Chapter 23.

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«Ce ne hai messo di tempo, Park.» Osservò il maggiore, accavallando le gambe.

Jimin si limitò ad assumere una smorfia mentre varcava l'ingresso della stanza con una tazza di cioccolata calda stretta tra le minute mani.

Prese il suo posto sempre in silenzio non alzando minimamente lo sguardo verso il suo psicologo.

«Per quanto tempo, precisamente, hai intenzione di ignorarmi?» Sbottò sarcasticamente il maggiore, protendendosi in avanti.

«Lei ce la mette proprio tutta a risultare irritante o le scorre semplicemente nel sangue?» Roteò gli occhi stringendo fra le mani sempre quella tazza, che pareva tentar di riscaldare quel corpo gelido che il ragazzino si ritrovava.

Yoongi scoppiò a ridere.

Ancora una volta, Jimin non poté far a meno di restarne ammaliato. Era talmente rara la sua risata.

«Diciamo, una via di mezzo.» Concluse scombinandogli i capelli in maniera affettuosa, ricevendo in risposta uno sguardo torvo da parte dell'altro, che non mancò l'occasione per riaggiustarsi il ciuffo.

Notando poi, il silenzio tombale del minore, Yoongi prosegui : «Devi ancora raccontarmi ciò che hai promesso, no?»

Jimin ghignò.
«Caro mio psicologo, se l'è forse dimenticato che io non mantengo le promesse?»

Yoongi inarcò un sopracciglio ritirandosi e incrociando le braccia.
«Menomale che ho preso le mie precauzioni, allora. Mi pare giusto avvisarti che la tua via di fuga, ovvero la tua amata finestra, non è disponib-»

«COSA?» Jimin si alzò subito rischiando quasi di rovesciare la sua tazza. «COME HAI POTUTO CHIUDERE LA MIA BELLISSIMA FINESTRA?»

Yoongi scrollò le spalle.
«Niente segreti, niente finestra. Faresti meglio ad iniziar a raccontare anche perché mi sembra che tu sia a corto di vie di fuga, non è così?» Ribatté ironico.

Jimin si sedette con un broncio stampato sul volto. «Questo è giocare sporco-»
Sorseggiò dalla tazza e si finse scottato.
«A-ahia, la lingua. Che peccato, n-non sono in condizioni d-di parlare.»

Yoongi gli strappò la tazza dalla presa e prese a soffiarci piano sopra.

Quel gesto mandò a fuoco il volto di Jimin.

«Hai finito le scuse. Parla.»

Jimin sospirò arrendendosi. Faceva ancora uno strano effetto scendere a compromessi.
Era sempre stato lui a comandare le situazioni, di qualsiasi tipo fossero. Anche a letto. Stato.
Pensare a Yoongi a letto, non aiutò per niente in quel caso.

Scosse la testa scacciando quei pensieri e ricordandosi di essere un ragazzino ingenuo.

«Taehyung era un mio amico d'infanzia. Il mio migliore amico, a dir la verità. Condividevamo tutto. Dalla più stupida delle cose alla più importante. I miei fardelli diventavano improvvisamente leggeri quando li trasportavamo su entrambe le spalle.»

Prese un respiro, come a farsi coraggio.

«Poi, conobbe Jungkook. Si innamorarono e finirono con l'intraprender una relazione. Ero felice per loro. Insomma, era il mio migliore amico. Come non avrei potuto esserlo?» Si passò una mano fra i capelli indeciso se continuare o meno, quando Yoongi gli passò la tazza.

«A poco a poco, però Taehyung sembrò diventare sempre più distratto. Dimenticava qualche nostra serata, poi il mio compleanno e poi ancora che frequentassimo la medesima scuola. Insomma, quando lo confrontai in presenza di Jungkook, entrambi sostennero che la mia fosse niente altro che gelosia. Jimin non riceve più le stesse attenzioni. Insomma, capiscilo. Ogni tanto udivo Taehyung rassicurare il suo ragazzo con le testuali parole, in mia presenza.
Decisi perciò, di far un passo indietro, abbandonando le loro vite. Insomma, non ero nient'altro che un egocentrico. Avrei rovinato la loro felicità con le mie paranoie.»

Yoongi si ritrovò a stringere inconsapevolmente i pugni.

«Tutto andava bene. Fino a ieri. Fin quando ho visto Tae-» Si bloccò per correggersi.
Tae. Nonostante tutto, non riusciva a dimenticare quel soprannome. «Taehyung con il mio fratellastro. Lui era a conoscenza della mia situazione familiare eppure non si fece scrupoli a gironzolare nei corridoi con lui.»

Yoongi aprì bocca per parlare ma si ritrovò i vestiti fradici. Jimin gli aveva versato la cioccolata addosso.

«Aveva detto che non avevo alcuna via di fuga. Beh, mi sa proprio che si era sbagliato.» Lo squadrò divertito prima di chiudere la porta alle proprie spalle.

ķ ŏ ʍ ȯ ŗ ė ɞ İ ☼ yoonmin.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora