Capitolo 31 - La Miniera Sventrata

43 8 7
                                    

Kristal inizialmente non riuscì a comprendere totalmente ciò che le era appena stato detto. Era stato talmente inaspettato e improvviso che la mente faticava fortemente ad elaborare le parole del fratello. Era in stato di shock, aveva fatto fermare il cavallo e aveva iniziato ad aprire la bocca per poi richiuderla almeno tre volte, alla ricerca delle parole giuste da dire.
"Cosa mi hai fatto?" Chiese con un tono di voce molto più basso di quello che aveva sperato. Barus aspettò qualche istante prima di rispondere. Aveva cercato fino a quel momento di nasconderle la verità, eppure allo stesso tempo sapeva benissimo che in realtà tutto ciò che desiderava era poterle raccontarle ogni cosa.
"È stato per il tuo bene." Disse alla fine, cercando di giustificare l'accaduto e restando il più possibile sul vago. Kristal sembrò  non averlo nemmeno sentito. Era fuori di sé. Scese dal cavallo e iniziò a camminare avanti e indietro.
"Non ci posso credere." Il fratello la guardava inerme, non sapendo bene cosa rispondere. "Anche Martin lo sa, non è vero?" Lo guardò con occhi spiritati, avvicinandosi a lui. "Ho capito! Per questo sei così contento di Martin. Tu sai chi è, tu speri che ci faccia diventare ricchi." L'elfa non si reggeva quasi in piedi da tutti i sentimenti che provava in quel momento. "Non ce la faccio, ho bisogno di andarmene." Saltò a cavallo e lo spronò al galoppo.

Barus tuttavia l'aveva previsto: spiccò un salto e l'afferrò al volo, mandandola a terra.
"Aspetta, stammi a sentire." Disse immobilizzandole il corpo a terra. Kristal iniziò immediatamente a dimenarsi, cercando di liberarsi dalla sua presa, inutilmente.
"Tu non stai bene, lasciami andare!" Cercò di gridare allora, ma non ottenne nessun effetto. Barus le afferrò il mento e piantò i suoi occhi di fuoco in quelli dell'elfa.
"Puoi continuare a fare così per ore, oppure puoi starmi a sentire qualche secondo." Kristal lo guardò con disprezzo, ma non replicò e decise di lasciarlo proseguire.
"Martin sa soltanto una piccola parte di tutto quello che è successo, quindi non hai ragione di prendertela con lui. E sono stato io a chiedergli di non parlarne con te." L'elfa sospirò pesantemente, tutta questa situazione le faceva venire il mal di testa. Ancora non so cosa è successo davvero. Devo calmarmi, e poi, quando sarò più lucida, prenderò una decisione definitiva. Ricordava le parole di Martin, quando poco fa le aveva chiesto di riflettere maggiormente sulle cose e lo ringraziò mentalmente. Non sarebbe riuscita a calmarsi altrimenti.

"Fammi alzare, non ho più intenzione di scappare." Kristal tentò ancora di liberarsi, le faceva male il collo. Barus la guardò ancora per qualche istante, probabilmente per accertarsi che davvero sarebbe rimasta di fianco a lui. E solo quando ne fu certo la lasciò andare, aiutandola ad alzarsi.
Kristal raggiunse il cavallo che si era fermato poco più avanti e salì in groppa.
"Non credere che sia finita così però." Disse rivolta la fratello. "Durante il tragitto mi dovrai spiegare tutto." Lo guardò con durezza, facendo intendere che non c'erano alternative, così Barus fu costretto a soccombere ed accettare le sue richieste. Proseguirono lungo il sentiero al trotto e per parecchi minuti nessuno dei due parlò, Kristal rifletteva su se stessa mentre Barus pensava al modo migliore per spiegare come stavano le cose alla sorella, senza doverle per forza spiegare tutto.

L'elfo la guardava di sottecchi, sapere che non avrebbe potuto dirle tutto lo feriva. Doveva però dirle qualcosa, una parte della verità per farle credere che non ci fosse altro. Tanto se siamo fortunati non ricorderà nulla e non vedrà mai più Dosiov, che è l'unico che può restituirle la memoria. Si sentiva incredibilmente male per quello che stava facendo, eppure ricordava i suoi occhi quando era venuta a pregarlo di aiutarla. Erano colmi di dolore, tanto forte che l'elfo non l'ha mai dimenticato. Barus aveva paura che non sarebbe riuscita ad assorbire tutto quello che era successo, aveva paura che questa volta la sofferenza l'avrebbe uccisa.  Aveva finalmente deciso di aprire la bocca e parlare, ma Kristal lo stupì, dicendogli una frase che non si sarebbe mai aspettato in quel momento.
"Ho cambiato idea, preferisco non sapere nulla. Rimanderemo questo discorso al ritorno, ora dobbiamo concentrarci sulla missione." L'elfa pronunciò quelle parole con una calma innaturale, tanto che Barus fu quasi tentato a ribattere. Ma si bloccò all'istante: avrebbero avuto modo di discutere con più tranquillità. Questa volta dallo sguardo dell'elfa percepì una stanchezza disarmante. La situazione era particolarmente pesante per lei, Barus non si era reso conto finora che la sfiancava così tanto. Kristal era dilaniata dalla voglia di sapere cosa fosse effettivamente successo, ma era così tanto stanca che la soluzione migliore le sembrava potersi concentrare su altro, per poter liberare la mente da tutti i dubbi che l'assalivano. 

Prosiguirono quindi il viaggio con l'idea di potersi concentrare soltanto sulla missione. Arrivarono nei pressi di Cheydinhal che l'alba stava per spuntare; il paesaggio era incredibilmente silenzioso, anche perché tutti gli abitanti erano ancora a letto.
I due elfi si avviarono nella parte nord, dove Kristal aveva segnato la presunta ubicazione del santuario di Azura. Girarono intorno alla zona per circa un'ora, finché Barus non si stancò.
"Stiamo girando a vuoto, sei sicura che sia la posizione esatta?" Chiese rivolto alla sorella. Kristal scosse la testa.
"Non lo so, nel libro diceva che si trovava a nord di Cheydinhal, a nord-est del lago Arrius, sulle montagne Jerral." Barus la guardò sconvolto.
"Ma le montagne di Jerral sono molto più a nord!" Kristal ritornò a guardare la mappa e, quando si rese conto del suo errore, si batté una mano in fronte.
"Dannazione, hai ragione." Disse facendo girare il cavallo e mandandolo al galoppo verso la direzione giusta. Un errore dovuto alla stanchezza, cosa che avrebbe dovuto mettere entrambi in allerta sulle condizioni dell'elfa. 

Il santuario si presentò a loro dopo altri venti minuti di viaggio. In realtà era completamente diverso da quello della Mitica Alba: una grande differenza era che quello che si trovarono di fronte consisteva solamente in una statua, probabilmente di Azura stessa. Davanti a quest'ultima c'erano delle vecchie panchine di legno, dove sedevano alcune persone. Kristal pensò che fosse meglio non disturbarli, così si avvicinò alla statua, con il sacchetto contenente la polvere di bagliore in mano. Voltò il capo a est per guardare se il sole era sorto e, quando vide che la palla rossa stava spuntando tra le montagne, non aspettò un istante in più e gettò la polvere ai piedi della statua. In un primo istante non successe nulla, ma poi una voce profonda le entrò nel profondo. Sembrava che raggiungesse persino Bruma con la potenza che emanava.
"O tu, anima che all'alba mi evochi, ascolta la mia richiesta." Kristal si girò per cercare lo sguardo di Barus, che la guardava come se stesse ancora aspettando un segno dalla statua. Non ha sentito cosa ha detto? Mi sembra impossibile.
"Solo tu mi puoi sentire." Disse ancora la voce, come se le avesse letto nel pensiero. Kristal non aveva dubbi che si fosse rivolta soltanto a lei. Tornò quindi a guardare l'imponente statua in attesa.
"Sono giorni che piango l'imprigionamento dei miei dolci seguaci. Devi salvarli, fallo per me! Recati alla Miniera Sventrata e riportali alla normalità." Miniera Sventrata? Non dovrebbe trovarsi molto distante da qui. Ma sono sicura che in cambio mi darà un manufatto daedrico? Kristal aspettò ancora un minuto, ma la voce tacque, facendole capire che non aveva nient'altro da dirle.

Così l'elfa tornò da Barus, riferendogli ciò che la voce le aveva riferito. Il fratello, appena apprese la notizia, non aspettò un istante e si avviò per un sentiero dietro di loro. Kristal lo seguì all'istante.
"Ma dove vai? Sei sicuro che sia per di là?" Barus si fermò e la guardò con orrore.
"Ne sono certo, ci sono già stato." Disse lasciando sospese mille domande. Kristal non ebbe occasione di porne nemmeno una, l'elfo era già ripartito. La ragazza fu così costretta a corrergli dietro prima che potesse di perderlo di vista. Gli afferrò un braccio, costringendolo a fermarsi nuovamente.
"Cosa c'è lì dentro che ti spaventa così tanto?" Gli chiese, notando il suo sguardo ancora sconvolto. Barus tirò un lungo sospiro prima di rispondere.
"È pieno di vampiri all'interno, l'unica cosa da fare è ucciderli tutti." Kristal credette di aver perso la possibilità di respirare. Quella parola continuava a rimbombarle nella testa incessantemente. Vampiri? Perché mi fanno così tanto effetto? Ho avuto a che fare con qualcuno di loro? Barus aveva detto che ci era già stato, probabilmente lì c'era qualcuno che conoscevano. Si girò nuovamente verso il fratello, per trovarlo già lontano. Devo concentrarmi sulla missione, le domande saranno riservate a più tardi. Così si avviò anche lei lungo il sentiero, cercando di raggiungere Barus.

Oblivion - The Elder ScrollsWhere stories live. Discover now