CAPITOLO XVI

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Non ho dormito tutta la notte, in preda ai rimorsi e ai sensi di colpa.
Non riesco a spiegarmi come sia potuto succedere.
Avrei dovuto fermarlo, tenere le distanze, e invece niente.
Gli occhi mi pizzicano per il pianto mentre rifiuto l'ennesima chiamata di Arthur, che alla fine si arrende e manda un messaggio.

Oggi sono in Accademia.
Ci vediamo li.

Con quale coraggio riuscirò a guardarlo in faccia questa mattina? Vorrei restare a casa sotto le coperte e non vedere nessuno.
Fisicamente sto benissimo, forse anche meglio di prima, ma mi sento come lacerata dal disgusto che provo per me, e anche per Claudio.
Sento di dovermi alzazare solo quando avverto nuovamente il suo profumo fra le lenzuola, nel mio letto dove abbiamo consumato gli ultimi momenti di una assurda follia.
Disfo le lenzuola, buttandole ad un angolo della stanza.
Non ho scampo, non posso evitare quei due per sempre.
Mi infilo sotto la doccia per cercare di togliermi ogni suo odore di dosso, ma l'acqua calda che mi sfiora la pelle mi ricorda le sue labbra ed è come una tortura.
Mangio qualcosa svogliatamente, giusto per non avvertire il senso della fame oltre al peso della coscienza che sembra essere tornata a funzionare troppo tardi.
Infilo un paio di jeans e una felpa e mi costringo ad uscire.

***

Forse alle persone normali sembrerei ridicola, visto che ho una faccia da funerale e mi stringo nella felpa come se volessi lasciare il mondo fuori.
Ma la verità è che la mia anima è divisa a metà: una parte cerca di farmi vedere il fatto oggettivamente, come se mi fosse accaduto qualcosa di nuovo, e in effetti non mi era mai capitato così prima.
L'altra mi strazia mostrandomi il concetto essenzialmente sbagliato di sesso come divertimento, e mi ricorda di aver tradito Arthur.
In preda all'ansia entro in Accademia e cerco di tirare dritto fino all'ala Est, ma quando attraverso il cortile lo vedo e il cuore comincia a battere spaventato.
-Bimba!- mi saluta avvicinandosi.
-Arthur...-
-Ciao! Come stai? Mi sei mancata.- mi abbraccia e forse io non aspettavo altro, perché mi stringo a lui come per soffocare ogni paura.
-Anche tu. Tanto. Per favore, non mi lasciare più da sola.-
-Hey...certo che non ti lascio.- mi guarda negli occhi -È successo qualcosa?-

Io agito la testa velocemente, forse più per convincere me che lui

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Io agito la testa velocemente, forse più per convincere me che lui.
-Solo...non ce la faccio a stare senza te. Per favore...-
-Clara, sei sicura di stare bene?- mi guarda quasi preoccupato.
Intravedo dall'altra parte del cortile Claudio, che sta fumando, e guarda verso di noi.
Torno a nascondermi fra le braccia di Arthur, come una bambina impaurita, ma la verità è che non voglio incontrare il suo sguardo.
-Hey...Are you ok?- mi chiede di nuovo il mio amante, quello legittimo, come se cambiando lingua potessi capire meglio.
-No, non sto bene. Arthur, non sto bene così. Non posso più continuare a vivere aspettando che tu abbia qualche manciata di secondi per me.-
-Je sais...Je voudrais vous donner plus...-
-Arthur...capisco a stento l'inglese...- alzo la testa dal suo petto guardandolo interrogativa.
-Scusami. Dicevo che vorrei darti di più e...-
-Fammi stare da te.- lo interrompo, sentenziando tutto d'un fiato.
È l'unica soluzione che mi sembra possibile ed io ho bisogno di stare a stretto contatto con lui, soprattutto ora.
-Da me?- cerca conferma, ed ho paura mi risponda di no.
-E Giulia?- mi chiede poi.
-Ci parlerò. Capirà. Non è per sempre,  solo per un pò...-
-Vieni a stare da me, allora.-
-Sul serio?-
-Si. In fondo farà bene anche a me. Svegliarci sotto lo stesso tetto...poterti stare accanto...Si mi piace!- ride, facendomi scordare per un attimo il macigno che ho sul cuore.
-Scusa se non sono abbastanza per te.- mi sussurra all'orecchio, per poi darmi un bacio sulla guancia.

AMORE DIETRO LE QUINTETempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang