Capitolo 17

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Un'ondata di improvviso freddo mi invade, svegliandomi dal profondo sonno vissuto in questo magnifico letto.

Mi accorgo che il freddo viene dallo spazio vuoto, proprio di fianco a me.

Inspiro profondamente, avvicinandomi maggiormente al cuscino abbandonato e respirandone il profumo, per poi aprire gli occhi.

E avrei dovuto farlo prima.

Due grandi, meravigliosi occhi verdi mi stanno osservando, curiosi e attenti.

"Buenos dias, mi linda" mi sussurra piano Paulo, seduto ai piedi del letto.

"Buongiorno, stalker" rispondo, nascondendomi subito sotto le coperte, intimidita dai suoi sguardi.


Da quanto tempo sei lì a fissarmi?


Lo sento ridere piano, poi muoversi goffamente sul piumone.

Alzo  la testa giusto per poter vedere cosa stia combinando, e lo trovo a gattonare con un sorrisino sulle labbra verso di me, così torno a nascondermi.

"Non sei un po' grande per giocare a nascondino, niña?" continua, una volta vicino a me e cominciando a spostare le lenzuola.

Lo guardo, scoperta, rendendomi conto che è già bello e vestito.

"E per te non è un po' presto per essere già vestiti?", chiedo curiosa e sperando che sia uscito solo per prendermi una bella colazione, pronto a ributtarsi sotto le coperte calde.

"Sai, mi piacerebbe tanto rimettermi a dormire... o fare altro proprio qui, con te. Ma il lavoro chiama" mi dice poi, avvicinandosi di più.

Quasi dimenticavo, il Campionato quest'anno non si ferma durante le vacanze, e solo due giorni dopo avrebbero giocato tutti un'altra partita importante.

"Che bravo soldatino".

Mi giro completamente verso di lui, per osservarlo per bene, così bello.

"Già - afferma sorridendo e accarezzandomi il volto - Tornerò per pranzo, tu fa' come se fossi a casa tua, e credo che Roby verrà a trovarti".

Mi limito ad annuire, non ancora pronta però a lasciarlo andare.

Sembra leggere i miei pensieri dalla mia espressione, e mi si avvicina piano per baciarmi dolcemente.

Sa di dentifricio alla menta, ed è così fresco e profumato.

Intreccio le mani dietro il suo collo, godendomi questo magnifico e unico buongiorno che non avevo mai vissuto, e quando si stacca mi perdo  nei suoi occhi.


Hai davvero detto che mi ami?


"Sei ancora più bella, la mattina" mi sussurra, dopo avermi osservata per qualche secondo.

"Anche tu" rispondo, prima di sfuggire alle sue pupille e lasciargli ancora piccoli baci vicino e sulla bocca.

"... devo andare" dice, senza però oppormi ancora resistenza, così lo lascio, spingendogli piano il petto e coprendomi di nuovo con il piumone.

"Perché rimani a letto?", mi chiede poi, prendendo il giubbotto e il borsone dalla cabina armadio.

"Perché posso, Dybala. Tu vai ad allenarti, che devi segnare ancora e ancora" gli dico, facendo segno con le mani di muoversi.

"Esigo di trovarti in piedi almeno per quando torno... e con un bel pranzo in tavola!" aggiunge poi, beccandosi un delicato cuscino in faccia, che mi ributta subito ridendo e mimando un por favor.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora