Capitolo 5 - Un malinconico arrivederci -

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10 dicembre

In casa Buonaparte si respirava un'atmosfera leggera: Letizia aveva ricevuto una lettera da parte del marito, nella quale c'era scritto che Carlo si era messo in viaggio e che sarebbe arrivato a breve. Questa notizia rincuorò i maggiori, contenti di sapere ciò, ma creò in loro un nodo alla gola e un senso profondo d'ansia e timore, che sarebbe culminato con la partenza verso la Francia. Ormai non potevano più sottrarsi al loro triste destino.

Il cielo, terso di nuvole e di un azzurro intenso, accompagnò l'ultimo tratto del viaggio di Carlo - Monsieur Bonnapate vi comunico che siamo distanti dal porto di Ajaccio di circa 3 miglia marine - informò un marinaio francese con il busto chino, intento a svolgere il suo lavoro al meglio e finirlo il prima possibile. 

- Splendido! - urlò il corso entusiasta, colmo di emozione - Allora se le condizioni sono favorevoli potete aumentare la velocità della piccola caravella, marinaio - ordinò Carlo in francese gesticolando freneticamente. 

- Come desiderate - rispose l'uomo, girò il timone verso destra e aumentò un paio di nodi la velocità. La piccola imbarcazione pareva scivolare sulle onde di quel mare cristallino e meraviglioso che aveva incantato persino quei marinai esperti, i quali credevano di conoscere più che bene l'immensa distesa d'acqua che separava la Francia dall'isola appena acquistata. 

Carlo si mise sulla prua della nave, su cui era appesa la piccola polena raffigurante una splendida sirena ricoperta d'oro. Il vento era perfetto per la navigazione, l'aria pungente, fredda, ma accogliente e odorava del dolce profumo della patria natia. La caravella attraccò al porto della città e, al seguito dei suoi uomini più fidati, scese e cominciò a incamminarsi sulla spiaggia costellata da piccoli e taglienti sassi, coperta da una morbida e dorata sabbia marina.

- Finalmente! - emise Carlo gonfiando il petto e inspirando l'aria nei polmoni.
"Chissà che reazione avranno quando mi vedranno dopo tanto tempo" pensò con gioia, sperando di trovare un'atmosfera serena nella sua amata famiglia. Era mancato quasi un anno, eppure sembrava che fossero passati secoli dall'ultima volta in cui aveva posato piede sull'isola: provava eccitazione ed emozione al pari di un bambino curioso e ingenuo - Ecco - bisbigliò allegramente, contemplava la piazzetta, completamente vuota a causa del freddo che penetrava nelle ossa e nei polmoni, come piccole scagliette di ghiaccio - Da qui posso proseguire da solo - riferì ai suoi uomini.

Questi ultimi, dopo averlo osservato per un istante, presero a parlottare tra loro, e acconsentirono alla richiesta di Carlo. Si allontanarono per ritornare al porto dove c'era la nave che sarebbe stata utilizzata nuovamente per lui e i suoi figli, destinati a studiare nelle migliori strutture del regno francese. 

Appena furono distanti, Carlo si strinse il mantello attorno alle spalle ed avanzò, spedito, a grandi passi, fino alla dimora; si ritrovò davanti la piccola e spoglia porta di legno, dalla quale si potevano ascoltare le discussioni che animavano l'ambiente. Pose una mano su di essa e l'accarezzò dolcemente, sentiva il legno grezzo sulle dita grosse. Bussò delicatamente con le nocche della mano e aspettò che qualcuno gli aprisse: avvenne pochi secondi dopo, avendo sentito dei passi svelti che diventavano sempre più percettibili e vicini.

I due coniugi si ritrovarono faccia a faccia per qualche istante senza proferire parola, e quando Letizia mise a fuoco la figura che si stagliava dinanzi a lei, istintivamente, gli si buttò addosso - Carlo! Amore mio sei tornato! - rivelò commossa, non era riuscita a trattenersi.

- Letizia! Mi sei mancata - esclamò stringendola forte, accarezzandole i capelli e fissando i suoi grandi occhi chiari, che rivelavano la sua immensa e straordinaria forza d'animo. Quel volto dai lineamenti delicati e rosei gli erano davvero mancati.

L'Uomo Fatale - 1: Identità - [In revisione]Where stories live. Discover now