Capitolo 49

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Dopo circa un'ora di riposo, i quattro protagonisti si incamminarono verso il sentiero di ritorno, fino a che a strada quasi conclusa e quindi vicino al grande parcheggio che custodiva la loro auto, una berlina nera, non sentirono un ruscello che scorreva indisturbato non lontano da loro.

"Oh, finalmente un po' di acqua qui intorno!" Disse Sharon. "Ho una sete pazzesca!" Disse per poi tirare fuori dallo zaino la sua borraccia rossa che in quel momento era del tutto vuota. "Però ho anche bisogno di un po' di riposo, miseria non ce la faccio più! E pensare che sono stata proprio io a proporre questa gita!" Disse con un tono di voce triste, dato che non si aspettava tutta quella fatica.

Tom rise: "Ed è stata davvero bella, mamma! Senti un po', preferisci che ci andiamo io e Dan a prenderti da bere, nel mentre voi intanto andate alla macchina e ci aspettate lì?"

Sharon gli sorrise e il padre del ragazzo, annuì felice per quella proposta. "Grazie mille tesori, vi adoro!" Disse la donna per poi abbracciarli e dirigersi con il marito verso l'auto, nel mentre i protagonisti si avviavano verso il canale d'acqua prendendo così da bere per la madre e riempiendo la fiaschetta fino all'orlo.

Quando però i due ragazzi tornarono indietro, all'improvviso si accorsero di aver sbagliato strada in quanto erano finiti davanti ad un parcheggio diverso dall'altro posto, esattamente nell'altro versante da dove erano arrivati e il buio che c'era a causa del fatto che era ormai arrivata la sera, anche se non era ancora un'ora improponibile, non li aveva aiutati per niente.

"Miseria, ma dove siamo finiti?!" Dan stava iniziando ad avere un po' di ansia, Tom invece lo incoraggiò.

"Da qualche parte... e adesso con calma ritroviamo la strada, ok? Ma tu non devi preoccuparti perché non sei solo, mh?"

Il moro sospirò. "Sì, ma... insomma, non è proprio rassicurante stare qui, non dico il fatto di essere con te, sono felicissimo del fatto che sei qui, al mio fianco, ma... ho paura."

Tom quindi lo guardò con tenerezza: "Ehi, guarda che non c'è bisogno di spaventarsi. Adesso chiamiamo i miei e poi ci facciamo aiutare dalle guardie forestali e gli spieghiamo in che coordinate siamo, mh? Stai tranquillo, veramente."

Dan sorrise e in un attimo lo baciò: in quel momento il moro infatti aveva bisogno del suo calore per stare tranquillo in quanto i boschi erano bellissimi e pieni di mistero, ma sotto sotto gli mettevano anche molta agitazione e non ci avrebbe mai dormito senza pensare a degli animali in arrivo, o altro. "Sei davvero incredibile." Rise per poi stringerlo forte e mettersi a sedere, nel mentre il biondo chiamava i genitori e li avvisava di tutto quanto.

"Ok, si sono messi in movimento: non so quando, ma... presto saranno qui." Disse per poi riattaccare il cellulare, infilarlo in tasca e mettersi a sedere accanto al moro che in quell'istante lo afferrò con delicatezza e lo fece sdraiare accanto a lui per poi stringerlo con forza.

"Ehi, che succede amore?"

Dan lo guardò: "Ho bisogno di coccole." Disse con un tono di voce basso e pieno di desiderio. "Ti va di farmene un po'?"

"Ma certo, vieni qui piccolo mio!" Disse per poi sorridere intenerito, nel mentre Dan chiuse gli occhi sospirando.

In quel momento il moro avrebbe tanto voluto che la loro vita fosse stata fatta di molti piccoli momenti così e che altrettanto fossero durati all'infinito perché lo stress di tutti i giorni e i loro sogni nel cassetto per adesso non realizzati facevano molto male e dunque il protagonista non voleva pensarci.

"Sei speciale..." Sorrise emozionato.

"Anche tu." Rispose Tom iniziando ad accarezzargli quelle braccia muscolose ed altrettanto villose. "Sei perfetto, unico..."

Improvvisamente, quelle precise parole, senza una ragione chiara, riportarono Dan ad alcuni ricordi ben limpidi del film che lo fecero rilassare e al tempo stesso incupire: Dan infatti si ricordò di quanto fu devastante per lui girare una scena in particolare: ma quale?

<<"La scena cambiò: in quel momento Allen era in biblioteca e stava battendo veloce a macchina le dieci pagine che Lucien la sera prima dopo un bacio intenso, gli aveva chiesto, facendo così finta di niente.

In quei lunghi istanti il ragazzo stava piangendo, ma ciò che stava per accadere era anche peggio, ma di cosa stiamo parlando?

Lucien infatti stava preparando la valigia e la sua stanza da letto era piena di vestiti sparsi ovunque, specialmente sul letto.

Allen era lì.

"Lù, l'ho preparato." Notando quello che stava accadendo, di colpo si fermò. "Dove stai andando?"

"Me ne vado: a Parigi. Saliremo sulla nave come marinai mercantili." Allen ebbe uno sguardo sconvolto. "Jack conosce tutti i trucchi!"

"Ma... ma non intendevi dirmelo?!" Allen stava quasi per scoppiare a piangere: non era possibile!

"Noi due sappiamo perché non puoi venire..." Rispose con uno sguardo serio, un qualcosa che il moro non aveva mai visto in lui.

Dunque Allen si sedette sul letto. "Vaffanculo!" Lù lo guardò senza fare niente. "Sei un fasullo! Hai usato me e Jack e Bill perché la tua visione si avverasse perché tu non sei in grado da solo!"

"No Allen!" Gridò allora il biondo guardandolo. "Tu hai avuto quello che volevi, tu eri un ordinario uguale a tutte le altre matricole e io ho reso la tua vita straordinaria, a essere se stesso, tutto da solo, lasciami in pace!"

"Tu non dici sul serio!"

"Allen!"

"Per favore..." Singhiozzò.

"Va via."

A quel punto Allen si alzò in piedi e tenendo le mani davanti alle labbra, se ne andò come richiesto.

Lucien scoppiò a piangere.>>

"Hai fame amore? Qui in borsa ci sono delle scatolette di tonno e mais. Mamma mi ha riempito lo zaino." Sorrise.

"Oh, beh un po' sì, in effetti..." Rispose per poi sentire la sua pancia che faceva del rumore piuttosto evidente.

Tom quindi tirò fuori il cibo e in un attimo il suo compagno Dan aprì le scatolette e si versò tutto dentro la sua gavetta che tirò fuori dal suo zaino.

"Buon appetito!"

"A te!"

Feltcliffe ~ Di nuovo insieme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora