undici

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undici.    gelosia

    gelosia

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      SBADIGLIO E MI PORTO le braccia dietro la nuca. Guardo fisso il professore di matematica, per fargli capire che ho già finito l'esercizio che ci ha assegnato, e lui alza gli occhi al cielo: non mi sopporta più. Scommetto che vuole mandarmi alla lavagna a fare tutti gli esercizi del libro per ridere di me.

Percorro, con lo sguardo, l'intera aula cercando qualcosa che non mi faccia annoiare. Dopo di che mi inclino con la sedia e appoggio la testa nel banco dietro di me, quello di Axel.

Lui guarda senza alcuna espressione i miei capelli che coprono il suo quaderno. Fa un sospiro esausto e poi mi guarda.

- Cosa vuoi? - sussurra e io sorrido, emozionata.

Mi raddrizzo e mi giro per averlo di fronte.

- La prossima partita è la finale - commento appoggiando i gomiti sul suo banco.

Inarca le sopracciglia.

- Sai che senza allenatore non possiamo giocare? - chiedo e io annuisco con una smorfia.

- Propongo di dare tutta la colpa a Nelly - rispondo.

Axel ridacchia e nega con la testa.

- Lei ci ha fatto un favore. Inoltre non puoi attribuirle la colpa di tutto quello che succede.

- Oh, certo che posso. Lei è la figlia del preside, per cui è come una dea. Dando la colpa a lei io me ne lavo le mani e a lei non fanno nulla. In più non le importa, è la mia migliore amica.

Strappo una pagina dal quaderno di Axel e prendo una delle sue penne ma lui non si lamenta, anzi, mi guarda e basta mettendomi in agitazione.

Scrivo "E' colpa tua, troia" e disegno una patata arrabbiata con le braccia in aria che urla parole incomprensibili. La accartoccio in una pallina e miro verso Nelly.

- Cosa vuoi scommettere che la prendo in testa? - chiedo.

- Un bacio.

- Cosa?! - esclamo arrossita e il professore mi urla di stare zitta.

- Cappuccio. Ho detto cappuccio. Mi piace il cappuccino - risponde Axel con indifferenza.

Lo guardo male e lancio la pallina di carta che prende Nelly in testa.

Lei non ci pensa due volte a guardare me, arrabbiata, per poi farmi il dito medio. Apre il foglio, lo legge, lo ripiega con forza e poi me lo lancia in un occhio.

- Sì, si vede che non le interessa - dice Axel, sarcasticamente.

Mi sfrego l'occhio mentre lo fulmino con lo sguardo.

- Ma guarda te, volevo comprarti il cappuccino ma adesso ti arrangi.

Non risponde, mi guarda divertito e si appoggio allo schienale della sua sedia.

CRAZY ─ axel blazeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora