Jayden-Come Posso Ringraziarti?

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Questa serata sta andando ben oltre alle mie aspettative; beh, devo ammettere che quello che mi ha rivelato Giulia pochi minuti fa, mi ha stupito, e non poco. Ma in un certo senso mi piace il fatto che non abbia mai avuto un ragazzo. Non riuscivo a capire tutto il suo imbarazzo, ora si. Fino ad ora non era mai stata baciata da nessuno e devo ammettere che il fatto di essere stato il suo primo bacio non può che farmi felice. È stato un bacio perfetto; le sue labbra, il suo sapore, le sue mani nei miei capelli... È la cosa più bella che mi sia mai capitata. Non pensavo di poter perdere la testa per una donna, almeno non in due giorni, e non con una ragazza così giovane. Ma il bacio di prima, non so come ho fatto a fermarmi, mi ha eccitato solo il semplice tocco delle sue labbra sulle mie. Questa ragazza mi sta facendo diventare pazzo di lei. Forse sono già pazzo di lei. Camminiamo fino al bar, parlando di musica; le piace il rock, cosa che avevo immaginato, in particolare Ligabue. A me non fa impazzire, ma non mi dispiace neanche.

"Non sono esattamente un appassionato di musica, forse anche perché non ho più il tempo per ascoltarla." Dico, rispondendo alla domanda che mi ha fatto sul genere di musica che mi piace.

"A me basta che non ti piaccia Vasco Rossi, il resto mi va tutto bene." Mi risponde, rivolgendomi un sorriso dolcissimo.

"Non c'è pericolo, non mi piace." Le rispondo, azzardandomi a darle un piccolo bacio sulla tempia, notando che questo la fa sorridere e nello stesso tempo arrossire. Sono riuscito a resistere senza sigarette fino ad ora, volevo prima essere sicuro che non le desse fastidio, cosa che mi ha confermato. Non fuma e non ha mai provato, cosa davvero rara in una ragazza della sua età; credo sia da ammirare, come ogni cosa in lei, d'altronde. O forse lo penso solo io. Arriviamo al bar e ci sediamo su un divanetto nel dehor chiuso che sporge sul lago. Non riesco a smettere di guardarla; è così bella. Si sfila il giubbotto e quello che vedo mi lascia senza fiato; ha una maglietta interamente fatta di pizzo nero, con una scollatura non indifferente. Non si vede nulla, ma si intuiscono perfettamente le sue curve. Non riesco a smettere di fissarla e se né accorta, perché è diventata tutta rossa dall'imbarazzo. Anche io ho piuttosto caldo ora, così mi tolgo il giubbotto e la giacca, rimanendo solo con la camicia. Anche lei mi fissa, continuando a mordersi il labbro inferiore, cosa che progetto di fare io tra qualche minuto. Continua a sorridermi e, dopo che il cameriere avrà preso il nostro ordine, nulla mi impedirà di baciarla, tanto. Il cameriere arriva dopo pochi secondi; io ordino una birra e Giulia un the. Sapevo che non era tipo da alcool. Ci lanciamo degli sguardi, fino a quando non ci portano la nostra ordinazione. Assaggio un sorso di birra, ripetendomi di resistere, ma non c'è nulla da fare; scivolo verso di lei, tanto da far toccare le nostre gambe. Le sposto una ciocca di capelli dal viso, mettendogliela dietro l'orecchio. Comincio ad accarezzarle la guancia e piano piano mi avvicino, inclinando la testa. Prima appoggio piano le mie labbra sulle sue, la obbligo ad aprirle e finalmente le mordo piano il labbro inferiore, facendole sfuggire un sospiro. Lascia entrare la mia lingua e prende a massaggiarla con la sua. Comincia ad accarezzami una guancia con la mano e poi la fa scivolare lungo il braccio, per poi farla risalire fino ai capelli. Le mie mani sono su di lei, una è sulla sua gamba e l'altra è sul suo collo, di cui mi occuperò molto presto. È un bacio differente da quelli di prima, ora ci sono solo le nostre lingue che si mescolano insieme. Mi sta mandando su di giri, trattenermi dallo strapparle i vestiti e farla mia ora, su questo divano, davanti a tutti, è la cosa più difficile del mondo. È talmente bella e buona. Ha un sapore che non mi stuferò mai di assaggiare, è dolce, fresco. Non vorrei staccarmi da lei neanche per un secondo, ma mi manca il fiato e a giudicare da come respira, anche a lei. Mi allontano leggermente e le sorrido, cosa che lei ricambia. È uno spettacolo quando sorride.

"Ti ho già detto che sei bellissima stasera?" È più forte di me, ho la mente talmente annebbiata da lei da non riuscire a dire altro che non sia quanto è bella stasera.

"Anche tu non sei niente male." Mi risponde avvicinandosi a me. Resistere all'impulso di saltarle addosso è ancora più difficile se fa così. Mi cinge le braccia al collo e mi comincia a baciarmi, senza lingua, una serie di piccoli e dolcissimi baci. La abbraccio a mia volta, appoggiandole una mano sulla schiena e una sulla gamba. Sono io a interrompere il bacio; questa ragazza mi fa perdere il controllo, devo riuscire a ritrovarlo. Ma non riesco a staccarmi da lei. Il mio sguardo cade sul suo collo, che comincio a baciare piano, tornando poi a darle piccoli baci sulle labbra. Mi sposto poco da lei e le prendo la mano, facendo intrecciare le nostre dita. Vorrei sapere a cosa pensa in questo momento, ma quando sto per chiederglielo, il mio maledetto cellulare squilla.

"Scusa." Dico a Giulia, con l'intento di spegnere il cellulare all'istante.

"Figurati, rispondi pure." Mi risponde lei sorridendomi.

Prendo il telefono; è mio fratello, quindi è lavoro ed è un'emergenza.

"Dimmi." Cazzo, per questa sera non volevo occuparmi di lavoro, solo di Giulia. Quindi prima finiamo la conversazione, prima posso tornare alla bellissima donna seduta accanto a me.

"La ragazzina è stata ricoverata in ospedale venti minuti fa, ha lesioni, ematomi e lividi. I genitori hanno detto che è caduta dalle scale e, in loro presenza, la bambina ha dato la stessa versione. Dobbiamo fare qualcosa, trovare le prove in fretta, oppure la ragazzina è morta. La prossima volta non sarà così fortunata, i medici hanno detto che sarebbe potuta morire, se fosse caduta da un'altezza maggiore." Merda. Non so cosa dire.

"Dobbiamo trovare subito delle prove, ma se la bambina non parla cosa possiamo fare Mark? Non c'è soluzione se non riusciamo a trovare un modo per avere in mano una prova inconfutabile della colpevolezza del padre, la causa non regge e tutto finisce. La bambina morirà se noi non facciamo qualcosa entro una settimana. Domani mattina andiamo a parlare con Anna in ospedale. Ora devo andare, ci vediamo domani da lei."

"Okay. A domani." Riattacco il telefono.

Torno a guardare Giulia, cosa che ho intenzione di fare per tutta la serata. Mi sta guardando, con l'aria un po' preoccupata.

"Problemi?"

"Solo lavoro, un caso un po' complicato."

"Quello a cui hai accennato prima in macchina?"

"Quello."

"Ti va di parlarne un po'? Sembri preoccupato."

"Non è quello che avevo in mente per la serata."

"Beh se è per questo, io non avevo in mente di baciarti, questa sera." Mi risponde ridendo, e facendomi sorridere.

"Giusto. Davvero ti va di parlare di questo?"

"Certo." Risponde, sporgendosi in avanti per darmi un piccolo bacio. Comincio a raccontare brevemente il caso. Una volta finito Giulia mi guarda stranita.

"Non potete farla parlare con un psicologo, senza la presenza dei genitori?"

"A quanto pare no."

"Avete provato con il disegno?"

"Il disegno?"

"Si da al bambino il compito di fare un disegno che rappresenti la sua famiglia, dal suo punto di vista. Esistono dei segnali che indicano disagi psicologici recati al bambino per colpa di un suo familiare; questi si possono diagnosticare esaminando il disegno finito del bambino." Potrebbe funzionare. Questa ragazza è un genio.

"Tu sai interpretare i disegni?"

"Più o meno. Insomma non sono una psicologa, ma alcune cose le riesco ad interpretare. Perché?"

"Perché tu non sei un psicologa, credo di riuscire a lasciare da solo un civile con la ragazzina, senza conseguenze. Tu te la sentiresti di parlare con lei?"

"Ci posso provare, certo."

"Sicura?" Non voglio che si senta obbligata a farlo, ma se lo facesse e questo funzionasse, riusciremmo a risolvere il caso.

"Assolutamente." Mi risponde sorridendomi.

"Come posso ringraziarti?" Le chiedo in modo leggermente malizioso.

"Beh, io un'idea ce l'avrei." Mi dice, prima di cominciare a baciarmi.

Questa ragazza è perfetta.

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