Capitolo 20 - Salvataggio

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L'acqua del lago presente appena fuori dalla grotta fu un altro ostacolo che Kristal dovette affrontare, la veste affondò in essa e le rese le gambe ancora più pesanti. Camminò arrancando, ma allo stesso tempo cercando di essere il più veloce possibile. Tuttavia era difficile, era stanca e provata ed impegnò il doppio del tempo necessario per tornare sulla terra asciutta. Quando lo fece prese la spada e tagliò la veste in modo che le arrivasse sopra il ginocchio. Ora poteva correre più liberamente e riuscì a raggiungere il posto dove aveva lasciato il pezzato in poco tempo.

Quando arrivò all'albero giusto, però, vide soltanto un pezzo di corda tagliato e del cavallo nemmeno una traccia. Dannazione! Al principio fu presa dal panico, perché era sfinita e non era in grado di correre ancora a lungo. Ma poi, quando sentì dei passi avvicinarsi, non ci pensò più ed iniziò a camminare nel folto del bosco, cercando di non fare troppo rumore.
Impiegò almeno un'ora a raggiungere la strada, mentre quella mattina ci aveva messo meno di venti minuti. Kristal fu indecisa se seguire il sentiero oppure continuare ad avanzare nel bosco. Tra le fronde degli alberi poteva nascondersi ed era più protetta. Però non sentiva il rumore di altre presenze da un bel po' di tempo, quindi sicura di averli ormai persi decise di prendere la strada, considerando che magari qualcuno passando l'avrebbe vista e forse anche aiutata. 

Quel giorno, d'altronde, la sfortuna sembrava perseguitarla. Dopo qualche passo iniziò a piovere, inizialmente piano e poi sempre più forte. Kristal si bagnò dalla testa ai piedi e iniziò quindi a correre verso un albero in cui avrebbe potuto arrampicarsi. Ne trovò uno poco dopo e cercò di ripararsi tra la sua chioma. Non era però del tutto protetta, numerose gocce riuscivano comunque a raggiungerla e ogni istante che passava lì rendeva più facile la sua ricerca. Decise quindi di riprendere a camminare sotto la pioggia, voleva soltanto arrivare il prima possibile al santuario per mettersi al caldo e al sicuro.

Arrivò nei pressi del santuario in circa tre ore, riuscendo anche a correre per la maggior parte della strada. Questo grazie ad anni di allenamento. Anni di addestramento? Per un istante il freddo, la pioggia, i nemici alle calcagna, tutto sparì. Kristal iniziò a sforzarsi su quello che aveva appena appreso, alla fine era la prima volta che ricordava qualcosa su se stessa. La sua mente però parve non darle altre risposte, la testa le doleva per lo sforzo e per questo decise di lasciar perdere, tornando a preoccuparsi della situazione in cui si trovava. Le sembrava infatti di aver sentito il rumore di alcuni passi. Ascoltando più attentamente capì che era qualcuno che correva, verso di lei. L'elfa teneva già la spada alla mano, si girò di scatto e vide un assassino avvicinarsi a lei. Questo appena notò la sua veste rossa si bloccò. Ma poi, quando vide il libro sotto il suo braccio, ringhiò ed iniziò a combattere. Kristal si sentiva esausta, così riuscì a parare soltanto in parte il primo colpo, che le colpì la gamba destra. Non era un taglio profondo ma le attraversava l'arto dal ginocchio fino alla caviglia. L'elfa rischiò di cedere, ma strinse i denti e si mantenne in piedi. Riuscì a parare altri due affondi, ma al terzo fu troppo lenta e la spada dell'assassino la colpì nuovamente, all'altezza della spalla. Kristal gemette, era allo stremo. Devo farcela, devo avvertire Martin, devo farcela.

Martin era nel salone principale, stava leggendo un libro ma faticava a concentrarsi sulle parole. Kristal continuava ad attraversare i suoi pensieri. Così ci mise qualche secondo ad accorgersi di Lamyan, che era fermo di fronte a lui col fiatone. "Signore, può uscire un istante? C'è qualcuno che sta lottando sotto il tempio, deve venire a vedere." Martin si alzò di scatto. È impossibile che Kristal sia già tornata, sarà qualche brigante. Corse ugualmente fuori dal portone e si appostò sotto la torretta di guardia di sinistra, la stessa dove la sera prima lui e Kristal si erano baciati. Sforzando gli occhi vide due figure, una era senza dubbio un membro della Mitica Alba, lo riconobbe dall'armatura. L'altra persona invece indossava una veste rossa e aveva la pelle blu. L'uomo con l'armatura daedrica colpì la figura di fronte a lui sulla gamba, provocandole un lungo taglio.

Senza aspettare altro tempo, Martin corse giù per la discesa e poi fece gli scalini a balzi. Quando arrivò in fondo alla scalinata, estrasse la spada ed iniziò a correre verso le due figure. E fu lì che capì di averci visto giusto. La figura con la veste rossa era proprio Kristal. Martin la vide riuscire a parare due colpi, ma poi il terzo fu colpita alla spalla. Il sacerdote accelerò il passo quando sentì Kristal gemere, alzò la spada e la piantò dritta nel cuore dell'assassino, che non lo aveva nemmeno visto arrivare.

Subito dopo si girò per vedere come stava Kristal. L'elfa era a terra, le braccia erano strette al petto, come per proteggere qualcosa. Stava per chinarsi a sollevarla, ma fu bloccato dal suono di una lama che veniva estratta. Si voltò di scatto e vide che altri cinque assassini li avevano circondati. Martin si mise il più vicino possibile a Kristal, alzò la spada e si preparò a combattere. Uno dei membri iniziò a ridere.
"Cosa credi di fare? Noi siamo in cinque e tu sei da solo." Sorrise ancora, guardandolo dalla testa ai piedi. "Ti facciamo anche un favore, non dovresti nemmeno essere nato, no? Siamo qui per rimediare a questo errore." Martin non riuscì a gestire la rabbia che gli provocarono quelle parole, si infuriò tanto che lanciò istintivamente una scarica all'uomo che aveva parlato, polverizzandolo all'istante.

Gli altri assassini iniziarono a guardarlo terrorizzati, non avevano più la sicurezza della superiorità numerica dalla loro parte. Così Martin ne approfittò per ferire uno dei quattro alla gamba. Questo gesto fece però riprendere gli altri tre che lo accerchiarono. Martin non si fece prendere dal panico, ma si trovò comunque in difficoltà. I quattro lo attaccarono tutti assieme e lui non riuscì a parare tutti i colpi, procurandosi una ferita all'addome. Si piegò in due dal dolore e vide che un assassino si era avvicinato a Kristal e stava per toccarla.
"Non ti azzardare nemmeno." Gli urlò contro ritrovando la forza perduta poco fa. Da quella furia ne uscì una vampata di calore che bruciò vivi i quattro nemici. Martin non si preoccupò nemmeno di guardare se fossero tutti morti, si accucciò di fianco a Kristal.

"Kristal? Mi senti?" Le spostò una ciocca di capelli dal volto e vide che respirava a fatica. L'elfa aprì leggermente gli occhi e quando lo vide un lampo di sollievo le attraversò le iridi.
"Martin..." Lui le sollevò la testa e prese ad accarezzarle la guancia. "Ti porto al tempio, andrà tutto bene." La prese in braccio, trattenendo un grido di dolore quando il suo corpo toccò la ferita sul torace. Strinse i denti ed iniziò a camminare verso la scalinata. "Martin, sei ferito. Ce la faccio a camminare." Martin la guardò sorpreso: sebbene l'elfa fosse allo stremo delle forze, era riuscita a capire quanto le doleva la ferita.
"Non è niente, tranquilla." Kristal fu sul punto di ribattere, ma poi chiuse semplicemente gli occhi e non disse nulla. Il sacerdote accelerò il passo, doveva essere curata il prima possibile.

Quando arrivarono di fronte al tempio, vide Lamyan che parlava con Jauffre con voce preoccupata. Il frate lo guardava senza capire. Poi, quando vide arrivare Martin con Kristal, gli corse subito incontro e gli prese l'elfa dalle braccia.
"Cosa è successo?" Chiese Jauffre con un tono di voce particolarmente alto. L'erede non capì se era arrabbiato o preoccupato
"Non c'è tempo ora, dobbiamo portarla a letto e curarla il prima possibile." Martin fece segno a Jauffre di proseguire, così il frate non chiese più nulla e la portò nella sua camera.

Appena fu fatta coricare, le tolsero la veste che ormai era fradicia, per disinfettare le ferite e curarle. Quella sulla gamba era la peggiore, perché aveva già perso molto sangue e alcuni detriti di terra erano entrati nell'apertura. L'aria era pesante perché Jauffre taceva ma era evidente che aveva molto da dire. L'unico momento in cui aveva parlato era per invitare l'erede a farsi curare la ferita che aveva al petto e il tono di voce suggeriva ancora una volta un particolare rancore da parte del frate che gli avrebbe sicuramente fatto una ramanzina sull'essersi messo in pericolo in quel modo. 


Il sacerdote subito ne fu preoccupato ma, mentre toglievano la veste a Kristal, si accorsero del libro che teneva sottobraccio e tutte le sue attenzioni furono riposte su quello. Lo prese subito e lo guardò con il volto stravolto. Non avrebbe mai pensato di poter mettere mano al Mysterium Xarxes. Quando Kristal si sveglierà, avrà parecchie cose da dirmi.
Quando tutti furono usciti, Martin si sedette al suo fianco e continuò a guardarla mentre dormiva. Chissà cosa è successo.

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