Avevo appena compiuto diciassette anni e avere tutti i miei parenti al mio fianco intenti a darmi regali e baci sulle guance ripetendo le solite e stereotipate frasi non mi andava affatto a genio quel giorno, tanto non mi avevano mai voluto bene veramente, era solo una farsa architettata per ricevere prestiti in denaro da mio padre. Quindi decisi di scappare da casa mia, anche solo per un momento. Per prendere un po' d'aria fresca.
Uscii di soppiatto dal cancelletto aperto sul retro della mia abitazione e mi avviai verso una meta sconosciuta. Quella meta che mi avrebbe portato a te.
Non ero mai stato come gli altri ragazzi. Ero ricco, mio padre aveva ereditato un grosso patrimonio e in più possedeva alcune aziende sparse per il territorio e di certo i soldi non gli mancavano. Ma il denaro non era mai stato ciò di cui avevo realmente bisogno.
Io volevo semplicemente essere come i miei coetanei, quei ragazzetti che mi limitavo a guardare dalla finestra della mia camera, con cui non ho mai nemmeno provato a parlare, perché sai, io ero di un "rango superiore". Volevo solo fare amicizia come loro, andare a scuola come loro, uscire come loro, vivere come loro.
In ben diciassette anni non avevo mai avuto un amico. Passai la mia infanzia a giocare con gli uomini fidati di mio padre, che quando volevano e quando lui non era presente sfogavano le loro frustrazioni su di me, che all'epoca ero un piccolo bambino indifeso. Io però avrei sempre voluto giocare a palla con qualcuno, proprio come facevano gli altri bambini. Ma non pensavo che quel qualcuno saresti diventato tu, sai?
Guardai a destra e poi a sinistra, casa mia era abbastanza lontana dal luogo in cui mi trovavo in quel momento, ma avevo sempre la paura che qualche servo incaricato da mio padre mi stesse seguendo. Ma quel giorno non c'era nessuno e in un certo senso mi sentivo libero.
Entrai con fare furtivo nel giardino proibitomi dalla mia famiglia, quando sentii una voce oltre la siepe. La tua voce.
❝Ehi tu, mi passi la palla?❞ mi chiedesti ed io non potei far altro che poggiare gli occhi sul pallone che mi era di fianco.
