3. Who are you?

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Desperado
Sitting in a old Monte Carlo
A man whose heart is hollow, uh
Take it easy
I'm not tryna go against you
Actually, I'm going withcha
-Desperado, Rihanna

Charles inclina il capo verso l'alto e punta gli occhi sul cielo stellato che li sovrasta. La notte di Montecarlo è chiara, non c'è nessuna nuvola che ricopre il cielo e minaccia di far scendere la pioggia su di loro o che oscuri la vista della luna, che ormai non è più piena ma continua a brillare alta nel cielo. Distende le labbra in un sorriso leggero, quando sente Céline imprecare contro l'acqua che le ha bagnato il vestito e poi la osserva dal basso mentre tenta di sedersi sugli scogli, proprio come ha fatto lui. Le porge le mani e per un attimo la ragazza vacilla, puntando gli occhi azzurri nei suoi e continuando a reggere la gonna lunga e leggera con una mano e i tacchi con l'altra. Poi però prova a muovere un passo in avanti e per poco non cade, quindi lascia perdere il vestito, continua a reggere i tacchi come meglio può e accetta il suo aiuto. In pochi secondi è seduta anche lei sugli scogli e osserva l'acqua limpida.

«Non era così male la festa» esordisce lanciando un'occhiata di sbieco a Charles. «Ci sarei anche rimasta» continua e stavolta il pilota sbuffa, voltandosi verso di lei.

Céline indossa un vestito rosso, con la gonna lunga leggera e uno splendido scollo a barca che le dona tantissimo, ha i capelli scuri e mossi raccolti in uno chignon fatto alla meglio e sta seduta con le gambe distese e le mani sono poggiate dietro di lei, a sorreggerla e impedire che cada all'indietro. Lo guarda con gli occhi vispi e curiosi illuminati dai deboli raggi lunari e a Charles non mancano per nulla le forti luci della terrazza del Fairmont.

«Ma hai preferito seguire un mezzo sconosciuto» constata ribattendo, portandosi le gambe al petto e circondandole con le braccia. Poggia il viso nell'incavo tra le ginocchia e la osserva da dietro le ciglia.

Céline inclina di poco il capo, i capelli le scivolano di fronte al viso ma non se ne cura. Lo sta studiando, con sfacciataggine e senza vergogna, e Charles sta facendo la stessa identica cosa.

È da quando l'ha vista uscire nella terrazza dell'hotel dove Daphne ha organizzato la festa post-gara che non fa altro, che i suoi occhi sono puntati su di lei e non riescono a scollarsi nemmeno per un secondo.

«Tra tutte le persone che stavano in quella terrazza sei quello che conosco di più» ammette senza remore, sistemandosi poi i capelli dietro le orecchie. «Certo, se non considero mio cugino e la sua ragazza che erano giù ubriachi prima che arrivassimo e non sarebbero stati una grande compagnia» si lascia andare, con un po' d'irritazione nella voce che riesce comunque a mascherare facilmente.

Charles alza le sopracciglia e le labbra gli si contraggono in un sorriso divertito. «Sei di Monaco e non conosci nessuno?» forse non era la domanda più cortese da porre, si rende conto immediatamente, ma Céline non appare irritata o minimamente toccata. Si mordicchia appena il labbro inferiore, una brutta abitudine che ha sin da piccola.

«In realtà è da un po' di tempo che non vivo più qui» ammette sovrappensiero, lasciandosi andare indietro con i ricordi. «Sette anni che non ci torno se non per due settimane» continua, come pseudo giustificazione al suo non conoscere nessuno nella bella Montecarlo.

È una bugia quella che gli ha detto, di ragazzi e ragazze che conosce perché fanno parte dell'élite cittadina ce n'erano. Figli di amici di famiglia ed ex compagni di elementari e medie che in questi anni ha visto sporadicamente in quelle due settimane d'estate in cui fa ritorno a casa per festeggiare il compleanno di nonno Fredrik e di suo padre Antoine. Ma non aveva voglia d'incontrarli e perdere tempo a spiegargli perché si trova a Montecarlo a maggio e non a metà luglio come fa tutti gli anni.

Fire on Fire || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora