Epilogo B

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- Sei pronta?- le chiese passandole il casco integrale che Liv accetto con un sorriso e infilò scostando i lunghi capelli dietro alle spalle.

- Prontissima-

Agganciò la cinghia sotto al mento e salì sul bolide a due ruote che borbottava irrequieto. Circondò con le braccia la vita asciutta e tonica del compagno e chiuse gli occhi quando il rombo assordante dell'Harley fece vibrare la moto sotto di loro.

- Hai detto alla Dogsitter che il cane deve prendere la sua medicina...- chiese lui dall'interfono del casco, alleggerendo per un momento il ruggito del motore.

Liv rive e lo strinse a sé percorrendo con i palmi la superficie dei fianchi snelli coperti dalla spessa tuta da motociclista, fino a farli scivolare lungo le cosce magre e tornare al punto di partenza.

- Stai tranquillo. Il tuo brutto cane mezzo pastore e mezzo Labrador è in ottime mani. Può darsi anche che quando tornerai non vorrà più saperne di te e vorrà rimanere con Susy...e Susy non è una dogsitter, cafone di un rockettaro, - ridacchio di gusto Liv e gli diede un buffetto sullo stomaco all'udire quasi impercettibile la parola stronzetta.

Una cosa aveva capito in quei tre anni passati con lui, sopratutto durante l'ultimo anno e mezzo di convivenza nello sperduto ranch di Lafaytte, tra cani di ogni taglia e colore e magnifici cavalli Mustang: mai mettersi tra Izzy Stradlin e il suo amato cagnaccio puzzolente, quell'uomo avrebbe scelto sempre il suo peloso compagno.

- Starà bene, Izzy. È malato, ma lo abbiamo affidato alla veterinaria più in gamba della contea...- lo rassicurò, ma Izzy spense il motore e armeggiò con il casco che sfilò in pochi secondi, seguito dalla guaina protettiva che indossava. Liv fece altrettanto e lo guardò confusa mentre lui si voltava da sopra la spalla, ruotando il più possibile il busto, mantenendo il mostro sul quale erano seduti in equilibrio tra le gambe.

- Cosa c'è?- gli chiese, mentre due splendidi occhi verde oliva la fissavano.

- Ti amo, te l'ho mai detto prima?- le chiese lui, mentre un tenero sorriso gli si dipingeva sul viso magro, incorniciato da lunghe ciocche castane che ricadevano scomposte sulla fronte e attorno al volto.

- Infatti, no. Mai. Questa è la prima volta - gli sorrise radiosa e lo baciò sulle labbra prima di sussurragli contro la bocca lo stesso sentimento. Sì, era innamorata, innamorata persa di Izzy. Non era stato facile con lui, ma del resto non era mai facile quando di mezzo c'era un uomo abituato ad avere praticamente tutto, o quasi. Si erano conosciuti quattro anni prima, in Canada, precisamente il dodici settembre del duemila quattordici, durante il concerto di chiusura del Let the rock rule, quando Izzy raggiunse gli altri nel Backstage a fine concerto. Anche quella volta fu Steven a presentare la sua Liv all'ex chitarrista ritmico dei Guns N'Roses, ma tra i due non ci fu nulla che un freddo saluto, troppo impegnata lei a dimenticare Slash ed evitare lui e la sua nuova compagna Meegan, che non perdeva occasione di farsi vedere appolipata all'uomo che le aveva regalato gioie e delusioni, e troppo preso lui nel suo ruolo da star asociale e scontrosa. Si rividero più volte nel corso dei mesi, da ottobre a dicembre, sempre a casa di Steven, che stranamente la invitava ogni qual volta arriva quel silenzioso ospite, per poi sparire a fine serata lasciandoli soli in casa o nel grande parco annesso alla villa. Steven aveva capito che tra i due c'era qualcosa, una connessione silenziosa e li aveva osservati preparando il terreno affinché Stradlin facesse la sua mossa.

Izzy le sorrise contro le labbra e si staccò per guardarla meglio negli occhi mentre, sfilato il guanto dalla mano destra, lasciò che la mano scivolasse sul ventre leggermente gonfio di Liv. - Questa sarà l'ultima volta che salirai in moto, di qua al parto. Non voglio che succeda nulla al mio bambino- le disse puntando lo sguardo sul grembo di lei.

Liv posò il palmo sopra alla mano di Izzy e gli sorrise. - Sarai un padre stupendo, oltre che un compagno meraviglioso- lo baciò ancora prima di infilarsi nuovamente il casco e abbracciarlo da dietro attendendo nuovamente il rombo del motore sotto i  loro piedi.

Eccoci giunti al finale B di questa storia che, inevitabile dire, ha un happy ending differente.

Allora.

Finale A?
Finale B?

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