Capitolo sedici

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La restante parte del serata era trascorsa sul set del servizio fotografico, dove, tra uno scatto e l'altro ( alcune foto richiedevano pose individuali nelle quali Slash imbracciava la sua chitarra o guardava direttamente in camera, altre lo vedev...

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La restante parte del serata era trascorsa sul set del servizio fotografico, dove, tra uno scatto e l'altro ( alcune foto richiedevano pose individuali nelle quali Slash imbracciava la sua chitarra o guardava direttamente in camera, altre lo vedevano assieme a Myles and the Conspirators o assieme agli Aerosmith) era riuscito a scambiare quattro chiacchiere e firmare autografi a qualche fortunato munito di pass che lo aspettava in religiosa ammirazione e silenzio.

Essere un personaggio pubblico, una Rockstar nel suo caso, aveva i suoi pro e i suoi contro, e uno degli aspetti negativi era quello di non poter condurre una vita normale. Non passare inosservato mentre si è fuori, magari a pranzare con la famiglia in una tavola calda o portare i bambini al parco divertimenti è spesso frustrante: gente che, maleducata, ti ferma, ti ruba uno scatto quando non te lo aspetti, ti salta al collo o si intromette mentre stai avendo una conversazione con la tua famiglia, è questo il risvolto della medaglia, il prezzo da pagare per la fama.

Immaginarsi un'uscita notturna, magari in un locale, per una semplice birra, o due passi in strada accompagnato da una giovane donna che non è tua moglie... impensabile. Sarebbe stato schiaffato nella prima pagina di tutte le riviste gossip del mondo nel giro di dodici ore. Non poteva permetterselo. Non ancora, almeno.

Così, memore dell'invito esteso alla bella donna con la quale avrebbe trascorso due intensi mesi di tour, decise di limitare il tutto nelle quattro mura dell' hotel. Le aveva spiegato la situazione, le aveva confessato che avrebbe voluto passare una serata diversa, soli loro due, seduti al tavolo di qualche locale a mangiare e bere qualcosa insieme, parlare come se fossero amici o come se fossero qualcosa di più, un uomo e una donna che si stavano conoscendo, anche se nella sua testa avrebbe bypassato tranquillamente quella fase per fiondarsi tra le sue gambe e godere di quel corpo così fottutamente perfetto, ma non glielo avrebbe mai confessato, no se voleva averla per lui, ancora.

Fatto sta che tutto si era arginato nella metratura della sua suite. Aveva richiesto la cena in camera per due: piatti freddi ed estivi, accompagnati da Champagne e acqua; frutta in pezzi non deteriorabile, con la richiesta di lasciare il tutto sul tavolino del salottino per le ore sette della sera. A quell'ora lui sarebbe stato ancora sul set, dunque sarebbe stato improbabile per il personale trovarlo in stanza. Uno dei metodi per preservare la privacy era quello di prenotare gli hotel usando nomi falsi; dare un' identità differente da Saul Hudson o Slash gli permetteva godere di quel poco di privacy utile a non trovarsi folle di fotografi e fan scatenati attorno. Quindi, lo staff dell'hotel avrebbe lasciato la cena nella camera di un certo Phil Cornewell e non di Saul Hudson. Solo il direttore o chi ne faceva le veci sapeva dove alloggiasse veramente Slash.

- Bene così. Ultimo scatto, Slash- disse il fotografo, indicando poi Myles- Ti chiedo ora di metterti tra i membri della band, ecco così, fai un passo avanti, avvicinandoti a Myles Kennedy. Perfetto... e Myles, appoggia la mano sulla sua spalla. Perfetto! Ora, seri in volto... tre, due, uno... -

Sweet child of mineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora