𝟏𝟐. ℂ𝕒𝕡 𝔸𝕞𝕖𝕣𝕚𝕔𝕒'𝕤 𝕞𝕖𝕞𝕠𝕣𝕚𝕒𝕝

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𝐂𝐚𝐧𝐳𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨: 𝐇𝐨𝐦𝐞 - 𝐏𝐡𝐢𝐥𝐥𝐢𝐩 𝐏𝐡𝐢𝐥𝐥𝐢𝐩𝐬

Tony Stark ha avuto la brillantissima idea di progettare la nuova armatura proprio quando dovrebbero arrivare Ant-Man e gli altri.

Peter Parker è andato ad aiutare il miliardario in laboratorio mentre Nigel e Doctor Strange sono seduti sul divano a guardare la TV, o meglio, Nigel sta guardando la TV, Strange si sta esercitando con un nuovo incantesimo.

Io sto guardando le fotografie esposte nelle mensole del soggiorno di casa Stark, curiosa come sempre. I miei occhi si posano per un attimo su una foto in particolare, ritrae Captain America abbracciato a Iron Man, il quale sembra star piangendo. È un po' sfocata, ma posso ben vedere che entrambi si stimavano e si volevano bene.

«Per l'amor del cielo, Nigel, stai zitto!» sbraita Stephen Strange, lanciando un oggetto di metallo sul pavimento. Il rumore dell'impatto mi fa sussultare dallo spavento mentre mi giro verso i due i quali si scambiano uno sguardo. Nigel è visibilmente confuso ma alza le spalle in risposta allo Stregone.

«Scusa, Strange, non pensavo fossi così facilmente irritabile.» ribatte il giovane, scuotendo la testa nella mia direzione. Stephen segue il suo sguardo e quando si posa sul mio, mi fa un gesto del capo, in segno di saluto.

Regna per un attimo il silenzio più totale, mentre io riprendo ad osservare la fotografia, completamente immersa nei miei pensieri che non mi accorgo che Tony Stark e Peter sono tornati dal laboratorio e che il miliardario playboy filantropo è in piedi affianco a me, anche lui con lo sguardo fisso sulla foto.

«Era una brava persona, quel testardo di un eroe della Seconda guerra mondiale.» mormora, lasciandosi scappare un sorriso mesto. Doctor Strange e Nigel hanno ripreso a litigare e il povero Peter sta subendo quella litigata seduto in mezzo ai due.

Tony abbassa per un attimo lo sguardo. «Non riesco ancora a credere che se ne sia andato così in fretta. Ci sta che voleva vivere la sua vita assieme alla sua ragazza, lo capisco, anche io non so cosa avrei fatto se non ci fosse stata Pepper al mio fianco, però non poteva neanche voltare le spalle alla sua squadra in questo modo...» aggiunge, malinconico.

«Era il suo momento per poter stare finalmente con Peggie...» mormoro, sospirando, guardando il miliardario passarsi una mano sulla faccia.

«Sì ma... cosa significavano per lui quelle missioni per salvare il mondo? Nulla? E quando ha salvato il suo amico Bucky Burnes, il Soldato d'inverno? Un bel niente?» sbraita l'uomo, ricomponendosi poco dopo.

«Scusa, Saettina, di solito non reagisco così e tu non centri nulla in questa storia...» si scusa Iron Man, mettendosi gli occhiali da sole nel taschino della giacca.

«Fatto sta che, qualsiasi cosa gli sia passata nella testa quando ha deciso di restare con la sua amata, non abbia neanche detto un decente addio ai suoi allievi, come il corvo volante e la maga Magò dai capelli rossi. Chi se ne va senza dire "addio"?» parla di nuovo, alzando poi le spalle. Ridacchio ai nomignoli che ha dato a Scarlett e a Falcon.

Tony Stark mi regala un sorriso mesto. Peter Parker si alza dal divano e si avvicina a noi. «Scusi, signor Stark, il suo telefono sta squillando da due minuti. Credo che sia Scott Lang...» annuncia il giovane, indicando il cellulare del miliardario appoggiato sul tavolo da pranzo.

Iron Man gli lancia uno sguardo di fuoco, per poi correre a rispondere alla telefonata. L'amichevole Spiderman di quartiere arrossisce in imbarazzo, osservando poi la foto che sto fissando da circa mezz'ora di Cap.

«Non ho avuto modo di conoscerlo molto bene, ma era una brava persona. Anche se eravamo in squadre opposte e ci siamo scontrati parecchio, ci siamo riappacificati quando dovevamo salvare il mondo. Quando il signor Stark stava per morire, lui, Pepper e il Doctor Strange erano lì per me. Ma quando Captain America ha deciso di tornare nel 1945 tutti ne sono stati sconvolti, compreso io.» mormora appena il giovane, grattandosi poi la nuca.

«Ripeto che io non lo conoscevo bene come il signor Stark e gli altri, però mi ha fatto davvero una bella impressione. Sapeva sempre la parola giusta da dire per ogni situazione, era molto saggio.» finisce, prendendomi dalle mani la fotografia.

Doctor Strange si alza dal divano e si schiarisce la gola. «Io sono il custode del tempo, quindi sia del passato, che del nostro presente che del futuro. In teoria non dovrei dire nulla su quello che succederà in futuro perché potrei compromettere il buon andamento degli eventi e potrei stravolgere tutto però, ci tenevo a dire una cosa.» afferma lo stregone.

Iron Man ritorna in soggiorno, un po' sconvolto. «Allora ti conviene non dire nulla se poi potresti rovinare tutto.» ribatte, forse un po' troppo freddo del solito.

«Vale la pena stravolgere un po' il nostro futuro. Possiamo fare delle scelte diverse, quindi io lo devo dire.» dice l'ex chirurgo, in tono quasi ammonitore. Tony Stark si ammutolisce, incrociando le braccia al petto.

«Quindi?» si aggiunge Nigel alla conversazione, un po' in ansia.

«Nel prossimo futuro tu, Anthony, costruirai una statua per Captain America, come memoriale per l'eroe della Seconda Guerra mondiale.»
Detto questo, cala il silenzio, mentre la voce di Doctor Strange si propaga nelle mie orecchie.

⚡️❄️HEYA⚡️❄️
Buongiorno a tutti/e!
Scusate il ritardo nell'aggiornamento, ma ho avuto un sacco da fare tra università e altro non ho più tanto tempo da dedicare alle mille storie che ho pubblicato qui (ovviamente sto esagerando, non ho mille storie, ne ho 950 in meno circa 😂)
Comunque ecco qui il capitolo, un po' cortino, ma dettagli. Il prossimo sarà meglio!
Buona giornata,
— addictedtomichael

𝐓𝐇𝐄 𝐍𝐄𝐖 𝐀𝐑𝐑𝐈𝐕𝐄𝐃 » 𝐀𝐕𝐄𝐍𝐆𝐄𝐑𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora