Jayden-Il Mio Mondo Crolla

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È la prima volta che visito Parigi lascando da parte il lavoro e devo dire che è mille volte meglio. Mi sorride, con gli occhi lucidi e non riesco a smettere di guardarla ammaliato, le accarezzo il viso, spostando i capelli dalla sua fronte.

"Tra un po' il tuo compleanno amore." Dico dopo averle dato un piccolo bacio sulle labbra.

"Non me lo ricordare!" Risponde nascondendo il viso nell'incavo del mio collo e facendomi ridere.

"Si te lo ricordo eccome! Cosa ti va di fare?" Le chiedo abbracciandola e dandole un bacio sulla spalla.

"Assolutamente niente. Non voglio festeggiare."

"Si invece, il tuo compleanno è decisamente una cosa da festeggiare!" Rispondo baciandola dolcemente, facendole alzare il viso.

"No. Assolutamente no. Non voglio fare niente di niente."

"Smettila. Faremo qualcosa!"

"Uff..."

Restiamo a letto abbracciati, parlando per un po', prima di addormentarci. Mi sveglio da solo nel letto, senza di lei. È andata a correre, cosa che scopro quando leggo il biglietto che mi ha lasciato sul comodino. Non va più tutte le mattine per via del lavoro e perché quando è a casa è esausta. Ne approfitto per controllare il lavoro, anche se Mark mi ha sistemato tutti gli impegni lavorativi. Sto pensando di abbandonare la parte relativa alla giurisprudenza e concentrarmi sulla parte economica e aziendale. Non mi entusiasma più dopo il caso di Anna, ma aver preso in mano la parte di Mark mi è piaciuto molto e mi fa seriamente pensare di cambiare. Mi faccio una doccia e mi vesto. Giulia torna dopo circa mezz'ora, togliendosi gli auricolari una volta in camera. Mi vede e subito sorride, prima di venire verso di me e baciarmi.

"Non ti abbraccio, sono tutta sudata." Mi dice sorridendo e dandomi un altro bacio.

"Non mi interessa piccola." Rispondo avvolgendola e baciandole il collo.

"Vado a farmi la doccia. Ti va di fare un giro dopo?" Chiede togliendosi la maglietta e i pantaloni.

"Si, certo. Vai a prepararti."

Apre la porta del bagno dopo mezz'ora, lasciando uscire il vapore della doccia e mi sorride mentre si avvicina a me. Ha un vestitino nero, che le arriva a metà coscia e delle converse nere.

"Ecco ora puoi abbracciarmi come si deve!" Dice ridendo, cingendo le braccia alla mia vita. Respiro il suo odore fruttato e le avvolgo le braccia alla schiena, stringendola a me.

"Come ti senti oggi?"

"Bene, ho ancora qualche crampo, ma sto bene." Risponde passando una mano nei miei capelli. Facciamo un giro per la città, osserviamo i locali e i negozi, camminando abbracciati, ma noto che Giulia si incupisce quando vede una ragazza con in braccio una neonata, che culla seduta su una panchina. Lo capisco, e mi fa male vederla così, se potessi fare qualcosa per portarle via questa sofferenza lo farei senza neanche pensarci. Vorrei poterla rasserenare, anche quando vede queste cose. Anche se so che non risolverà molto mi fermo davanti ad una gioielleria e adocchio un anello con dei brillantini lungo tutta la fascia d'oro bianco e un diamante più grande corona il centro dell'anello. Faccio fermare Giulia e la prendo per mano, entrando nel negozio, ignorando le sue parole.

"Jade non serve!" Dice quando dico al commesso di prendere l'anello, dicendogli la misura. La conosco ormai, almeno così non rischio di sbagliare taglia.

"Non ti deve servire, ti deve piacere. E deve piacere a me addosso a te." Dico freddamente, mentre pago il conto e prendo la scatolina della gioielleria. Ringrazio il commesso e usciamo dal negozio. Mi fermo davanti alla porta, apro il cofanetto e le prendo la mano, infilandole l'anello all'anulare della mano destra, notando il sospiro di sollievo di Giulia.

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