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La mia sveglia e quella di Paulo scattano esattamente nello stesso momento, svegliandoci contemporaneamente con un sospiro insoddisfatto.

La spegniamo subito entrambi e mentre rivolgo lo sguardo al soffitto, sento Paulo cambiare lato, girandosi verso di me, ancora con gli occhi chiusi.

Incredibile quanto riesca facilmente a riaddormentarsi.

Io se mi sveglio in piena notte rimango con gli sbarrati poi fino all'alba.

Che ingiustizia.

Mi metto seduta, recuperando dal comodino la canottiera che mi faceva da pigiama, che Paulo mi aveva gentilmente gettato via la sera prima.

Sto per alzarmi, quando sento Paulo afferrarmi per i fianchi e riportarmi giù sul materasso.

Scoppio a ridere, lasciandomi avvolgere dalle sue braccia mentre la mia schiena combacia con il suo petto nudo.

"Dove vai?", dice con voce roca e impastata, bella già appena sveglio.

Immerge il viso nei miei capelli, mentre porto la mia mano sulla testa, accarezzandolo dolcemente.

Aveva da poco tagliato i capelli, facendoseli toccare dal nuovo parrucchiere di Cristiano Ronaldo, che poi li aveva tagliati a mezza squadra, negli spogliatoi della Continassa.

Amavo accarezzare la parte più corta a ruvida proprio sopra la nuca.

"Mh?",  il suo bacio sul collo mi richiama alla realtà e mi ricorda che devo ancora rispondergli.

"In cucina, volevo prepararti la colazione", affermo, girandomi verso di lui e guardandolo sorridere felice.

Mi erano mancati, questi risvegli da sogno.

"Volevi? – chiede divertito – Hai già cambiato idea?", continua, lasciandomi un bacio sulla punta del naso.

"No, solo che qualcuno mi ha ributtato giù nel letto", lo informo, spostando la sua mano che ha posato sul mio sedere, avvicinandomi di più a lui.

"Non ci provare Cristian Grey, dobbiamo alzarci", dico poi, portando la sua mano sul materasso e mettendomi seduta sulle ginocchia di fronte a lui.

Mette un piccolo broncio, poi sbuffa, stiracchiandosi per svegliarsi del tutto.

Il suono della sveglia che avevo ritardato riparte, distraendomi dai suoi addominali scolpiti, e mi allungo verso il comodino per spegnerla del tutto, sotto i suoi occhi attenti.

"Meglio che ti sbrighi, prima che cambi idea e decida di fare un altro tipo di colazione", mi incita, dandomi una dolce pacca sul sedere.





"Dove hai detto che devi andare stamattina?", mi chiede, buttando giù il suo bicchiere di succo ACE in un unico sorso.

"In facoltà. Devo consegnare le ultime cose in segreteria per il mio trasferimento e Roberto si è offerto di accompagnarmi, dato che non so minimamente come muovermi", lo informo, pulendo il tavolo della cucina e mettendo le ultime cose in stoviglia.

"Roberto? Chi è Roberto?", chiede, corrugando la fronte e fermandosi al lavabo per posare il bicchiere vuoto.

"Te l'ho detto, il mio nuovo collega. Mi ha inserita nel gruppo della facoltà e gli ho chiesto qualche informazione. Ma mi ascoltavi quando parlavamo in videochiamata?", gli chiedo, per poi sbuffare a prendere il bicchiere dal lavabo, mostrandogli come si mette nella lavastoviglie senza che lo mangi qualcosa da lì dentro.

"E quindi adesso questo qui deve mostrarti l'intera facoltà? Non puoi andarci con Simona?", propone, ignorando il mio muto rimprovero sul bicchiere di succo.

Más que nunca - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora