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Changbin restò a letto per due giorni e ne valse la pena dato che grazie a tutto quel riposo e alle piccole sessioni di terapia fatte dal padre di Felix, dopo quel breve periodo di tempo si sentiva già meglio. Non era una distorsione grave quella che si era procurato, ma se non avesse preso le giuste precauzioni sarebbe peggiorato e il periodo di convalescenza sarebbe raddoppiato, invece si sentiva già in forma e non vedeva l'ora di camminare, purtroppo lo faceva sempre non poggiando il piede a terra anche se aveva provato, e non sentiva più dolore. In quelle quarantotto ore di semi-prigionia ebbe molto tempo per parlare con Felix, scoprì varie cose sul suo conto ed era felice di poter intraprendere sia conversazioni profonde che stupide insieme a lui — se aveva bisogno di rilassarsi, lui c'era, se aveva bisogno di condividere ciò che più lo faceva stare male, lui era sempre lì — e non credeva di poterne più fare a meno, quella relazione lo stava letteralmente mandando avanti, gli dava la forza per affrontare ciò che c'era di più brutto.

Quando quella mattina si svegliò, doveva andare in bagno ma era ancora presto e Felix stava dormendo quindi decise di alzarsi da solo senza fare rumore. La stampella era accanto alla porta, saltellò su un piede e la raggiunse, stava per prenderla ma gli scivolò dalle mani e andò ad urtare contro il comodino, producendo un suono non molto piacevole — inutile dire che il minore saltò in aria e si guardò intorno spaventato. "Changbin." disse, con tono deluso. Si sollevò e provò a prendergli il braccio ma lui si scansò.

"Non volevo svegliarti. Ci riesco da solo, torna a dormire." rispose, ormai era da un giorno che non aveva più bisogno di lui per camminare, il più piccolo si allontanò e andò a distendersi di nuovo sul letto. Quando Changbin ritornò e si infilò sotto le coperte vide che aveva gli occhi spalancati. "Stai bene?"

"Mi hai fatto spaventare." mormorò, lo vide avvicinarsi e si lasciò abbracciare. "Pensavo stessero cominciando a cadere meteoriti dal cielo, una cosa simile."
Changbin sorrise. "Scusami."
"Va bene." si sollevò e dopo essersi passato una mano tra i capelli guardò il maggiore. "Io vado a preparare da mangiare."

Quei due giorni erano stati molto difficili per lui, non aveva fatto niente a parte cucinare per lui e Changbin che era rimasto a letto tutto il tempo, non avevano neanche potuto fare un giro in giardino, era stato bloccato in casa e non gli piacevano tutte quelle sensazioni che si erano accumulate dentro di lui, voleva solo godersi quelle giornate ma non ci riusciva. Dopo aver versato il latte e i cereali nelle tazze le mise sul vassoio e si apprestò a portarle di sopra dato che Changbin non scendeva le scale, si sorprese non appena lo vide lì. "Faccio colazione di sotto." lo rassicurò, stava poggiando entrambi i piedi a terra. "Mi sento meglio."

"Non devi sforzarti."
"Ti ho detto che sto bene." dopo essersi seduto al tavolo lo guardò e sorrise. "Non ho neanche bisogno della stampella, non mi fa più male la caviglia." allungò la mano verso la sua guancia e gliela pizzicò, Felix sorrise. "Ti va di uscire dopo la colazione?"

Neanche il tempo di dirlo che finì in fretta i suoi cereali e balzò al piano di sopra a togliersi il pigiama e a mettersi qualcosa di adatto addosso, non aveva idea di quanto freddo facesse fuori quindi indossò la felpa più pesante che aveva e un cappotto. Changbin si era addormentato con i vestiti addosso la sera precedente quindi non aveva bisogno di cambiarsi, si mise solo un giubbotto e uscirono insieme. "Sicuro che non ti fa male?"

"Sicuro." rispose, ogni tanto se poggiava il piede sentiva un po' di fastidio ma non voleva restare l'ennesimo giorno a letto, cominciava a stancarsi. "Andiamo a fare la spesa? Non al negozio dell'altra volta però, ce n'è uno vicino casa mia, andiamo lì."
Annuì e avvicinò la mano alla sua, Changbin gliela prese e continuarono a camminare verso la loro destinazione. "In realtà vorrei fare qualcosa di diverso stamattina." confessò.
Lui ci pensò su. "C'è un campo da bowling poco lontano, vogliamo andare a giocare?"
Ridacchiò. "Ma se non c'è nessuno come faremo a metterlo in funzione?"
"Troveremo un modo."

Non appena arrivarono davanti la grossa struttura rimasero immobili, la porta era chiusa. Felix propose di andare via ma Changbin disse che avrebbero giocato a bowling a qualunque costo, era determinato a non rimangiarsi la parola. "Changbin." lo rimproverò il minore quando lo vide prendere una pietra da terra. "No."

"Stai indietro."
"Non è la soluzione —." non appena scagliò la pietra contro la porta, si fece un buco abbastanza grande da poter metterci una gamba dentro volendo. "Sei pazzo."
"È divertente, dovresti provare anche tu."

Felix non aveva fatto niente di illegale in vita sua, e in quel momento stava per danneggiare una proprietà privata per entrare all'interno di una struttura non sua, la sua coscienza gli diceva di non farlo ma ben presto si ritrovò con un macigno nella mano destra e quando lo lanciò verso la porta il rumore che produsse lo fece sentire bene. "È davvero divertente."

"Visto? Possiamo entrare." mise cautamente la mano sulla maniglia e aprì la porta, si avvicinò al contatore e accese tutti gli interruttori, facendo illuminare la sala. "Prendiamo le scarpe." andarono verso la sala in cui potevano cambiarsi e dopo aver trovato quelle del loro numero le indossarono. Lanciò un'occhiata a Felix mentre se le stava allacciando e vide che stava sorridendo. "Sei contento?"

"Se ci arrestano è colpa tua." disse. Anche se sembrava contrariato il maggiore sapeva che stava apprezzando quel momento.
Sorrise. "Non verrà mai nessuno qui, andiamo a giocare."

Una volta raggiunto il campo provarono a mettere in funzione una delle piste con il denaro che avevano dietro e non appena videro i birilli venire posizionati alla fine della stanza esultarono. "Ti straccerò." assicurò il minore, preparandosi a tirare. Dopo tutti i dieci round i ragazzi — oltre ad essere esausti — erano anche confusi, avevano litigato per le regole del gioco e si erano accusati di aver imbrogliato a vicenda dato che il tabellone automatico non funzionava ma alla fine erano riusciti a concludere la partita, e Felix credeva di aver fatto più punti. "Sei solo invidioso." disse al più grande.

"Invidioso? Tu hai imbrogliato."
"Non ho imbrogliato."
"Menti."

Felix lo guardò imbronciato e dopo aver portato le mani dietro la sua testa lo baciò, sentì il maggiore spingerlo contro il muro e spalancò gli occhi, approfondendo il bacio e immergendosi totalmente in quel momento. Changbin si allontanò di colpo dopo neanche un minuto, aveva sentito dei passi sul parquet. Si voltò e vide che qualcuno era entrato all'interno della struttura, era un uomo che guardava il vetro rotto incredulo.

"Siete stati voi due?" disse, sembrava arrabbiato. "Siete entrati nella mia proprietà?"
"Corri." mormorò. Felix fece come gli aveva detto ed entrambi raggiunsero l'uscita di emergenza, dopo essere usciti di lì chiusero la porta e si allontanarono di corsa.
"Avevi detto che non sarebbe mai venuto nessuno." gli disse, riusciva a malapena a parlare visto il fiatone. "Abbiamo anche lasciato lì le nostre scarpe!"
"Dimenticati delle scarpe." si voltò e vide che non c'era nessuno dietro di loro, quel tizio non li avrebbe mai seguiti. "Cazzo, è stato bellissimo."
"Bellissimo? Mi ero già visto in manette nella macchina della polizia."

Camminarono verso un vicolo isolato e Changbin lo abbracciò, portandogli le mani dietro la schiena e stringendogliele piano. "Ammanettato tipo così?" domandò, era talmente serio che il minore scoppiò a ridergli in faccia. "Dio, stavo cercando di essere sexy." si poggiò a lui e rimase così.

L'altro disse qualcosa dopo un po'. "Comunque ho vinto io."
"Va bene." si arrese. "E quindi?"
"Quindi ora devi seguirmi tu, c'è una cosa che ho sempre voluto fare." sorrise. "Illegale, quasi come questa." aggiunse poi.
"Perché lo sottolinei? Tu hai accettato."
Gli prese la mano. "Lo so, mi hai contagiato. Andiamo."

the end of the world - changlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora