Capitolo 3

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"Sei pronta?" mi urla Simona dalla sua camera, mentre io sono in bagno, intenta a passarmi l'ultimo strato di mascara sulle ciglia.

Mi guardo, faccio un respiro, profondo e annuisco, per rispondere più a me stessa, che alla domanda della mia amica.

"Andiamo" dice, una volta che l'ho raggiunta in camera, gettandomi il giubbotto addosso.

Fortunatamente, la fermata dei bus che portano allo stadio è praticamente sotto casa sua, perciò non dobbiamo camminare molto.
Ne sono felice, perché sono due giorni che non facciamo altro che muoverci, e per oggi volevo  arrivare alla partita sveglia e piena di energie, non potevo permettermi di arrivarci stanca e assonnata.

***

"Con il numero 8 Claudio... MARCHISIO", urliamo io e Simona, insieme a tutto lo stadio, rispondendo alle parole dello speaker che elenca la formazione che partirà titolare.
Subito dopo ci invita ad alzare le bandierine, poste su ogni singolo posto assegnato in tutto lo stadio, e a cantare tutti insieme l'inno.

Sono estasiata, incantata, innamorata delle luci, la musica e le emozioni che sto vivendo ancor prima dell'inizio della partita.

Io e Simo, da buone bimbe minchia quali siamo in questi casi, non smettiamo di farci foto e immortalare ogni momento, felici più che mai di vivere una serata del genere, insieme.
Pochi minuti prima del fischio d'inizio sentiamo chiamarci da Roby, e girandoci la troviamo alle nostre spalle, nel suo posto nel box, poco più in alto rispetto a noi. E' con i suoi bambini e i genitori di Claudio, che di partite non ne perdono nemmeno una, figuriamoci quelle in cui il loro orgoglio più grande è in campo, insieme ai suoi compagni.

"Bello eh?" ci urla dall'alto, per poi sorridere, capendo dalle nostre espressioni quanto la stiamo amando, per quello che lei e il suo uomo ci stanno regalando.

Ci fa segno con la mano di vederci a fine partita, per poi urlarci "Buona visione, ragazze" e la partita comincia.

I minuti successivi sono un mix di emozioni indescrivibili, dalla rabbia per i gol mancati, all'euforia delle azioni perfette, ai passaggi fatti tra i giocatori che eravamo abituati a vedere da uno schermo di tv, che ora erano a poco più di qualche metro da noi.

Poi, l'emozione più grande.

"Ha segnato con il numero 8 Claudioo....  M A R C H I S I O " esplode lo stadio, dopo un boato che ha fatto tremare tutto.

Io e Simona ci abbracciamo fortissimo, cercando di trattenere le lacrime, e poi abbracciamo gente a caso seduta con noi in tribuna.

Non importava se fossero dei semplici sconosciuti, in quel momento eravamo tutti fratelli legati dallo stesso amore per una sola squadra, e in quel preciso momento per una sola persona, che quasi allo scadere dei minuti finali ci aveva regalato un gol importantissimo in una partita difficile e sofferta.

Claudio corre per tutto il campo quasi, inseguito da tutti i suoi compagni, tra cui un Dybala più che euforico, che è il primo ad abbracciarlo, più forte che mai.

Dopo essersi liberato dagli abbracci di tutti, manda il solito bacio alla sua donna, per poi spostare lo sguardo su di noi, e regalarci un sorriso e un dolce occhiolino.

Io e Simona ci stringiamo la mano, per poi guardarci e sorriderci emozionate.

Sentiamo addosso lo sguardo di tutti quelli a noi vicini, senza avere il coraggio di ricambiare. Penseranno che siamo dei parenti o amici stretti, senza sapere che quella sera Claudio aveva semplicemente regalato il sogno più bello a due tifose fedeli.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora