Capitolo 4

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Quella mattina la nausea non si era presentata e finalmente, dopo giorni, Rory era riuscito a stare seduto ben dritto. Aveva buttato le gambe giù dal letto e si era tenuto sulle braccia nel bordo, aspettando di trovare la forza necessaria. Dopo un po' era finalmente riuscito ad alzarsi e con l'aiuto del dottore, che diventava ogni giorni più amichevole, aveva fatto un giro completo della stanza. Dopo che le condizioni del ragazzo erano state stabilite, Raid aveva scritto qualcosa su di una cartella, borbottando parole prive di significato per Rory, dopo aveva fatto un grande sorriso dicendo che nel pomeriggio sarebbe potuto essere trasferito in città.

La città, che era stata chiamata appunto New York, si trovava accanto la base militare. Si poteva considerare quella base proprio come l'ingresso all'area abitata, che veniva separata dalla piazza con la fontana che Rory aveva intravisto nei giorni precedenti. Dopo quella piazza, Rory scoprì che si susseguivano tante stradine costruite con ciottoli di pietra o ancora un materiale liscio che aiutava a far girare le persone con delle scatole con le ruote. Rory sapeva che quelle erano macchine; non ne aveva mai viste prima e averle accanto a lui lo faceva sentire come se fosse caduto all'interno di un vecchio libro. Non camminò a lungo, visto che si serviva di un ragazzo per appoggiarsi e l'andatura era lenta e faticosa, fu invece fatto salire su una macchina grande che aveva le porte sul retro. Al suo interno c'erano delle sedie e lui accettò di buon grado il breve riposo sopra di esse. Il cadetto che lo stava accompagnando, aveva detto di chiamarsi Jian, pareva incuriosito dal ragazzo ma non aveva ancora fatto nessuna domanda. Dal suo atteggiamento Rory riconobbe una caratteristica che gli era stata propria per tanto tempo: era un soldato. La sua faccia accigliata ma contratta era un chiaro segno di conflitto interno; non aveva ancora deciso se parlare o se obbedire agli ordini che molto probabilmente lo volevano il più discreto possibile. Rory non voleva interferire quindi prese a osservare la città fingendo di essere solo.

Era davvero incredibile come quelle persone fossero riuscite a costruire interi edifici e di come la gente sembrava ambientata e pacifica. Rory ci pensava da qualche giorno ma non era ancora riuscito a ricordare una missione di salvataggio antecedente alla loro. Poteva sbagliarsi, ma quello che sapeva è che quando gli scienziati capirono che il Sole aveva iniziato il suo cammino verso il divenire di una supergigante rossa, allora i ghiacciai erano scomparsi, la temperatura era salita, la gente si era ammalata e tre quarti della popolazione era morta. E in una missione disperata, l'ultima parte della razza umana aveva lasciato casa per trovare una nuova galassia perché la loro stava morendo. Era stata solo quella, nessuno era mai partito prima.

La macchina si fermò e Rory scese, appoggiandosi a Jian. Erano arrivati davanti un edificio particolarmente imponente. L'ingresso era elevato da molti scalini, circondato da immense colonne bianche. La porta era alta almeno quattro metri, così spessa da sembrare quasi parte del muro di pietra. Con non poca fatica, Rory salì tutti i gradini, arrivando davanti una colonna con il fiatone e gli occhi lucidi. Odiava sentirsi così debole di fronte a una situazione tanto precaria e importante.

Jian staccò una mano dal suo braccio per portarla alla fronte in segno di saluto a qualcuno.

-Buongiorno, cadetto Wild.

Rory intravide una figura davanti a lui ma prima di alzare lo sguardo e presentarsi preferì riprendere fiato e accertarsi che il fianco non gli dolesse più. Mentre fissava il pavimento di pietra bianca avvertì una voce femminile dal tono autoritario.

-Buongiorno a te, cadetto Bush.

Rory alzò la testa e vide una giovane donna dai capelli rossi e uno sguardo fiero. La cosa che più lo stupì furono i suoi occhi, tremendamente profondi come pozzi nei quali potevi perderti e annegare annaspando in cerca di aria. Vedeva molto chiaramente l'intelligenza che vi brillava e pensò che in vita sua non aveva mai incontrato una persona che avesse un'aurea così forte. I suoi capelli lunghi dondolavano piano al tocco del vento e quelle ciocche risultarono familiari alla mente di Rory; era stata lei a salvarlo.

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