9. The one with the sun and the moon.

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Durante il primo giorno lontano da Louis, il sentimento che prevaleva in Harry era la rabbia. Il secondo giorno, invece, era la delusione. Il terzo, la mancanza. Per Louis non fu poi tanto diverso. Infatti, nei primi due giorni provò rabbia verso sé stesso, nel terzo giorno, invece, sentiva un forte dolore al petto che non poteva placare in alcun modo. Ciò era dovuto alla mancanza di Harry, che giorno dopo giorno si faceva sempre più opprimente. Ma se proprio vogliamo dire le cose come stavano, a Louis, Harry era mancato sin da quando era uscito dalla sua stanza d'albergo, sin da quando Harry gli aveva chiuso la porta in faccia, senza alcun tentennamento e impedendogli di scusarsi altre mille volte, fino a quando non avrebbe ricevuto il suo perdono. Per Louis, era come se Harry lo avesse spinto via dalla sua vita e non soltanto dalla sua stanza. Faceva male, eppure in quei giorni non provò a parlargli, non andò a cercarlo. Gli lasciò i suoi spazi, perché sapeva che se solo si fosse avvicinato, avrebbe peggiorato le cose. Louis lasciò che i giorni passassero, aspettando il momento in cui avrebbe trovato il coraggio per andare da lui e chiarire, sperando che, quella volta, gli avrebbe dato la possibilità di parlare.

Harry gli mancava. Gli mancava talmente tanto che una sera, dopo il suo turno di lavoro, andò al porto e salì su una barca a remi, recandosi alla Grotta Azzurra. Una volta arrivato lì, chiuse gli occhi e immaginò di avere Harry al suo fianco, ricordando inevitabilmente il loro primo bacio e tutti quelli che ne seguirono. Anche in quel caso, aveva pianto. Non si sentiva ridicolo per quello, per averlo fatto per quattro giorni di fila perché per lui, perdendo Harry, era come se avesse perso il diamante più prezioso, come se avesse perso l'ossigeno di cui necessitava per poter sopravvivere. E in un certo senso era davvero così. Harry lo aveva aiutato a riprendere a respirare correttamente, lo aveva aiutato a vivere di nuovo, lo aveva aiutato a non sentirsi più perso, a non vivere senza un obiettivo, senza una meta. Fino a tre giorni prima, la meta di Louis era Harry e il suo obiettivo era quello di renderlo felice giorno dopo giorno, di conquistarlo pian piano.
Ma aveva fallito.

«Dovresti andare da lui e parlargli, Louis» era ciò che Liam non smetteva di dirgli in quei giorni, per cercare di smuovere la situazione, perché non ne poteva più di vedere l'amico ogni giorno sempre più triste, con lo sguardo perennemente perso. Louis in quei casi non rispondeva mai, perché sapeva di non riuscire a fare ciò che Liam gli aveva detto. Come poteva farlo, se solamente il pensiero di guardare Harry negli occhi, dopo ciò che gli aveva fatto, lo faceva vergognare terribilmente? Inoltre, sapeva che Harry lo avrebbe guardato con occhi diversi e lui non sarebbe mai riuscito a reggere il suo sguardo freddo e deluso. Sapeva di meritarselo, ma non voleva farsi ancor più male.

Nemmeno Harry, d'altro canto, cercò Louis in quei tre giorni perché non era ancora sicuro di cosa fare. Una parte di lui gli diceva di correre dal liscio e chiarire, tornare a quelli di qualche giorno prima, accettare le sue scuse e dimenticare l'accaduto, un'altra parte di lui, invece, lo spingeva a non farlo. Si trattava di quella parte ferita e ancora un po' arrabbiata con Louis. Ma, a dimostrazione del fatto che non si desse una mossa perché non sapeva davvero che cosa fare, in certi momenti, quella delusione e quella rabbia le metteva in secondo piano. Succedeva quando ripensava a tutti i momenti che avevano passato assieme in quei venti giorni. Era allora che faceva capolino la tristezza di sapere che così come tutto era iniziato, all'improvviso, tutto sembrava essere finito.

Harry pensò nuovamente a tutto quello mentre si trovava seduto su una sdraio nella terrazza della sua camera d'albergo, con lo sguardo fisso sul mare scuro, illuminato flebilmente dalla Luna, con le gambe strette al petto e il mento poggiato sulle ginocchia. Niall era seduto al suo fianco, impegnato a muovere velocemente i pollici sul cellulare. Entrambi erano in silenzio, ma quando Harry chiuse gli occhi e sospirò rumorosamente, l'amico non poté fare a meno di parlare, mettendo il telefono da parte. «Harry, mi sono stancato di vederti in questo stato. Devi parlare con Louis» gli disse, serio. Come ormai succedeva da quella sera, i due avevano cenato in camera di Harry e, ancora una volta, Niall aveva parlato tutto il tempo da solo.

Somewhere in Southern Italy.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora