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Avevo passato l'intera notte a scherzare e ridere con Bec che non ci eravamo resi conto che fossero già le due di notte e il giorno dopo avevamo scuola, quindi appena posai la testa sul cuscino, mi addormentai. Ero davvero stanco.

A scuola era sempre lo stesso inferno da quando il bullo che mi aveva preso di mira non mi lasciava andare e trovava sempre un qualcosa di cui ridere di me.
Come gli stavo antipatico io, lui stava antipatico a me.
La sfortuna poi era sempre con me perché era anche nella mia stessa classe. Bello vero? Si credeva chi sa chi quando a mio parere era solo un montato, sempre a toccarsi quel ciuffo e a fare il maestro della situazione quando in realtà a malapena sapeva fare due più due.
Se solo avessi avuto il coraggio, gli avrei detto la verità in faccia ma di mezzo ne sarebbe andato mio padre poiché lavorava nell'industria del padre di Simone e pou non ero neanche il tipo che si metteva nei guai, preferivo parlarci piuttosto che alzare le mani, cosa che per lui era contraria. Le sue questioni le risolveva alzando le mani solo per dimostrare che era forte e pavoneggiarsi davanti alla sua cerchia di amici che erano stupidi quanto lui.
I suoi amici si chiamavano Emanuele, Mattia e Alessio che erano un anno più piccoli ma che sin da subito gli erano amici, poi seguivano Manuel e Giuseppe che anche loro erano nella mia stessa classe.
Per quanto riguarda Giuseppe, lui lo consideravo un amico, mi confidavo, scherzavamo, eravamo cone fratelli, cresciuti insieme.
Lui sapeva ogni mio punto debole, ogni mio segreto e quando iniziammo le superiori, buttò all'aria la nostra amicizia condividendo tutto ciò che c'era tra noi con l'unico ragazzo che dalle medie non faceva altro che prendermi in giro.
E il motivo non era uno qualunque e lui me lo aveva sempre detto, quindi per lui stare tra gli amici di Simone, significava stare accanto alla persona di cui si era preso una cotta.
Era l'unico segreto che alla fine ancora condividevamo, anche se lui non mi parlava più, non mi degnava di uno sguardo, io avevo mantenuto la promessa fatta cosa che lui non aveva fatto con me.
Mi sarebbe piaciuto ritornare ai vecchi tempi quando eravamo io, lui e Bec, eravamo inseparabili. Già lo eravamo perché il presente è diverso.
Dopo le lunghe estenuanti cinque ore, tornai a casa mia.
Sapevo che papà era a casa almeno per riposarsi mentre mamma era all'ospedale con la zia.
Feci i compiti che avevo per l'indomani e navigai sul mio cellulare, non era un granché come telefono ma a me bastava. Mi rendeva lo stesso felice il pensiero dei miei zii che me lo regalarono per il mio tredicesimo compleanno. Mi avevano domandato che cosa volessi a quell'età e risposi un cellulare in cui potevo navigare su internet e messaggiare con i miei amici e così mi diedero un Samsung j5.
Andai su instagram e notai che qualche ora prima, Benjamin aveva messo una storia e dovevo soltanto fare swipe up per vedere le date e i luoghi dei concerti.
Avevo le dita incrociate aspettando che la pagina si caricasse.
Andai verso il basso leggendo ad uno ad uno il luogo, erano tutti in qualunque parte dell'Europa e dell'Asia. Poi scorrendo ancora notai quello che serviva, spalancai gli occhi rileggendo miliardi di volte il luogo e avrebbe tenuto il concerto al Forum di Milano il giorno del mio compleanno. Ero davvero felice, solo che la mia felicità non doveva durare per molto poiché non era detto che ci sarei andato.
Avevo un pò di soldi da parte e nel caso agli zii avrei potuto chiedere dei soldi in anticipo a Natale.
Guardai i prezzi e c'era quello vip e quello normale, lessi cosa conteneva quello più costoso ovvero il VIP.
Assistere al soundcheck, incontrare il cantante, avere i posti privati e un gadget e tutto ciò costava €85,90. Nel borsellino avevo solo venti e qualche centesimo, avrei solo chiesto agli zii €70 per Natale e che mi sarebbero bastati anche come anticipo del compleanno e stavo bene, anzi non proprio. Dovevo pensare al biglietto dell'aereo, all'Hotel. Mi servivano parecchi soldi.
Non avevo idee o forse avrei dovuto cercare un lavoro part-time per mettere da parte dei soldi ma finché ne avrei cercato uno, sarebbero già finiti i biglietti.
La sfortuna era decisamente dalla mia parte.

Raggiunsi più tardi mio padre in cucina e gli raccontai del concerto.
Certo un domani lontano il mio idolo sarebbe ritornato qui in Italia ma aspettare un sacco di tempo non valeva a niente.
Ero un ragazzo paziente però mai rimandare al domani ciò che puoi fare oggi e già di incontrarlo lo avevo rimandato più volte poiché l'anno passato ne fece due di instore qui ed ora? Avrei voluto farlo avverare il mio sogno, mi bastava solo incontrarlo ed assistere ad un suo concerto per adesso, poi quando sarei diventato più grande allora forse avrei tutte le possibilità di rivederlo.
E con mio grande successo, papà mi disse di sì ed ero al settimo cielo e in più aveva aggiunto che a tutto ci avrebbe pensato lui.
Per quanto riguardava la mamma, c'era sua sorella a badare a lei e quindi sarebbe stata anche un'occasione per passare del tempo con papà ed essere felice il giorno del mio compleanno.

Scusa se ι ℓσνє уσυ //Fenji// Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora