Cap. 4

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Nel pomeriggio, come promesso, Rika portò MC a visitare il consiglio studentesco.
Era un edificio ne grande ne piccolo, ma dai soffitti molto alti e tante sale che, come spiegato da Rika, servivano per feste e balli scolastici.
"Al pian terreno c'è la parte di edificio usata per la feste e gli eventi, mentre al primo piano le stanze riservate al consiglio." Quando entrarono nella sala riunioni c'era un lungo tavolo con tante sedie. Jumin salutò distrattamente le due ragazze, intento a leggere certe scartoffie, mentre quella che doveva essere Jaehee si preparava un caffè. Gli altri membri del consiglio non erano presenti.
Poi le due ragazze passarono alle camere
"I membri del consiglio hanno un opzione in più degli altri alunni, infatti noi possiamo dormire anche qui in questo edificio, ma ovviamente rinunciamo alla stanza in dormitorio." Disse Rika, facendo trasparire la fierezza di far parte del consiglio.
"Scusa ma... se puoi dormire qui perché stai nell'altra stanza?" Chiese MC un po' sfacciatamente
Rika sospirò sorridendo "Voglio immedesimarmi negli studenti normali per capire cosa vuol dire la vita in dormitorio e come si sentono, d'altronde in parte anche noi coordiniamo la loro vita"
È proprio una persona gentile, che fortuna averla in stanza.

Mentre le due ragazze chiacchieravano nella stanza di Jumin, giocando con Elizabeth the 3th, Yoosung arrivò a interromperle esaltato
"Rika! Rika! Luciel ha rotto la macchinetta del caffè, Jaehee sta per avere una crisi di nervi!"
"Santo cielo, che gruppo di decerebrati, aspettami qui MC, non far scappare il gatto" sospirò la ragazza leggermente scocciata.
Mentre i due cugini si allontanavano, MC realizzo di essere nella stanza di un quasi sconosciuto, giocando col gatto di un quasi sconosciuto e per giunta pure più grande di lei. Lentamente la ragazza si alzò, sentendo il micio miagolare di disappunto, poi barcollò fino alla porta chiudendosela alle spalle. Quasi senza accorgersene cominciò a camminare, senza una meta.
Vide da fuori la stanza di Yoosung, ordinata e pulita, con tanti poster di animali e foto con la cugina. Quella di Luciel era disordinata e caotica, con tanti aggeggi elettronici sparsi sul pavimento.
Poi la ragazza udì una melodia provenire dal fondo del corridoio. Quasi senza accorgersene i suoi piedi si mossero da soli, portandola lentamente fino a quella porta, spingendo la sua mano a pigiare sulla maniglia e spalancare la porta. La stanza era ordinata, pulita, poster musicali sulle pareti, tutti i mobili candidi e dalla finestra filtrava molta luce, che illuminava un ragazzo, un suo coetaneo, chino su una chitarra. Appena alzò il capo, stupito, la ragazza lo riconobbe. Per un attimo le cedettero le ginocchia, poi i rianimò "Ehm... scusami, non volevo entrare... cioè me ne vado, sì ora me ne vado, ciao" MC lo Esclamò imbarazzata, tutto d'un fiato.
Era lui. Era il ragazzo dell'altro giorno.
"Di già? Non ci siamo neanche presentati."
Pronunciò il giovane, ora in piedi.
MC rientrò lentamente nella stanza
"MC vero? Sei la ragazza nuova, Rika mi ha parlato di te. Io sono Zen, e faccio il DAMS. Piacere di conoscerti."
Disse il ragazzo solare.
(Nota: DAMS, acronimo per Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo)
Il ragazzo porse la mano all'altra. MC provò a stringergliela, ma Zen trasformò la stretta in un baciamano.
La ragazza sentì il sangue affluire alla testa, la stretta era gentile, quasi soffice, regale.
"P...Ppiacere m...mio" balbettò lei nel panico "e scusa per l'altro giorno..."
"Per cosa scusa? Non capita tutti i giorni di incontrare qualcuno come te, forse dovrei ringraziarti io"
MC credette di soffocare. Ma probabilmente lui diceva così con tutte, e quegli occhi così accattivanti, quello sguardo così intenso chissà quanti cuori aveva sciolto.
I due si sederono sul letto. "Era bella la canzone che suonavi prima, come si chiama?" Chiese MC incuriosita
"Me la aveva scritta Rika, sai, lei è la mia compositrice. Mi sembra si chiamasse "My first love"" Rispose il ragazzo guardando il vuoto "è ancora in fase di realizzazione, perché non mi dici cosa ne pensi?" Zen si alzò e prese in mano la sua chitarra. Fece qualche prova per accordare lo strumento, poi cominciò a suonare. Le mani scivolavano velocemente sul manico della chitarra, le dita si muovevano svelte pizzicando le corde col plettro. MC era rapita da quei movimenti così fluidi e melodici.
Quando il pezzo finì, la ragazza sentì come un vuoto dentro, perché la musica era finita?
"Wow, sei bravissimo. Non me lo aspettavo" sussurrò sorpresa. Il ragazzo ghignò soddisfatto. "Di solito canto, ma ancora non abbiamo deciso un testo per questa."
La ragazza era come catturata dal fascino di quel giovane. "Ti prego, cantami qualcosa" Bisbigliò guardandolo finalmente negli occhi. "Voglio sentire la tua voce che canta"
Il ragazzo sogghignò "se me lo chiedi tu..."
Sembrò predisporsi, accordò nuovamente la chitarra "questa però non è mia, le mie canzoni parlano di dolore, discriminazioni e droga, non sarebbero degne di essere ascoltate, non ora"
Detto questo, il giovane si focalizzò sulla sua chitarra. Solo dai primi accordi la ragazza riconobbe la canzone  Sam Smith, "Fire on Fire". Quella canzone la aveva sempre fatta commuovere, non perché parlasse di temi tragici, ma per quella musica travolgente, che ti incalzava e colpiva nel profondo. E con la voce di Zen, era ancora più bella. Ma si ripropose di non versare una lacrima. Non davanti al ragazzo. Semmai il suo volto passò in rassegna tutte le tonalità di rosso esistenti. Quella era una canzone romantica, e molto. E qualcuno la stava dedicando proprio a lei.

"I don't say a word
But still, you take my breath and steal the things I know
There you go, saving me from out of the cold"

(Io non dico una parola
Ma ancora, mi togli il respiro e rubi le cose che so
Eccoti, salvandomi dal freddo)

Il ragazzo pronunciò quelle parole guardandola negli occhi, sapendo di avere il suo cuore in pugno, e i respiri scanditi dalla sua musica.
Ed era così, bastava uno sguardo, e già lei era senza fiato.

"Fire on fire, would normally kill us
With this much desire, together, we're winners
They say that we're out of control and some say we're sinners
But don't let them ruin or beautiful rhythms
'Cause when you unfold means tell me you love me
And look at my eyes
You are perfection, my only direction
It's fire on fire, mmh
It's fire on fire"

(Fuoco su fuoco normalmente ci ucciderebbe
Con così tanto desiderio, insieme, siamo vincitori
Dicono che siamo fuori controllo e alcuni dicono che siamo dei peccatori
Ma non lasciare che loro rovinino i nostri bellissimi ritmi
Perché quando mi abbracci e mi dici che mi ami
E mi guardi negli occhi
Sei la perfezione, la mia unica direzione
È fuoco sul fuoco)

Quando la canzone finì, MC era senza fiato, un prurito dietro gli occhi, le guance scarlatte per l'imbarazzo, ma era felice, nessuno le aveva mai dedicato una canzone così... romantica.
Già, a parte Zen, un totale sconosciuto.
"Ti è piaciuta, babe?" (So che sembra Maluma ma Zen la chiama così :)
"Oh... sì, era... scusa, non ho parole" balbettò la ragazza col cuore a mille e gli occhi lucidi.
Zen sembrò ghignare, per un'attimo quell'aura gentile e tenera lasciò spazio ad uno sguardo puramente sensuale, che sembrava quasi indagare sul corpo della ragazza.
Poi MC non seppe come, ma si ritrovarono distesi sul letto, Zen coi gomiti puntati contro il materasso, il busto sopra di lei, ma si sfioravano solo.
"Cazzo, sei così bella"

Angoletto ma shau
Oggi stranamente ho qualcosa da dire!!1!1!1 *suspence*
Ma Zen suonava la chitarra? No vabbè mi è venuto il dubbio dopo che ho finito di scrivere il capitolo, hanno mai specificato se duonava uno strumento?
Vabbè nel caso sorry ahaha ormai lo avevo già scritto
Lasciate una :)

Rotten heart ~ Zen x readerWhere stories live. Discover now