Capitolo trentuno

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Doppio aggiornamento! Saltate prima al capitolo trenta!-

- Ultimi giorni di riposo prima dell'inizio del secondo mese in tour... devo ammettere che luglio è stato frenetico; sono successe talmente tante cose, e tutte assieme che è difficile pensare che siano veramente passati trenta giorni - Liv portò alle labbra il bicchiere di succo all'arancia che Mia le aveva preparato.

Erano in giardino, sedute ciascuna su di un comodo divanetto da esterno dalle linee moderne. Le era mancata sua sorella, la sua migliore amica e coscienza, l'unica veramente in grado di comprenderla al primo sguardo. E anche quella tarda serata del ventinove di luglio Liv fu per Mia un libro aperto.

- Sono veramente felice che questa esperienza ti stia facendo bene, sia fisicamente che mentalmente, almeno in parte... Praticamente stai vivendo l'esperienza del on the road che tutti i fan del Rock vorrebbero vivere: essere in tour con una delle band più grandi di sempre, spalleggiata da uno dei migliori chitarristi della scena-

Liv sorrise e abbassò lo sguardo sul bicchiere che prese a girare tra le mani. Non le sfuggì il tono di muto lasciar correre circa quello che veramente stava accadendo durante quel tour

- Mia, sono successe così tante cose dopo quell'episodio ormai sulla bocca di tutti...- le confidò con un sorriso enigmatico sulle labbra che a Mia non sfuggì. Liv si sistemò una ciocca dietro l'orecchio e senza attendere la domanda indagatrice della sorella, che sapeva sarebbe arrivata a breve se non avesse concluso il discorso, iniziò a vuotare il sacco.

Che fosse questo un pretesto per condividere con Mia il suo stato d'animo, cercando di alleggerire il peso dei propri sentimenti contrastanti, era cosa indubbia.

Le parlò della vita in tour, di come fosse vivere perennemente con la valigia in mano, di quello che stava nascendo tra lei e Slash tra una data e l'altra, che fosse amicizia o qualcosa di più lei non lo sapeva, ma quando erano insieme si sentiva bene.

Le parlò dell'arrivo di Perla e di quanto la presenza della donna, della moglie di Slash, avesse in pochi giorni distrutto le mura di quel castello di sabbia che si erano magicamente innalzate attorno a loro.

Le raccontò di come lui avesse interrotto la loro - relazione? amicizia?-per provare forse, ma non ne era certa, a salvare parte del suo matrimonio e le parlò infine del loro ultimo incontro, senza tralasciare nulla o quasi.

- Stai attenta, Liv. Capisco che tu voglia aiutare quell'uomo che indubbiamente ti piace, e che vorresti riempisse le ore di questo tour, ma non vorrei che ti trascinasse inconsciamente nel caos della sua vita. Voglio dire, devi essere consapevole che non sarà facile stargli vicino perché primo, è pur sempre un uomo sposato, cosa per la quale ti prenderei a sberle, secondo perché era ed è ancora un tossico- rispose Mia, dopo aver ascoltato attentamente l'intero racconto della sorella, che ribattè accigliata alla descrizione che aveva appena sentito su Slash.

- Lo stai dipingendo come il mostro che non è. Il suo matrimonio è agli sgoccioli da tempo, quindi non sto certamente portando via l'uomo a un'altra. E cosa più importate, Slash non è più un tossico da anni. Ha avuto una ricaduta perché non sono riuscita a capire che aveva bisogno di me, in quel momento. È stata una debolezza alimentata dalla situazione in cui si è trovato-

Mia le prese entrambe le mani e, guardandola negli occhi, aggiunse seria. - Non condivido quello che tu stai facendo, perché secondo me potresti finire un qualche guaio, e sai di che guaio parlo... ma rispetto le tue scelte, e per qualsiasi cosa ci sarò per te- poi accennò un sorriso e abbracciò Liv.

- Dimmi la verità, saresti pronta a stargli accanto se lui te lo chiedesse, ora?- aggiunse infine.

Liv strinse il labbro inferiore tra i denti e tornò a sedere, portando le ginocchia al mento. Spostò lo sguardo sulle mani che intreccio appena sopra le caviglie e annuì.

Mia sospirò.

- Sono confusa e so che il mese di tour complicherà ogni cosa... o in meglio o in peggio, ma voglio viverla. Ne ho bisogno- concluse Liv. Le sorelle si scambiarono un sincero sorriso d'intesa prima di rimanere in silenzio per qualche minuto, rifocillandosi con la caraffa di succo ancora piena per metà, sul tavolino tra i divani.

Liv notò che Mia la guardava con una punta di ilarità sul volto; lasciò il bicchiere davanti a lei e incrociò le braccia al petto, cercando di mascherare il divertimento.

- Forza, spara -

- È vero quello che si dice di lui, che ha un boa constrictor in casa e un'anaconda tra le gambe?* -

- Mia!- scoppiò a ridere Liv e la lasciò con quel dubbio in testa.

Liv tornò a casa qualche ora dopo sapendo di trovarla vuota al suo ritorno. Prima di andarsene per raggiungere l'abitazione di Mia, nel primo pomeriggio, aveva dato un strappo a Slash nel quartiere nel quale viveva, a circa dieci minuti di auto da casa sua, e volle sapere come era arrivato a piedi, di fronte alla porta della sua di casa, nelle condizioni in cui versava un paio di sere prima.

La risposta fu come al solito vaga, un amico, aveva detto; probabilmente aveva esaurito la disponibilità di parlare di se stesso dopo l'interrogatorio che lei gli aveva rivolto settimane addietro. Non poteva biasimarlo, lo aveva praticamente messo a nudo. Si erano salutati senza alcun contatto fisico, ma lo sguardo che si erano scambiati aveva soppiantato carezze e parole. Era una muta promessa, quella. Lo aveva visto uscire dalla macchina e osservato allontanarsi attraverso lo specchietto retrovisore mentre ingranava la marcia e partiva.

Disinstallato l'allarme, salì al piano superiore e andò nella stanza da letto che trovò riassettata a dovere dalla sua domestica che, successivamente scoprì averle preparato anche la cena.

Liv aprì la valigia contenente i capi ancora puliti che sarebbero serviti durante il Tour e stravolse il suo outfit per il mese avvenire. Sostituì l'intimo da battaglia con intimo più femminile e infilò in valigia qualche altro paio di vestitini e vestiario più consono, a dispetto del numero spropositato di leggings pari ginocchio che aveva inizialmente compresso nella sacca.

Non voleva sedurre il chitarrista, non era sua intenzione, anche perché non sapeva cosa era veramente accaduto tra lui e Perla e sopratutto era troppo cresciuta per pensare al principe azzurro e alle storie d'amore tutte rose e fiori. Avrebbe preso quello che il destino le avrebbe riservato, senza però mai mancarsi di rispetto; lo avrebbe fatto con quel pizzico di femminilità e sensualità di cui era dotata.

Il trillo del cellulare lasciato sul cuscino la riportò al presente e, voltando la testa, lesse il mittente di quel messaggio: Slash.
Si sedette sul letto, accanto alla valigia e aprì whatsapp.


" Tienimi il posto libero accanto al tuo, in aereo. Il primo agosto arriverà presto. iiii]; )' "

" Sarà fatto. Come stai?"

" Sto bene, grazie. Ci vediamo domani al concerto Liv"

" A domani, chitarrista"


Lasciò il telefono sul letto e riprese a sistemare le ultime cose in valigia. Dopo quella data che si sarebbe tenuta a qualche chilometro da casa sua, avrebbe passato altri trenta giorni on the Road, assieme a una delle band più importanti del panorama Rock e al chitarrista che le stava conquistando anima e corpo.

* Citazione presa in prestito!!!

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