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Poche ore più tardi, Paulo entrava nella loro camera, o meglio, piccola casa scelta per quei giorni, dopo aver sbrigato le ultime pratiche alla reception e chiesto di essere disturbati il meno possibile almeno per quella prima giornata.

Voleva godersi la sua donna, in quella stanza di cui si era innamorato già dalle semplici foto sul sito dell'hotel trovato assieme a sua nipote.

Aveva lasciato andare prima lei, consapevole di quanto fosse eccitata come una bambina e non avrebbe sopportato aspettare ancora con lui all'ingresso dell'hotel.

Lei odiava queste cose da prassi, prima di poter scoprire la sua stanza d'albergo e studiarla in ogni minimo dettaglio.

E forse lo aveva fatto anche un po' di proposito, così da trovarla già pronta per lui, che aveva un pensiero fisso dal momento in cui l'aveva vista uscire di casa con quei pantaloncini di jeans scuri che mettevano in mostra le sue belle gambe.

La trovò di spalle, con le mani chiuse in piccoli pugni sui fianchi, di fronte alla grande porta completamente in vetro che dava al piccolo giardino, con una piscina e la vista del mare.

Sapeva che avrebbe amato, tutto questo.

La osservò guardarsi intorno, portando lo sguardo un po' su tutta la stanza.

Un leggero sorriso le spuntò alla vista di un altro letto matrimoniale a baldacchino, che tanto le piaceva.

Era tutto perfetto, e lui lo sapeva.

Sussultò, quando lo vide davanti la porta, e lui rise andando subito incontro alle sue braccia aperte che aspettavano soltanto lui.

"E' tipo abnorme!", urlò, abbracciandolo forte.

Lui le rispose con un semplice bacio sulla spalla, coperta ancora da una delle sue solite magliette, che ora però era di troppo.

Si guardò intorno come lei, per poi annuire. 

Si, aveva fatto un'ottima scelta.

"Sei un cazzo di riccone, guarda che bello il bagno", gli disse ancora, per poi tirarlo per la mano verso una parte della grande stanza da letto e mostrandogli incantata la grandezza della doccia ultramoderna, di fianco ad una vasca di dimensioni discutibili, tutto estremamente bianco luccicante.

I suoi occhi si posarono su quest'ultima, e sulle luci a led dello schermo elettronico per attivare l'idromassaggio, e un semplice luccichio si vece vivo, così come si fece vivo uno spasmo sulla bocca dello stomaco, per le mani della sua ragazza che gli accarezzavano dolcemente il braccio sinistro.

"Proviamo la vasca?" chiese subito lui, guardandola negli occhi e arpionandole i fianchi per baciarla per bene.

Lei portò le mani ad intrecciarsi dietro il suo collo, accarezzandogli piano la nuca e facendolo sospirare.

Poi però lo spinse indietro, e questa volta dalle sue labbra venne fuori un sospiro rassegnato.

"No, voglio fare un bagno in mare subito", disse, trascinandolo ancora dietro di sé per tornare in stanza e aprire la valigia, alla ricerca dei primi costumi.

Gli gettò uno dei suoi boxer, per poi cominciare a spogliarsi davanti i suoi occhi attenti.

Gli diede le spalle, nel momento in cui tolse via il reggiseno, e Paulo scoppiò a ridere.

"Cos'è, ti vergogni?", le chiese divertito, avvicinandosi e cingendole il busto con le sue braccia forti.

Le morse una guancia, le sue mani ad accarezzarle disordinatamente il busto scoperto.

Non si sarebbe riuscito a fermare molto facilmente.

"No, non volevo... - si bloccò sulle prime parole, sospirando nel sentire le sue labbra sul suo collo.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora