2. The one where Harry gets inspired.

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Il bagliore accecante del Sole illuminava la stanza e il rumore delle onde del mare era la prima cosa che sentì Harry non appena quel mattino si svegliò, con un leggero mal di testa e con addosso ancora i vestiti della sera prima. Si voltò a pancia in giù nascondendo il viso tra le pieghe del cuscino per ripararsi dalla luce solare. Harry mugugnò, stiracchiandosi prima di sbuffare per il leggero mal di testa con cui si era svegliato, dovuto molto sicuramente alla piccola sbronza della notte precedente. Quando il riccio ricordò quel particolare, aprì gli occhi e guardò l'altra parte del letto, trovandola però vuota e soprattutto fredda. Si mise dunque a sedere e si guardò intorno, cercando di scovare qualche dettaglio che gli avrebbe fatto capire che la persona che ieri era con lui e con cui aveva parlato fino a tardi esisteva davvero e non era tutto un sogno o frutto della sua immaginazione. Ma del barman dagli occhi blu non c'era alcuna traccia, quindi Harry sospirò e tornò nuovamente a poggiare la schiena sul materasso. Il Sole che entrava in camera e batteva direttamente sul letto faceva provare al riccio un caldo quasi opprimente, ecco perché non perse ulteriore tempo e si slacciò i jeans, calandoseli lungo le gambe per poi a calciarli per farli finire sul pavimento. Subito dopo le sue dita andarono a slacciare i bottoni della camicia, lasciandola aperta sul petto e senza sfilarla del tutto. Dopo aver fatto ciò sospirò di sollievo, sentendosi decisamente meglio e finì con l'addormentarsi di nuovo e svegliarsi quella volta a causa di una voce che lo chiamava dall'altro lato della porta, accompagnata dal suono del suo cellulare che lo avvisava di una chiamata in arrivo.

«Harry, sei vivo??» era la voce di Niall, che non solo aveva disturbato il sonno del riccio ma rischiava persino di disturbare chiunque avesse una camera in quel piano. Quindi Harry si alzò e andò ad aprirgli la porta, stropicciandosi un occhio nel mentre. Quando Niall apparve dinanzi ai suoi occhi, venne immediatamente, e anche letteralmente, investito da un uragano. «Ma porca troia Harry, mi sono spaventato da morire!» urlò Niall dandogli una leggera spinta sul petto ed entrando in camera, lasciando che fosse il riccio a richiudere la porta. «Ti ho chiamato mille volte, eri in coma?!» Niall lo squadrò dalla testa ai piedi e corrugò la fronte. «Che diavolo hai combinato ieri sera?» domandò guardandosi intorno e sollevando un sopracciglio quando vide gli stivali e i pantaloni dell'amico sul pavimento della camera, come se fossero stati gettati in fretta e con noncuranza. «Wow, quindi ieri sera ti sei divertito sul serio» Niall gli sorrise maliziosamente.

«Sta' zitto» gli ordinò Harry, sbuffando e tornando a sedersi sul letto, sfilandosi a quel punto anche la camicia.

«Brutto il post sbornia, eh? Spero ti ricorderai qualcosa della notte di passione appena passata» Niall ridacchiò, indicando il pavimento.

Harry si coprì il volto con entrambe le mani e sbuffò. «Non è successo nulla di ciò che pensi» mormorò contro le sue mani.

«E quindi cosa è successo? Sei tornato da solo?» Niall si sedette sul bordo del letto e lo guardò, schiaffeggiandogli un braccio per fargli allontanare le mani dal volto.

«Sono un po' confuso in questo momento. Non so se è davvero successo, in realtà» ammise il riccio, corrucciando le labbra. «Il barman di quel bar mi ha riaccompagnato qui in hotel. Fortunatamente, aggiungerei, perché non ricordavo la strada. Siamo saliti in camera ma non abbiamo fatto nulla se non parlare. Ricordo delle cose che mi ha detto ma non so, nella mia testa è tutto troppo confuso adesso» Harry piagnucolò e si ravvivò i capelli.

«È normale essere confusi dopo una sbornia, Hazza!» gli fece notare Niall, ovvio. «Aspetta qualche ora e vedrai che ricorderai tutto. Ma almeno sappiamo già che è successo davvero» l'amico sorrise divertito.

«E come lo sappiamo?!»

«Da questa» Niall allungò la mano e toccò la bandana che Harry aveva intorno al collo. «Non è tua e l'ho vista tra i capelli di un certo barman ieri sera, o sbaglio?» domandò, ammiccando.

Somewhere in Southern Italy.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora