SCATTO RUBATO

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Inutile credere nell'impossibile se il cuore ha smesso di battere per chi si credeva fosse l'unico.

Da giorni aveva smesso un pò di vivere, afflitto da un amore evanescente. Impercettibile. Ed i profumi, i suoni, le visioni, le sensazioni erano ormai un ricordo lontano di cui poter fare a meno a malincuore. Dormiva più del solito, aggrovigliato a spesse lenzuola, ed il tepore in quella stanza gli consolava il cuore. Era stranamente perduto per un uomo che desiderava distante, e si malediceva per non averne avuto la forza ed il coraggio; per trattenere ancora a se un uomo per il quale altro non provava che affetto e dispiacere; a cui regalava se stesso ogni notte nonostante il ribrezzo del contatto addosso. In un periodo tanto cupo della sua vita, difficile scorgere il bianco. Ed i momenti immortalati per le vie del paese, riflettevano Claudio, i suoi momenti e la malattia dannata: uomini invecchiati ed assorti, orizzonti solitari in pieno inverno, cani randagi troppo magri con sguardo fiero e cacciatore. Claudio era l'assenza. Era l'inconsapevolezza di essere al mondo, tanto ricercata nelle sue foto. Sdraiato sul grande letto, respirava appena, ed i suoi occhi da sempre vispi e luminosi, lasciavano adesso spazio al colore delle tenebre, e riconoscersi allo specchio era un pò una sfida ogni giorno. Claudio non era più in se, e chissà perchè, quel 10 dicembre, l'istinto di vivere lo spinse giù dal letto e lo condusse al parco vicino casa, portando al collo la sua reflex pesante chili, e pronto a distrarsi un pò ed a lasciarsi catturare dalla fugace bellezza della vita.
Poche anime al parco. Il gelo di quella mattina aveva impedito a molti di uscire e pensò d'esser fortunato, perchè nessuna interferenza lo avrebbe distratto, ed avrebbe così potuto cogliere ogni sfumatura di verde, ogni movimento, ogni sensazione. Fotografava il nulla intorno, avvolto da nebbia fitta e colori morti, ed a lui piaceva, perchè quel mondo tanto triste era il suo, e non si sentì solo. Camminava in attesa della scoperta, lentamente, quando si accorse di una presenza lontana avvicinarsi sempre più: era un uomo. Era finalmente un uomo, il soggetto delle sue opere, e furtivamente si nascose appena, e scelse la postazione migliore per coglierlo, se mai ci fosse stato, l'attimo dell'incosapevolezza, del bianco e nero. Si avvicinava correndo la sagoma misteriosa, e per la paura di perderlo il momento, modificò velocemente le impostazioni della macchina, e si scorse un pò di più, quando d'improvviso sbucò lui e scattò. Scattò. Una strana connessione tra loro, ed il tempo sembrò come sospeso, rallentato. Riuscirono a guardarsi. 

- Cazzo fai? Mi hai fatto piglià un colpo!

- Perdonami, davvero! Non era mia intenzione terrorizzarti!

- C'ho il cuore a mille cazzo, morirò.

- Si vabbè, esagerato!

- Come scusa? Hai forse rimosso che stavo correndo, che ero assorto nei miei pensieri, e che mai avrei pensato che un coglione sbucasse dal nulla per... che facevi approposito? - si accorse della reflex al collo - mi hai scattato delle foto? Ma sei serio?

- Coglione anche no, modera il linguaggio. Comunque sono un fotografo.

- Sì ok, adesso cancella la foto.

- No.

- Cosa?

- No.

- Ascolta, caro il mio fotografo, stai violando la mia provacy sotto ogni punto di vista, te ne rendi conto? Cancella quella cazzo di foto.

- Mi chiamo Claudio.

Era davvero insolito l'atteggiamento di Claudio, e persino il suo cuore batteva insistentemente, bussava al torace, forse per destarlo dal momento, forse per l'emozione. Un'emozione improvvisa a cui non poter dare nome. Ed una cosa era certa ai suoi occhi. Lo sportivo antipatico e niente peli sulla lingua, era davvero bello. Bello da mozzare il fiato. Bello al punto da dimenticarsi.

- Tu non stai bene!

- Non cancello mai, e credimi mai, i miei scatti. Mancherei di rispetto al mio istinto, al mio saper andare oltre le apparenze, perchè il mondo è esattamente così non credi? Non ho ancora visto la tua foto e sono curioso di sapere quale espressione ha memorizzato la mia macchina e... e pensavo che...

- Ok. Ok Mr Intellectual. Tieniti quella cazzo di foto, chi se ne fotte...

- Ah. Perfetto. Grazie.

- E comunque la prossima volta, non nasconderti. Se te passava un vecchio ar posto mio, a foto ar cimitero glie potevi portà.

E corse via, con le labbra cennare un sorriso e lo sguardo invadere Claudio.

***

Tornò frettolosamente a casa, si liberò dagli indumenti troppo pesanti, accese il computer, scaricò le ultime foto, ed emozionato come un bambino, lasciò scorrere la carrellata per poi fermarsi eccitato all'ultimo scatto: capelli lisci al vento tanto scuri da ricordare la notte, occhi neri in cui poterti perdere, labbra carnose e schiuse appena, corpo esile e delicato. Finalmente la perfezione. Finalmente l'espressione giusta. Finalmente.

Da dove spunti tu? Sono... sono scioccato. Avrò pur fatto la figura del coglione davvero, ma... ma ho vinto io, ed una parte di te, bellissima tra l'altro, è mia.

Restava una foto, nient'altro, ed il ricordo indelebile di un uomo bellissimo fuggire via.


BIANCO E NERODove le storie prendono vita. Scoprilo ora