Capitolo trenta

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Il pomeriggio di quell'afoso ventotto luglio passò con tale velocità che, senza accorgersene, si fecero subito le sei di sera. L'essersi svegliati  quando era ormai ora di pranzo e l'aver mangiato quando tutti avrebbero pensato alla merenda, aveva contribuito a rendere la giornata ancor più breve.

Dopo aver messo sotto i denti un sandwich scongelato qualche ora prima, accompagnato da una spremuta d'arancia, si erano stesi nuovamente sul letto regalandosi attimi di silenzio condito da tenere coccole, alternate a momenti di conversazione vaga.

Slash non aveva alcuna intenzione di parlare delle ore precedenti il suo crollo e Liv aveva rispettato quella scelta senza forzarlo in alcun modo. Se avesse voluto liberarsi di un peso, l'avrebbe trovata disposta ad ascoltarlo, e il chitarrista lo sapeva.

Il cellulare di Slash aveva suonato una sola volta durante tutto il pomeriggio e lui si era allontanato giusto il tempo di una veloce risposta dal tono tutt'altro che amichevole. Sebbene Liv non avesse voluto ascoltare, Slash era proprio a qualche metro da lei, chiuso in bagno, e il silenzio in cui la stanza era immersa era un ottima cassa di risonanza.

- Ordiamo qualcosa. Conosco un ottimo ristorante che fa del sushi spettacolare- disse lei nuotando verso Slash che era steso di pancia sul materassino galleggiante. Si aggrappò alle sue braccia e lo baciò sulle labbra. Fu un bacio veloce, di quelli che a volte ci si scambia tra amici.

- Passo. Non mangio nulla che proviene dal mare. Proporrei una pizza. Una sana pizza Italiana, niente roba Fusion- ridacchiò e sistemò i Rayban che erano scesi lungo il dorso nel naso.

- Mi stai dicendo che non mangi alcun tipo di pesce? Non sai cosa ti perdi - sollevò le sopracciglia e stese le gambe a pelo d'acqua- Ho imparato e sto ancora imparando un sacco di cose su di te, da un mese a questa parte. Oggi ho appreso che il grande Slasher non
mangia pesce. E boicotta la pizza fantasia -

Fece pressione con entrambe le mani e si spinse lontano dal materassino, che a sua volta si spostò all'indietro, ondeggiando sopra l'acqua della piscina. - E pizza sia. Conosci qualche buon ristorante italiano in zona che fa della vera pizza italiana? - lo scimmiottò con una punta di sarcasmo nella voce.

- Sì. E forse è il caso che prenotiamo, data l'ora...- scivolò in acqua e raggiunse la parete della piscina. Si issò con entrambe le mani sulle piastrelle e sedette sul bordo della vasca. Strizzò i capelli zuppi di acqua e attese che Liv lo raggiungesse, sistemandosi tra le sue gambe, con le mani posate sulle cosce del chitarrista mentre le gambe pedalavano sott'acqua.

- Se hai bisogno della doccia, usa quella in camera mia. È l'unica provvista di saponi e teli. Io rimarrò in ammollo per un'altro po'- gli sorrise prima di immergersi e praticare quella mezza capriola, contro la parete della piscina, che le avrebbe permesso di darsi la spinta giusta per le vasche in stile libero.






Un paio di ore dopo, Liv si trovava seduta sul divano, tra un cartone di pizza gigante e Slash, con entrambi una fetta di Margherita tra le mani. A far loro compagnia la televisione accesa e sintonizzata sul canale delle serie TV: era in programmazione Il trono di spade, stagione quarta.

- Questo è un cazzo di capolavoro- esordì il chitarrista ai titoli di coda, puntando il dito imbrattato di pomodoro verso lo schermo della TV.

- Eh, no. Il vero capolavoro è il romanzo. Come distruggere un libro...- Liv si trovò lo sguardo sorpreso di Slash incollato addosso e si voltò di rimando. - Cosa?- chiese ricambiando la stessa occhiata sbigottita che le stava lanciando l'uomo seduto alla sua destra.

- Questa volta la trasposizione cinematografica non ha distrutto un bel niente, signorina. Non sarai una di quelle che difende a spada tratta i libri, a priori?- domandò pulendosi le mani con il tovagliolo di carta agguantato dal cartone della pizza mezzo vuoto.

- La maggior parte dei film o serie tratte da romanzi fanno letteralmente cagare, scusa il termine... ma è così. Un esempio eclatante è Intervista col vampiro, che penso tu abbia sia letto che visto- continuò Liv.

Slash sorrise e scosse il capo - Oh sì, e una volta mi è bastata e avanzata-

Liv spostò il cartone di pizza, posandolo in terra e si avvicinò a Slash che l'accolse nel suo abbraccio. Scivolò verso il basso e si stese, poggiando la testa sopra le gambe dell'uomo che le portò la mano destra sopra lo stomaco. - Avete scritto una canzone per quel film vero?- chiese lei, guardandolo dal basso in alto.

- No - rise ma senza aggiungere altro. Liv sapeva cosa era accaduto e sperò di aver conferma dal chitarrista. Deglutì e decise di prendere la palla al balzo, domandandoglielo direttamente e senza giri di parole: - Dicono che, in primo luogo, tu sia stato costretto a suonarla e successivamente dicono che sei stato plagiato...-

Slash corrugò la fronte e spostò per un attimo lo sguardo dal viso di Liv, quando tornò a parlare lo fece con una punta di veleno sulla lingua. - Axl accettò e rivisitammo uno dei capolavori dei Rolling Stones, nonostante io avessi reclinato il lavoro, perché onestamente quel film non mi era piaciuto e non mi aveva trasmesso quelle emozioni che Anne Rice riuscì a farmi provare tempo prima, attraverso la carta. Ma accettai lo stesso di lavorare sulla mia parte. Quando riascoltai la canzone, notai subito che qualcosa era stato modificato... avevano sovrascritto la mia parte. Fu un plagio musicale-

- Scommetto che non l'hai più suonata- asserì Liv seria, delusa dal sapere che certe storie fossero vere. Sperava fossero dicerie su Axl, ma così non fu.

- Né più ascoltata né tantomeno suonata... - prese a guardarla con un sorrisetto stampata sulle labbra e Liv si accigliò ancora una volta. Sollevò un braccio e gli accarezzò la guancia ispida. - Stai bene con la barba- gli disse e sorrise, perdendosi in quelle pozze nere che aveva al posto delle iridi.

- Ti voglio...- rispose lui, senza prestare attenzione alle parole della donna e mosse la mano sopra alla maglia, sfiorandole la base del seno coperto dalla leggera canotta che indossava.

- Dimostramelo e resta qua con me- sussurrò sollevandosi e mettendosi a cavalcioni su di lui, infilando le dita tra quella massa di ricci scomposta e ancora umida ti doccia.

- Non vado da nessuna parte, Liv- rispose reclamandole le labbra morbide e avvolgendola nella morsa delle sue braccia, strette attorno alla vita. Interruppero il bacio solo per sfilare la maglietta l'uno dell'altra, alimentando il desiderio crescente con baci, morsi e carezze finché i pantaloni furono un ulteriore ostacolo alla loro passione bruciante.

Capitolo abbastanza breve ma tirarlo per le lunghe mi pareva eccessivo. Diciamo che è un capitolo di passaggio utile a collegare parti di trama. Spero che la storia vi stia piacendo!!

Una saluto a tutti!

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