(24) Angeli e Demoni

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◆ Zayn's P

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Zayn's P.O.V.

Tenevo Rachel stretta tra le braccia mentre dormiva beatamente, sfinita dopo una nottata di sesso molto movimentata. L'orologio sul mio comodino segnava le 7:30 quando qualcuno suonò il campanello; Rachel non lo sentì affatto e quindi mi scansai da lei alzandomi cercando di non svegliarla. Mi infilai al volo i boxer ed andai ad aprire, trovando mia sorella sulla soglia in uno stato confusionale.

«Zayn! Non li sopporto più, non sapevo dove altro andare.» Parlò a voce alta mentre con un rapido passo entrò in casa.

«Waliyha di chi stai parlando?» Domandai confuso guardandola andare avanti ed indietro per tutto il salotto. Indossava una tuta che sapevo usasse spesso per dormire, i capelli erano sciolti ma spettinati, ai piedi aveva indosso delle sneakers bianche.

«Mamma e papà, mi hanno svegliata le loro urla stamattina. Non la smettono di litigare da giorni ed ora papà è venuto a casa ed io sto impazzendo. Voglio diventare maggiorenne ed andare via di casa come hai fatto tu.» Si accasciò a terra con le spalle al muro mentre alcuni singhiozzi iniziarono a farla tremare visibilmente.

Mi affrettai ad avvicinarmi a lei avvolgendola con un braccio, si rannicchiò fino a sparire sul mio petto. «Papà è stato qui un paio di sere fa, voleva dei soldi. Il loro litigio sai di cosa si trattava per caso?»

Waliyha si asciugò le lacrime con un braccio e si drizzò rimanendo accanto a me. «Non vuole più pagare gli alimenti per me, e la mamma ovviamente si è incazzata da matti. Io ho cercato di mettermi in mezzo ma ho preso soltanto spintoni e quindi sono corsa via.»

«Spintoni? Papà ti ha menata?» Mi rabbuiai iniziando a perlustrare ogni angolo del suo viso e delle braccia ma mia sorella fermò i miei movimenti.

«Zayn! Papà non lo farebbe mai! Che razza di idea ti sei fatto di lui in questi anni eh?» Aggrottò le sopracciglia e si alzò.

«Preferisco diffidare del mio stesso padre piuttosto che fidarmi di chiunque come fai tu. Cresci, sorellina, il mondo fa schifo.»

Mi diressi in bagno e rollai una canna cercando di rilassarmi; ero abituato a passare per il cattivo della situazione quando si trattava di mio padre, Waliyha lo avrebbe difeso sempre, e questa era una cosa che non riuscivo a tollerare.

Non avrei permesso a mio padre di rovinare ancora una volta la mia famiglia, a costo di sistemare la situazione a modo mio.

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Nella tarda mattinata, dopo aver lasciato a scuola Waliyha e Rachel, raggiunsi casa di mia madre. Quella via mi faceva tornare in mente tanti ricordi della mia infanzia ogni volta che vi mettevo piede, in ogni angolo c'era qualcosa di memorabile da ricordare: la prima caduta in bici di mia sorella, il mio primo bacio sul porticato; ma anche tante altre cose brutte ritornavano alla mente osservando la mia vecchia abitazione, come le valigie di mio padre fuori la porta quando andò via di casa, o i poliziotti quando effettuarono il mio arresto.

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