Capitolo 1

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Le gocce di pioggia schiacciate dalla velocità del treno contro il vetro del finestrino si rincorrevano sotto uno sguardo distratto del colore del mare in tempesta.
Sul volto di Draco Malfoy si riflettevano la tenue e grigiastra luce di un giorno di pioggia e quella artificiale dello scomparto del treno in cui sedeva da solo, cercando di non fare caso al tempo che lo separava dall'arrivo ad Hogwarts.

Le mani erano affusolate ed eleganti, le lunghe dita dalle unghie curate erano appoggiate sulle pagine di un libro, tenuto aperto sulle ginocchia.
Stava leggendo fino a qualche minuto prima o forse qualche secolo, non avrebbe saputo dirlo con esattezza: la linea dei paesaggi che scorrevano fuori dal finestrino si modificava così in fretta da aver attirato la sua attenzione, fornendogli una valida scusa per smettere di fingere di essere interessato alle sciocche poesie dei Babbani e abbandonarsi al piacevole corso di pensieri spontanei.

Più tardi, scendendo dal treno e incamminandosi verso il Castello si sarebbe domandato per l'ennesima volta come mai i suddetti pensieri sfociassero sempre in un mare di malinconia sovrastato da una nebbia azzurrina ed impalpabile della stessa sostanza di un sogno.
Si sarebbe chiesto come mai fosse arrivato a ritenere irrealizzabile qualcosa che per chiunque altro sarebbe stato normale... e per l'ennesima volta negli ultimi mesi si sarebbe domandato quanto essere stato assoldato nei ranghi del Signore Oscuro avrebbe fatto la differenza all'interno delle mura di Hogwarts.
Poteva ancora considerarsi un ragazzo di sedici anni a tutti gli effetti?

Forse no... e forse non lo era mai potuto essere veramente.

Ma queste domande appunto, se le sarebbe poste solo più avanti perchè il corso naturale dei suoi pensieri sul treno fu interrotto bruscamente dallo scorrere improvviso della porta dello scompartimento, che fu invaso da un fastidioso cicaleccio condito di risatine spensierate e sospiri sognanti.

Il biondo Serpeverde si rese conto di aver assunto un'espressione disgustata ed ostile nel momento in cui uno di quei ragazzini, molto probabilmente del primo anno, abbassò lo sguardo, turbato.

Beh, gli stava bene dopotutto... quei nuovi bambinetti diventavano ogni anno meno rispettosi dell'autorità dei più grandi.
Era una vergogna.
Sollevò il mento sprezzante e chiuse il libro con il gesto secco di una mano mentre si alzava in piedi così da lasciare lo scompartimento con un fare di solenne superiorità che gli si addiceva terribilmente, nonostante i profondi segni di stanchezza che gli cerchiavano lo sguardo.

Percorse il corridoio tra gli scompartimenti, facendo strisciare all'interno di questi sguardi furtivi e veloci, tanto da non doversi neanche fermare, in cerca di uno che fosse vuoto.

Però si fermò ad un certo punto.
S'inchiodò, per meglio dire, con lo sguardo perso all'interno di uno di quegli scompartimenti, quello dove Harry Potter e i suoi amichetti stavano ridendo, facendo incantesimi stupidi e condividendo dolciumi di ogni genere.
Potter pareva pervaso da un'allegria irrefrenabile e travolgente, che dimostrava chiaramente quanto avesse sofferto la lontananza dal Mondo Magico per tutta l'estate.

Sul viso pallido e controllato di Draco si dipinse una smorfia nervosa.
Lo infastidiva così tanto fare caso a come quel Grifondoro se la spassasse del tutto ignaro della sua esistenza.
Fu per questo motivo che strinse i pugni e si ritrovò catapultato all'interno dello scompartimento esattamente come finiva per fare ogni anno.
Non poteva farci niente: era più forte di lui... ed era forse un po' il suo modo di salutarlo che mascherava bene o male il suo devastante bisogno delle attenzioni di Harry Potter.

"Potter!"

Esordì con il suo sorriso mellifluo, ignorando completamente gli altri due, ma attirando su di sè l'attenzione del trio e tre paia di occhi profondamente seccati.

Nightfall Whisper //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora