one.

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001 | cercasi anima gemella


Sirius era più nervoso che mai. Tra pochi minuti si sarebbe addormentato nella sua monotona camera e più importante, il suo adorato corpo, e si sarebbe svegliato in quello di un estraneo. Chiamarlo estraneo non era proprio esatto: le loro anime sono legate dalla loro nascita da un legame invisibile e distruttibile solo dalla morte.

Ogni persona che esisteva, che sta esistendo e che esisterà, verrà a contatto con il corpo della sua anima gemella nella notte del suo ventiduesimo compleanno. E per Sirius era arrivato il suo momento.

Aveva pensato a tutti gli scenari che gli potevano capitare e a come rimediare. Per prima cosa avrebbe guardato in giro per la camera, sperando di svegliarsi in una camera e non in un bagno di quale club o peggio, per vedere se il proprietario del corpo in cui era ospite gli avesse lasciato qualche tipo di istruzione, per esempio la combinazione per sbloccare e salvare il suo numero di telefono su quello dello sconosciuto.

Aveva letto su internet che molte persone mettevano una lettera sotto il loro cusino con scritto il loro nome, l'età, indirizzo di casa e dati personali di questo tipo. Aveva anche letto che alcune volte le persone si svegliavano in un corpo molto più giovane o vecchio rispetto al proprio, o addirittura che abitassero in due paesi lontani kilometri uno dall'altro e per questo non potevano comunicare per via delle differenti lingue che utilizavano.

Spense la luce e si sdraiò sul letto. Chiuse gli occhi, e svuotò la mente. O almeno ci provò, perchè mezz'ora dopo era ancora sveglio a girarsi nel letto. Ma fortunatamente la notte passò con un battito i ciglia e il sole sorse con quello successivo.

Quando Sirius si svegliò per un secondo si dimenticò delle scambio di corpi e si girò dall'altra parte del letto, affondando la testa nel cuscino. A farlo svegliare fu il profumo diverso che emanavano le lenzuola: sembrava che qualcuno avesse aperto un barattolo di miele e lo avesse spalmato su tutto il letto, e per uno strano motivo gli sembrava familiare.

Quando si alzò la prima cosa che vide fu un libro, nella sponda opposta del letto. Il segnalibro era quasi alla fine, probabilmente gli mancavano solo pochi capitolo. Alzando lo sguardo vide una libreria bianca piena di libri dal primo scaffale fino all'ultimo, niente peluche o decorazioni.

Lesse alcuni titoli familiari, come Orgoglio e Pregiudizio - di cui non aveva letto il libro, ma solo visto il film - e Lo Hobbit - che aveva letto dopo essersi innamorato del film. 

Dopo alcuni secondi passati sulla libreria, continuò ad osservare la camera, trovando una piccola scrivania in mogano, su si trovano centinaia di foglio, appunti e post it. Al centro della scrivania si trovava un libro aperto a metà, con un matita appoggiata nel mezzo e alcune frasi sottolineate.

Stava per passare a un altra parte di arredamento, ma il suo corpo si fermò e si congelò sul posto. Sopra la scrivania, sulla parete, si trovava una bacheca di sughero dove erano appese delle foto. Una di quelle la conosceva molto bene, perchè la aveva scattata lui stesso.

Era un selfie che aveva scattato due estati fa. La foto raffigurava lui, James - che teneva il braccio dietro la spalla della sua ragazza, Lily, Peter e Remus. Avevano deciso di prendere una casa per loro cinque da qualche parte in riva al mare per passare le vacanze insieme prima di lasciarsi per andare alle rispettive università.

Guardò in giro per la stanza, cercando uno specchio per capire in che razza di pasticcio si fosse cacciato, o meglio ancora, in che razza di pasticcio la vita lo aveva cacciato. Uno dei suoi migliori amici era la sua anima gemella, era l'unica spiegazione per la foto.

Sapeva che non era la camera di James, perchè il letto era singolo e il suo migliore amico viveva con Lily. E poi aveva già visto camera loro attraverso chiamate di face time, e quella era diversa.

Quindi ne rimanevano due: Peter, una delle persone più dolci e insicure che conosceva, e Remus, il suo topo da biblioteca amante della cioccolata con il sistema immunitario più scadente nel pianeta.

Indietreggiò, fino a finire con il sedere per terra. Era inciampato su qualcosa, ma non gli interessava cosa fosse. Con la testa un po' ammaccata per il colpo, si alzò, facendo leva con la mano sul davanzale.

Il telefono vibrò da qualche nella stanza, ma il ragazzo non ci fece caso. Era blocca alla finestra, occhi spalancati e la bocca semi aperta. Il suo caldo alito a contatto con il vetro freddo credò un lieve velo opaco che dissoglendosi diede completa visione al panorama circostante.

Ma quello che gli mise il cuore in gola non fu il giardino su cui si affacciava l'appartamento, ma fu il nitido riflesso sul vetro. Al posto dei soliti capelli scuri e lunghi, zigomi alti e naso alla francese, si intravvedeva un ragazzo con i capelli castano chiaro, occhi nocciola e stanchi con una lunga cicatrice che gli attravesava la guancia sinistra e un pezzo di naso.

Il suo riflesso raffigurava era Remus Lupin. E poi capì.

Ripensò a tutte quelle volte che si era trovato da solo con lui in sala comune o in camera dopo aver parlato per ore con i suoi amici, e la stanza si riempiva di silenzio, ma mai imbrarazzante. Quello stesso silenzio che Sirius aveva realizzato essere imbarazzante quando era da solo con Frank o Marlene.

Non era imbarazzante perchè una voce c'era. Nascosta dietro anni di amicizia, la voce era quella del silenzio, ma sfortunatamente per loro, il silenzio era muto da sempre. E se avesse potuto parlare, gli avrebbe urlato in faccia di aprire gi occhi e rendersi conto che erano fatti letteralementi fatti l'uno per l'altro.




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moonlight love ━━ 𝐖𝐎𝐋𝐅𝐒𝐓𝐀𝐑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora