Un abbraccio, un contatto

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Capitolo 20

Mi sveglio di botto quando sento dei rumori. Stringo il sacco a pelo tra le mano cercando di mantenere la calma. Mi volto senza far rumore e sospiro rendendomi conto che si tratta di Nyco. Continuo a far finta di dormire mentre lui esce dalla tenda. Dovrei preoccuparmi? Può darsi.
Mi sento un po' in colpa nel pensare a ciò che gli è successo, insomma non deve essere per niente facile. Più andiamo avanti, più mi rendo conto che riesco sempre a preoccuparmi per gli altri e mai per me stessa. Forse questa è una conseguenza del mio dono, ma a volte ho il dubbio che sia proprio io. Sbuffo rigirandomi più volte nel sacco a pelo e cerco di convincermi che Nyco è andato in bagno, ma so che non è così. Non rientra ancora. Basta, devo andare da lui. Mi metto la mia felpa per il gelo ed esco, sentendomi meglio nel vedere che non c'è più così tanta nebbia. Lui non c'è, ma ecco che sento  una dolce melodia. Ascolto bene e credo proprio provenga da una chitarra. Un nemico non suonerebbe mai una chitarra, quindi mi tranquillizzo.

Avanzo nella boscaglia , cancellando dalla mia mente ogni genere di film orror che ho visto sulla Terra e mi ritrovo davanti a un piccolo ma bellissimo lago, che riflette la fievole luce della luna piena. Sospiro e vedo il vapore uscire dalla mia bocca. Una volta dissolto, non che in riva c'é Nyco che suona la chitarra. Un momento... suona? Non si è ancora accorto di me , così avanzo lentamente. "Non sapevo che sapessi suonare la chitarra" Si gira di scatto, quasi convinto che lo stessero per attaccare, ma poi si rilassa.  "Ah sei tu, non dovresti dormire?" "Non ci riesco. Come stai?" "Tanto non interessa a nessuno, quindi..." pizzica la sua chitarra sprigionando una nota stonata. "A me sì, sennò non sarei venuta qui non credi?" Chiedo incrociando le braccia per il freddo.  Mi guarda un po' imbarazzato "Hai ragione scusa... comunque non sono tornato in tenda perché preferisco guardare le stelle. È abbastanza rilassante, ti toglie tutte le tensioni che hai in corpo e se lo accompagni con una melodia allla chitarra diventa un bellissimo sogno." Mi siedo accanto a lui e decido di credergli sulla parola. Lo ascolto osservando le stelle e mi rilasso. "in effetti , hai ragione. È davvero rilassante." Lo osservo suonare e non posso  fare a meno di pensare a quello che è successo con Rych. So che probabilmente me ne pentiró,  ma decido di farmi avanti  "Scusa se te lo ricordo ,ma perché hai reagito in quel modo con Rych?" Stona con la chitarra e sbuffa. Forse non dovevo farlo.  "Non voglio parlarne."  Si limita a dire. "Nyco voglio solo aiutarti. Parliamone..." "Ma hai sentito quello che ha detto?!"  Sbotta improvvisamente. " Quella non è la mia natura, non ci posso fare niente se sono io il discendente di §. Io non vorrei esserlo eppure è così, e per questo le persone riscontrano solo odio nei miei confronti... perché tu no?" Sembrava essere una domanda che sorge spontaneamente. Già ,perché io no? Perché accidenti non rimango al mio posto? "Non lo so, sento che posso fidarmi di te."  Rispondo in piena sincerità. Lui sembra esserne felice e ricomincia a suonare.  " E Claus che voleva dire?" Chiedo ancora io.  "Non ne ho la minima idea.Cerco di ricordare ma non riesco, ho il vuoto totale e poi tu hai visto che i miei ricordi sono più confusi di me, quindi.." sospiriamo entrambi "E se chiediamo al libro?" Propongo io e lui si mostra d'accordo. Apriamo il libro e domandiamo indieme : "Come facciamo a trovare i popoli dell' Unione e quali sono gli oggetti che dobbiamo cercare?" Il libro risponde semplicemente con un nome:
Bett
"Forse dovremmo parlare con la preside."  Deduco io. "Certo così appena ci vede vi chiuderà nelle stanze e mi incatenerà in isolamento. Non ci tengo!" Non ha per niente torto. Rifletto un attimo e arrivo ad una decisione. "Andrò solo io allora."   "Ma..."   "niente ma. Bett si fida di me, vedrai che riuscirò ad ottenere le infermazioni che cerco. Ma lo farò domani , ora rilassiamoci  un po' ." Non sembra molto convinto, ma alla fine si arrende. " ok.." e riprende a suonare la chitarra. E' bello ascoltare quel dolce suono, ti fa davvero dimenticare tutte le preoccupazioni. " Da quando suoni la chitarra?" Chiedo curiosa. Ho sempre amato la musica. " Da quando avevo sei anni. Sai, di fronte all'orfano tronfio passava sempre un chitarrista di strada ed è grazie a lui che ho imparato . Tu sai suonare qualche strumento?" "Sì, il piano forte, lo suonava mia madre . Farlo era il suo mestiere farlo e ricordo che ogni sera prima di andare a letto mi suonava delle dolci canzoni  per darmi la buona notte." questi ricordi mi appesantiscono di colpo .  Sento il petto tremare, il freddo si fa più pungente. Mia madre c'è sempre star per me nonostante le mie origini, continuava a dirmi che io fossi speciale , che le dicerie della gente erano infondate. Mio padre diceva che non dovevo mai mollare, che la speranza è l'ultima a morire. Infatti sono morti prima loro. Per colpa mia. Per colpa solo ed esclusivamente mia e  questo non posso mandarlo giù. Inizio a vedere appannato, la gola brucia, non riesco a trattenere le lacrime. Nascondo il mio viso per la vergogna, eppure non riesco a trattenermi.  Nyco comunque se ne accorge.  "Scusa Marta, non volevo.." "No figurati. Non sapevi che..." un singhiozzo mi blocca. Ma cosa mi prende?  "Oh, Marta, vieni qui."  Mi abbraccia e percepisco una compassione sincera, talmente dolce che il pianto aumenta, come se avesse trovato una casa che lo ospita.  "Mi mancano così tanto. È colpa mia se non ci sono più."   Ammetto quasi involontariamente. Lui mi prende per le spalle e mi costringe a guardarlo negli occhi.  "Non dirlo neanche per scherzo. È colpa di Set, non tua. Non addossarti colpe che non hai. Adesso rilassati, sfogati se vuoi.Ci sono io qui, sta tranquilla."
Sento il suo calore nella mia pelle, un calore che mi fa stare bene, che mi da sicurezza ... come quello che mi davano mia madre e mio padre. Perché mi ricorda tanto loro? Perché ogni volta che lo abbraccio i ricordi devono uccidere?  Rivedo le fiamme che bruciavano la mia casa, le sirene dei pompieri, la polizia... basta. Chiudo gli occhi come se potessi cacciare via i ricordi  ed ho una visione:

Incontro lo sguardo dei miei genitori e mi rendo conto di trovarmi nella mia vecchia casa . Non riesco a parlare , come se una forza esterna me lo impedisse. Allora li stringo forte e già temo il momento in cui dovrò lasciarli. Mia madre mi asciuga le lacrime con i pollici, sento la sua leggera mano nel mio volto, delicata, soffice. Osservo i suoi morbidi capelli biondi ed il suo sorriso tanto buono, la caratteristica che più amava mio padre insieme ai suoi occhi azzurri in contrasto con i miei rossi.  Mi accarezza e comincia a parlare: " tesoro mio, devi essere forte. Noi saremo sempre con te, ma dovrai contare solo sulle tue forze. Segui il tuo cuore anche se ti porta in una direzione per gli altri insignificante. Non sarai mai sola ,ci siamo noi e poi fidati di Nyco , vedrai che anche se ti fa sorgere alcune volte timore in realtà non ti lascerebbe mai sola."   "Ha ragione tua madre."  Dice mio padre baciandomi la fronte. " Ciao tesoro mio , e ricordati che io e tuo padre ti amiamo anche se hai dei poteri, anche se sei figlia di un Daimio, anche se non sei la nostra vera figlia. Combatti per cio' che ami, Marta. Riscatta la tua infanzia." Svaniscono tra le mie braccia, di nuovo. Non riesco a parlare, non riesco a dirgli addio, non posso più sentire il loro calore. Una tempesta irrompe nel cielo notturno, i fulmini distruggono la mia casa, di nuovo ed io non posso fare niente...

"Mamma papà non andate via! Vi prego non di nuovo! No!"   Mi dimeno in lacrime. Voglio raggiungerli, stare con loro.  "Marta sono Nyco!"  Mi rendo conto di essere rornata dalla mia visionr, ma non mi calmo. L'imbarazzo per aver colpito più volte Nyco scivola via.  "Sono qui non aver paura." Mi sussurra bloccandomi per i polsi.
" Perché se ne sono andati?" Dico con la voce spezzata dai singhiozzi. Lo guardo dritto negli occhi e la cosa che mi fa stare bene è che non sembra agitato, né preso alla sprovvista. "Non lo so, ma sono sicuro che ... che loro vogliono che tu segua solo ed esclusivamente il tuo cuore e che combatta per ciò che ami" sono le stesse parole di mia madre. Rimango sconvolta. È una coincidenza? No. So che non lo è . "Marta?"  Mi sveglio dal mio stato di trans e solo adesso dopo il  suo abbraccio, smetto di piangere.  "Ti senti meglio adesso?"  Mi chiede sorridendomi. Hai qualcosa di speciale , Nyco, ed io scoprirò cosa.    Sa che voglio dirgli qualcosa ,che voglio parlare... e lo faccio, quasi senza volerlo, guardarndo i riflessi della superficie del lago. "Quel giorno stavo male, molto male. Arrivai a casa e tutto cambiò. La tempesta distrusse la mia casa, trovai i miei genitori morti. Nessuno  ha mai creduto in me tanto quanto loro. Nessuno. E sono morti." Osservo il mio riflesso in acqua e non so perché gli sto confidando tutto. Ma quello che mi hanno detto i miei genitori, la cosa del fidarmi di lui non mi da più dubbi. Nyco è speciale, lo so. "Mi dispiace tanto, Marta. Deve essere orribile."   Annuisco semplicemente.  "Lo è. Senti come un demone che ti logora dentro e ti urla che è colpa tua."   "Io non ho perso alcun caro, Marta, quindi non posso capirti ma... beh, credo che il demone si può sconfiggere, magari con qualcuno accanto."   Ci rivolgiamo reciprocamente un sorriso mentre mi asciugo le lacrime, ed ecco che   l'imbarazzo mi piomba addosso.  "Oddio io... scusa non volevo... È stato ... o mamma mia."    "Ei, non devi scusarti di nulla.  Hai subito una perdita dolorosissima, puoi piangere quanto vuoi. Io ti ascolterò."lo abbraccio forte. Credo che Nyco sia uno dei più grandi amici che abbia mai avuto... insomma, tra quei pochi che ho avuto.  "Grazie Nyco."  Dico staccandomi dall'abbraccio. "Grazie a te per la fiducia, ora però dormi un po' domani ti aspetta una bella discussione."   "Vedrai che me la caveró"   "Spero manterrai questa sicurezza anche domani."  Ricomincia a suonare e cerco di godermi il firmamento stellato.

Unione di elementi -il destino di un Daimio-Where stories live. Discover now