Cap. 1

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È da più di un mese che scrivo con Joonhong e non lo sa nessuno.  Ogni tanto facciamo anche qualche video-chiamata su Skype nella quale, ovviamente, parliamo in un inglese un po' fatto. Praticamente lui è diventato il mio migliore amico, quando mi serve qualcuno con cui confidarmi lui è il primo a cui penso.

<<AHIA!>> sentii un forte dolore all'altezza del naso seguito da una risata generale delle persone presenti. Ero stata colpita da una maledetta palla.
<<Signorina Emily! Si svegli e si levi dal campo, grazie!>> mi rimproverò la carissima prof. di ginnastica. <<Vada subito in infermeria e si dia una sistemata!>> a quelle parole mi accorsi del fatto che stavo sanguinando dal naso. Uscii subito dal campo tenendo premuto per cercare di fermare la piccola emorragia mentre la mia classe era ancora avvolta da una ilarità che non capivo nonostante i miei sforzi. Cosa avevano da ridere?! Ma del resto la mia classe era così: tutti erano nemici di tutti. Nessuno è amico di nessuno, solo finte facce e infinite maschere. Tutti sono predatori e, allo stesso tempo, anche prede. Probabilmente ero stata colpita di proposito, anzi, di sicuro.
Entrai nell'edificio comunemente chiamato scuola e attraversai il corridoio che conduceva in infermeria.
<<Ma tu guarda chi si vede! Un altro alunno della 3^D. In quella classe è in corso una vera e propria guerra civile. Come va, Emily?>> parlò l'infermiera.
<<Chiamami Emy. Lo sai che odio il mio nome completo. Comunque come puoi vedere va a meraviglia!>> risposi ironica.
Ormai avevo fatto amicizia con lei dato che mi spedivano (o mi autospedivo) in infermeria almeno quattro volte alla settimana per vari motivi.
<<Vedo, vedo. Sei splendida con tutto quel sangue in faccia. Sembri la protagonista di un film horror.>> disse ridendo.

Dieci minuti dopo uscii e mi diressi in classe, dato che nel frattempo era suonata la campanella che segnava la fine della quarta ora... o l'inizio della quinta... O entrambe, dipende dai punti di vista.
Quando entrai calò un silenzio tombale. La professoressa di quell'ora non era ancora arrivata. Mi sedetti al mio posto.
<<Maledizione! Sei ancora viva!>>.
<<Maledizione! Non ti hanno tagliato la lingua!>> risposi acida. Si sentirono delle risate soffocate. Ripiombò un silenzio soffocante.
Tutti erano seduti ai loro posti con il viso rivolto alla lavagna, ma guardavano da tutt'altra parte con la coda dei loro occhi.
In classe eravamo in ventitré. Dodici ragazze e undici ragazzi. La perfidia sembrava alloggiare in noi stessi quando stavamo insieme. Più professori (compresa la preside) avevano tentato di eliminare questo clima malsano ma con scarsi risultati, soprattutto perché ormai era troppo tardi per fermare quella rivalità che si stava affermando. Non ci volle molto prima che delle abitudini di cattivo gusto si instaurassero, ma di questo ne parlerò più avanti.

13:27
Seriamente, non puoi venire in Italia e rapirmi?

Per quanto io lo desideri non posso farlo, lo sai

Uffa però

Cosa è successo oggi?

Il solito, oltre che ad una pallonata in faccia.

Chissà perché tutto ciò non mi stupisce... Dopo la storia della "tradizione del brutto voto" nulla mi può impressionare

Non me ne parlare, ti prego. Tu invece?

Noia. Noia. Noia. Noia. Noia.

??

MinJi.

Che ha fatto questa volta?

Le sue solite storie. Per lei esistono solo shopping e trucco. Non so neanche perché sia la mia fidanzata! Ultimamente non la sopporto più

Ehylà! La tua adorata Minji! Rifletti più volte sul lasciarla, ricorda la fatica che hai fatto per conquistarla.

Lo so, ma non pensavo fosse così... Così... Finta. Si comporta in modo diverso in base alla persona che ha davanti. Senza contare il fatto che è sempre in ritardo perché deve impastarsi la faccia con 3 Kili di trucco.

(Poi ci sono io che ho paura del mascara. Dettagli.) EHM, EHM... DICEVAMO?

Va bene... Swag.

A casissimo!

Esatto. Ti saluto, devo andare~

Ci si rivede~~
Letto 13:46

Bloccai il cellulare sospirando mentre pensavo alla tanto lunga quanto noiosa sessione di studio che mi aspettava. Avrei avuto la verifica di storia dopo due giorni, dovevo prepararmi e studiare come non mai per assicurarmi uno dei voti più alti della classe. Il motivo? Ma ovviamente perché non volevo essere la prossima vittima di quel malsano rituale che ormai era diventato tradizione. Inoltre dovevo alche battere "Stacy", come la chiamavamo io e Joonhong. Già, Stacy era la mia rivale, colei che mi aveva tirato una pallonata in faccia quella stessa mattina (doveva per forza essere stata lei) e che era dispiaciuta del fatto che io non fossi ancora morta. Non le avrei dato l'occasione per sfottermi davanti a tutta la classe, dovevo assicurarmi di prendere un voto migliore del suo.
Lo so, questi ragionamenti sono veramente sbagliati, ma sono anche l'unico modo che ho per sopravvivere in quello scontro che ogni giorno coinvolge quella classe. Tutti contro tutti, ricordate? Zero regole, zero rispetto. Un vincitore, ventidue perdenti.

A Korean guy who hate school  ||Zelo - B.A.P.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora