#29 Audrey

348 18 5
                                    

I bambini aspettavano questo giorno con grande impazienza. Oggi infatti è l'anniversario della fondazione del centro diurno e come ogni anno è stata organizzata una strepitosa caccia al tesoro che vedrà sfidarsi due squadre nell'intento di vincere un premio speciale. Indosso la maglietta e posiziono il badge in modo che sia leggibile, anche se ormai tutti conoscono il mio nome. Scendo in salotto, dove mia madre sta combattendo con il computer, che le impedisce di firmare una petizione online per arrestare il surriscaldamento globale. 

"Maledetto aggeggio di merda!" grida, priva di ogni freno inibitore. Accorgendosi della mia presenza si volta con aria colpevole verso di me. "Tranquilla, questa parolaccia la so già. Puoi continuare, comunque, ora me ne vado!" Le do un buffetto consolatorio sulla spalla, per poi ricambiare con un urlo il saluto di Jamie, che mi arriva ovattato dalla sua camera da letto. "Divertiti!" mi dice distratta mia madre, tornando poi ad inveire contro la tecnologia.

Quando arrivo al centro alcuni bambini mi corrono incontro e io li abbraccio e li coccolo un po'. Quando riemergo dal gruppetto di cuccioli entusiasti mi guardo intorno e vedo Thomas seduto alla scrivania con l'aria concentrata su un foglio, mentre aggiunge dettagli qua e là. Mi avvicino circospetta, cercando invano di cogliere qualche informazione su ciò che sta scrivendo. 

"Buon pomeriggio McCarthy. Che stai facendo?" Lo apostrofo, fingendomi disinteressata. Lui solleva lo sguardo. "Uh. Niente!" si affretta a dire, ripiegando il foglio e mettendoselo in tasca, assumendo un'aria misteriosa. Alzo gli occhi al cielo: non capirò mai questo ragazzo! 

Lo lascio perdere e mentre raggiungo i bambini saluto da lontano Patricia, che ha organizzato la gara e ora sta sistemando gli ultimi dettagli. Dopo la caccia al tesoro ci sarà un grande buffet pieno di dolci e sono convinta che alcuni dei bambini siano già proiettati verso quel ben di Dio. A conferma delle mie idee si avvicina a me un piccoletto paffuto e con le guance rosate. 

"Audrey! Audrey!" mi saltella intorno per attirare la mia attenzione. "Dimmi Will, ti ascolto."

Gli dico paziente con un sorriso. "E' vero che su quel tavolo lunghissimo ci sono tante, tantissime torte?" Scoppio a ridere allegra, la sua vocina è troppo simpatica, sembra un personaggio dei cartoni animati. Lo accarezzo sulla testolina.

"Vuoi sapere un segreto?" Lui annuisce serio, pendendo dalle mie labbra. "Tra quelle torte buonissime ce n'è una enorme tutta di cioccolata!" Vedo i suoi occhi brillare di desiderio. "Ma non dirlo a nessuno, così non rovineremo la sorpresa!" aggiungo raccomandandomi. Lui si cuce le labbra con un gesto rapido e poi scappa via correndo verso l'angolo dei giochi, mentre io lo guardo allontanarsi, prima di rispondere alle richieste di altri bambini che nel frattempo si sono radunati intorno a me.

Scusa ma ti chiamo BarbieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora