Capitolo 35

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Continuo a guardarmi allo specchio della mia camera mentre stringo la cintura in vita per tener fermo un vestitino che improvvisamente mi sta più largo.

Devo aver sbagliato qualcosa nell'ultima lavatrice.

Il colore del mio outfit, fatto di un vestitino forse un po' troppo corto e leggero, accompagnato da stivali in camoscio che mi coprono fino a sopra le ginocchia, rispecchia il mio umore: nero.

Alessia, improvvisandosi parrucchiera e truccatrice di successo, si era impegnata nel piastrarmi i capelli, che ora mi ricadevano lisci come seta all'altezza del seno.
Dopo anni, oltre al mascara, il contorno dei miei occhi era ricoperto da una matita nera, che maggiormente metteva in risalto il marrone scuro attorno alle pupille nerissime.
Il pallore del mio viso, le mie solite occhiaie, sembravano sparite di colpo, sostituite da un fondotinta di quelli buoni, capaci di rendere bella anche chi non toccava trucchi ormai da settimane.
Le mie labbra erano ricoperte da un rossetto rosso scuro, un colore che non mi era mai piaciuto addosso, ma che adesso.. adesso mi stava così bene.

Questo mi fa pensare a Paulo e al fatto che lui amava il rossetto sulle labbra delle ragazze, quando messo in modo adeguato e non troppo volgare, ma odiava da morire baciare labbra ricoperte proprio da questo.

Ricordo quando, la sera del ritorno al gol a dicembre, che poi mi ha dedicato, gli sono letteralmente saltata addosso quando è venuto fuori dallo stadio con Claudio, baciandolo più volte a stampo e lasciandogli un po' di colore sulle sue labbra.
Si tirava leggermente indietro, come per allontanarsi, ma non resisteva al non baciarmi.

A distrarmi dai miei pensieri oscuri è Alessia che, messa di fianco a me allo specchio, mi porge un calice di vino rosso, di quelli scrausi, da studenti universitari e poveri, che però avrebbe fatto comunque il suo bel lavoro.
Lo prendo tra le mani, facendo tintinnare il mio bicchiere con il suo e bevendo poi un sorso non indifferente.
Con il mio telefono tra le mani, fa una foto davanti allo specchio e per la prima volta ci piace subito e la mette tra le storie.
Non era difficile per lei uscire male.
Ale è bellissima e lo è sempre, ancor di più quando si sistema con un po' di trucco e mostra le sue gambe.

Quella sera, grazie a lei, mi sentivo bella anch'io.

"Facciamogli vedere chi comanda qui" mi dice, senza aggiungere altro, ma avevo già capito.

Il numero dieci era tornato tra le braccia della sua ex, ma rimaneva sempre tra i primi a visualizzare le mie storie, almeno per quelle poche che avevo fatto in quelle settimane.

"Impazzirà, ne sono sicura" continua poi lei, mentre io decido di non commentare nessuna delle due affermazioni.

"Sei bellissima. In centro c'è la vita dello studente fuorisede. E tu devi godertela!" comincia a dire poi, poggiando entrambe le mani sulle mie spalle, dopo aver poggiato i nostri bicchieri sulla mia scrivania.

"Pronta?" mi chiede, e io mi limito semplicemente a fissarla, e quando sto per scuotere la testa lei mi riporge il bicchiere e mi invita ad annuire.

"Si... sì" rispondo, buttando giù il resto del contenuto velocemente e afferrando borsa e cappotto dal letto.

***

"Dai, smettetela di prendermi in giro!" dico ridendo alle mie coinquiline, mentre loro imitano le mie movenze e le mie frasi in preda all'ansia prima di essere chiamata per un esame. Sembro una pazza, non smetto di tremare con le gambe e scrocchiare le dita della mani, per poi stropicciarmi il viso e la bocca e dire tra me e me "Tanto mi boccia, non può essere altrimenti".

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora