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"La smetti di farmi fare tutte queste foto? Sei un calciatore o un modello?", chiedo a Paulo, ridendo e passandogli il cellulare, mentre si siede di fianco a me in riva al mare, dopo una finta posa naturale con il mare alle spalle.

"No. Devo far sapere ai miei fans che sono vivo e vegeto e devo mettere like ai commenti hot delle ragazze"

Afferra il telefono, riguardandosi le foto con il sorriso compiaciuto e convinto di chi la sa lunga.

Che buffone.

"Non farti tanto il figo. Ho delle foto molto brutte di te che potrebbero rovinarti", lo avviso, spintonandolo con la spalla e facendolo ridere.

"Io non sono mai brutto", ribatte convinto.

"Meno male siamo all'aria aperta, così le stronzate volano via prima – confesso, mentre la sua risata si fa più forte e mi osserva alzarmi, proprio davanti a lui – "Ti lascio ai commenti delle tue fan, io vado a farmi un bagno", lo informo poi, dandogli le spalle e sentendo il suo sguardo addosso finché l'acqua non mi arriva fino in vita.


Quando mi raggiunge, poco dopo, il suo petto freddo e bagnato a contatto con la mia schiena ancora asciutta, mi fa sussultare, le sue labbra morbide sulla mia spalla sinistra, scottata da queste, più che dal sole caldo.

"Postata la foto?", gli chiedo, girandomi verso di lui che poggia le braccia sui miei fianchi, scuotendo la testa.

"Lo farò dopo. Ero troppo impegnato a guardare una bella ragazza tutta sola in acqua", confessa, stringendo la presa e sfiorando il suo naso con il mio.

"Ah sì? E perché non l'hai raggiunta?", scherzo, portando le mie braccia sulle sue spalle.

"L'ho fatto, ed ora è proprio davanti a me", dice, avvicinandosi di più per abbracciarmi, le sue braccia forti ad avvolgermi la schiena, la sua testa nell'incavo del mio collo.

"Sei un paraculo", confesso al suo orecchio, stringendolo allo stesso modo.

"Ti amo anch'io", sussurra a voce bassa, facendomi ridere dolcemente.

Si tira indietro per baciarmi con dolcezza, lentamente e incurante di chi possa vederci scambiarci effusioni.

Era la nostra prima vacanza insieme, da soli. Dopo mesi in cui non abbiamo fatto altro che venirci incontro, nonostante gli impegni e la distanza, sempre pronta a tenerci lontani nei momenti peggiori.

Eravamo finalmente liberi dai nostri impegni, e senza nessuno pronto ad interromperci, tranne gli impiegati dell'hotel, che la sera prima ci avevano fatto saltare il piano di chiuderci in stanza ad amarci tutta la notte, perché avevano organizzato una cena per il super ospite del posto, Paulo Dybala.

Rispondo al suo bacio, intrecciando le mani dietro il suo collo e avvicinandomi quanto più possibile al suo corpo.

Si stacca poco dopo con un sospiro, nascondendo di nuovo il viso tra i miei capelli.

"Bene. E ora come facciamo?", chiede, sussurrando sul mio collo.

Mi allontano per guardarlo interrogativa, capendo il motivo delle sue parole solo nel momento in cui avvicina il suo bacino al mio.

"Ah"

La mia risposta lo fa sorridere nervoso, mentre stringe la presa attorno ai miei fianchi e mi trascina di qualche passo più avanti.

"Lo vedi, cosa mi fai?" sussurra, prendendo a baciarmi disordinatamente il collo.

Rido, avvolgendo le gambe attorno ai suoi fianchi e sentendo maggiormente la sua eccitazione, facendolo sospirare ancora.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora