Capitolo 24

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Il mio sguardo rimane fisso su di lei, mentre fa la sua entrata nel ristorante, con una classe e una naturalezza che io posso soltanto sognarmi.

Sorride, sorride tranquilla con la sua amica, che le indica dov'è il festeggiato in quel momento.

Seguo ogni suo sguardo e movimento, mentre avvicino il bicchiere quasi pieno di spumante alla mia bocca, facendolo scendere veloce  giù per la gola e bevendolo tutto d'un sorso.

"Cazzo, Michela... " sento sussurrare Roby, che poi si gira verso di me e poggia entrambe le mani sulle mie spalle.

"Che ci fa lei qui?" le chiedo, ma quasi le parole non mi escono dalla bocca.

"Non lo so. Ti assicuro che non era invitata. E non sapevo fosse in città. Sarà venuta con Michela" dice velocemente.

"Guardami", mi dice poi, invitandomi a girare lo sguardo di fronte a me.

"Sta' tranquilla. Non succede niente", mi sussurra, per poi darmi un bacio sulla guancia e lasciarmi, perché la buona educazione invita ad accogliere gli ospiti.

Così torno alla mia visione attenta.

Sta salutando le ragazze, saluta Roby con un abbraccio stretto e sincero e un piccolo fastidio mi colpisce allo stomaco, ma non posso essere gelosa.
In fondo, lei conosce tutte loro da prima di me, sono amiche, e di certo la rottura con Paulo non rompe anche la loro amicizia.

Poi la seguo con gli occhi, mentre lei, con lo sguardo, cerca qualcuno in sala e lo trova, dopo pochi attimi passati a cercare l'obiettivo: Paulo.

Sposto lo sguardo su di lui e lo trovo a scherzare animatamente con Gonzalo e Juan, anche loro, con un bicchiere tra le mani.
Viene raggiunto pochi attimi più tardi da Daniele, che saluta tutti, ed è in quel momento  che anche lui la vede.
Smette di ridere, stringe un po' gli occhi per scrutare meglio, ma non ha dubbi, è proprio lei.
Si guardano per qualche secondo, poi lei viene chiamata da Claudio e i due si salutano con calore.

"Tutto bene?" sento dirmi da Simona, che sbuca da dietro, mentre mi accingo ad afferrare un altro bicchiere da un vassoio di un cameriere di passaggio.

Le rispondo guardandola, e mandando giù anche il secondo giro.
Mi brucia la gola, ma non tanto quanto il mio stomaco, per la scena che continuo a guardare.

"Ehi, smettila", mi dice poi Simona, togliendomi il bicchiere dalle mani, anche se è già vuoto.

"Calmati. Non hai niente da temere", continua, ma non riesco a distogliere lo sguardo da lui.

"Non ha smesso un attimo di guardarla. Guarda tu stessa", la invito a girarsi, e in pochi secondi ci troviamo entrambe che abbiamo gli occhi fissi su di lui che ha lo sguardo serio e fisso su di lei che nel frattempo guarda di nuovo lui che al mercato mio padre comprò.

Si degna, dopo minuti passati a guardarla, di cercare me con lo sguardo, ma non riesco a stargli dietro.
Mi sento male, così vado in bagno, accompagnata da Simona, e accelerando nel momento in cui sarei passata quasi davanti  a lui e ai ragazzi.


"Scappare non risolve niente, Bea. E' un comportamento stupido", mi dice subito la mia amica, una volta chiusa la porta del bagno alle nostre spalle.

Poggio le mani sul bordo del lavandino, di fronte ai due bagni, per uomini e donne, che mi ritrovo alle spalle.
Mi guardo allo specchio, sono pallida, gli occhi stanno per scoppiare, e quel poco colorito che mi aveva fatto compagnia per tutta la sera per le attenzioni ricevute, mi aveva abbandonata.

Vedo Simona avvicinarsi piano, e mettermi una mano sulla spalla ma mi svincolo.
Come sempre in queste occasioni, allontano tutti e non voglio essere toccata.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora