolino. Chissà se Brian è in casa, penso, poi scuoto la testa e mi do della stupida. Devo smetterla, ci sto cascando un'altra volta.

Muovo le dita attorno al collo del cagnolino, lui alza la testa e chiude gli occhi, rilassato. Passo poi la mano sul capo e le orecchie si abbassano istintivamente, facendomi sorridere. "Ma quanto puoi essere dolce?" Sussurro prendendogli poi il viso tra le mani e scuotendolo piano.

L'animaletto si muove piano e annusa le mani, come se volesse invitarmi ad accarezzarlo ancora, e così faccio. "Credo proprio che oggi non combinerò niente per colpa tua." Scherzo con voce infantile, dondolandolo da una parte all'altra.

Fa un verso silenzioso e avvicino l'indice al suo muso. Lui mi da i bacini e lo annusa. "Sì, ma devo riportarti a casa. Se non ti vedranno, si preoccuperanno..."

"Infatti." Vengo interrotta dalla voce di Brian e alzo immediatamente lo sguardo come Rocky fa con le sue orecchie. Questo gli va incontro, trotterellandogli attorno, e il biondo cenere lo ferma prendendolo tra le braccia. "È inutile che cerchi di farmi le feste, brutto disobbediente. Sei stato cattivo, mi stai sentendo?" Assume un tono autoritario e uno sguardo intimidatorio, come fa un padre con il proprio figlio, poi gli da delle pacche sul sedere come punizione.

"Dai, non c'è bisogno di essere così severi," cerco di difenderlo, "alla fine è un animaletto e, come tale, vedendo la porta di casa aperta, ha il desiderio di uscire per visitare il mondo..."

Brian mi degna finalmente di uno sguardo e scuote il capo. "No, non cercare di giustificarlo. Deve capire di aver sbagliato. Se non ci fossi stata tu, chissà dove sarebbe scappato." Il cagnolino, come se avesse compreso, fa un verso triste.

"Non ci casco ai tuoi giochetti, Rocky. Non posso proprio fidarmi di te, eh? Mi hai deluso. Hai sentito?" Gli dice. Quello gli lecca il dito: sta chiedendo scusa. Il ragazzo sospira. "Mi prometti che non lo farai più, se ti perdono?"

Io volevo te. [#2]Where stories live. Discover now