Capitolo 12

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[Third Person POV]

«Hyung»

Jungkook cercò di liberarsi dal bacio e dall’amico, allontanandosi dalle sue labbra e riuscendo a pronunciare solo una parola. L’espressione arrabbiata e determinata di Yoongi lo attaccò con fastidio.

«Ammettilo, Jungkook-ah.»

Il giovane sentiva la presenza e il contatto della sua pelle ovunque contro quella dell’amico, e cercava di trattenersi dal ricambiare le azioni. Provava piacere, i baci e la vicinanza creavano elettricità tra i due. Ogni atomo del suo corpo aveva ammesso di essere attratto, ma qualcosa lo frenava dal continuare. In quel momento le parole di Yoongi continuavano a invadergli la mente. Si chiese il significato di quest’ultime, tenendo impegnati i propri pensieri su un argomento che non fosse la bocca dell’amico, arma diabolica che fermò il suo disaccordo quando Jungkook cercò di riprendere la parola e rispondere.

«Hyung, no.»

Allontanandosi improvvisamente, Jungkook notò la camicia strappata e il suo addome scoperto. Cercò di coprirsi e riallacciare i bottoni, senza essere aiutato dal pericoloso contatto visivo con l’amico e le mani incerte sul da farsi.

Rimase immobile a guardare Yoongi, serio e infastidito dal suo comportamento. Nel momento in cui l’amico si avvicinò, Jungkook fece un passo indietro, uscendo dalla cucina. Non aveva timore di ciò che il suo hyung gli avrebbe potuto fare, ma di come lui stesso avrebbe potuto reagire. Era troppo per quella notte. La risposta tanto desiderata rappresentava ancora un insieme di parole inconcepibili e in quel momento Jungkook aveva più domande che certezze.

Il suo umore venne notato da Yoongi, che gli circondò una guancia con la mano e gli sussurrò nell’orecchio. «Mi sembrava di aver capito che non hai paura di me. Hai avuto la tua risposta, ora goditela.»

Al contatto e al suono della voce profonda dell’amico, il giovane frenò il desiderio di chiudere gli occhi e lasciarsi andare a gesti istintivi. Avrebbe voluto rispondergli a tono, ma le novità di quella notte lo avevano sfinito. Era stanco dei loro battibecchi.

«Sogni d’oro, Jungkook-ah.» Yoongi si allontanò con un leggero sorriso divertito e tornò nel buio della sua stanza, lasciando Jungkook confuso e solo. Per la terza volta.

***

Ricordando gli ultimi avvenimenti e decidendo di svegliarsi, Taehyung si rigirò nel letto sorridendo. Le morbide e calde coperte lo accoglievano lungo tutto il corpo: si stava avvicinando l’autunno e la temperatura del loro appartamento scendeva sempre più. Nonostante il calore, il giovane sentiva la mancanza di un altro tipo di piacevole sensazione. Si strofinò gli occhi e finalmente gli aprì, per essere accolto da una stanza e un letto deserti. Nessuna traccia di Hoseok. Nemmeno l’ombra di Jimin.

Una leggera smorfia di tristezza apparve sul volto di Taehyung, ma venne velocemente sostituita da un ampio sorriso quando il ragazzo sentì arrivare dalla cucina i lamenti di qualcuno, seguiti da veloci passi e un felice«Grazie, Jungkook-ah.»

L’immaginazione di Taehyung non predisse la comparsa di un Jimin in pantaloni da ginnastica e maglietta larga, intento a portare un vassoio per la colazione verso il suo letto. Il ragazzo non notò l’espressione piena di amorevole felicità dell'amico e sembrava fissare il bicchiere nel tentativo di non sbilanciare il tutto e rischiare di farlo traboccare.

Una volta raggiunto il letto, Jimin notò lo sguardo fisso su di lui di Taehyung e gli si sedette vicino, poggiando il vassoio davanti a lui.

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