Capitolo 24

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Gli eventi di quella mattina costrinsero Draco a pensare.
Si interrogò a lungo sul motivo per cui il suo cervello avesse in tal modo collegato James ad Harry Potter e l'unico modo in cuì potè spiegarsi come fosse potuto succedere aveva a che fare o con il fatto che erano gli unici due che, seppure in modi diversi, gli rivolgevano la parola o con la possibilità che fossero davvero la stessa persona, il che era altamente improbabile, anzi, a dir poco impossibile.

Insomma se così fosse stato avrebbe significato che Harry Potter si fosse spontaneamente presentato nella sua stanza al sesto anno mosso da... cosa? Per le sue indagini?

Allora perchè non aveva mai fatto domande e nemmeno menzionato una sola volta il Signore Oscuro?
E perchè tornare a farsi vivo ora che tutto era finito e ogni debito reciprocamente saldato?

No, non poteva assolutamente essere Harry, ma, il fatto che il secondo nome del mago fosse proprio James, lo aveva fatto arrossire più volte, costringendolo a rimproverarsi per la stupida speranza che aveva riposto in un proprio errore di valutazione.

Ciò che concluse, a conti fatti, fu semplicemente che non avrebbe mai voluto scoprire chi fosse davvero il ragazzo che tutte le notti gli faceva visita.

No, conoscere la sua identità avrebbe cambiato ogni cosa e a lui tutto andava bene esattamente così com'era: il momento migliore della giornata, senza impegni o preoccupazioni, solo battibecchi, aneddoti, Quidditch e, talvolta, piccole confidenze.

Quella sera, però, James gli parve decisamente più nervoso del solito nel momento in cui fece il suo ingresso nella stanza.

"Uh, non siamo di buon umore oggi, eh? Che ti prende James, ti hanno beccato a copiare e ora nessuno della tua Casa ti parla più?"

Harry alzò gli occhi al cielo e lasciò cadere il Mantello sul letto vuoto che era stato di Blaise, poi si sedette sul bordo di quello di Draco, dandogli le spalle, ma girandosi verso il punto in cui doveva essere seduto lui.

Sentì le sue braccia avvolgersi attorno alle sue spalle e si chiese il motivo di quel gesto.
Insomma lui conosceva la sua identità e gliel'aveva fatto capire, ma ora faceva finta di niente?
Il suo respiro sulla propria nuca, quel forte profumo di menta e acqua di colonia lo destabilizzavano, intontendolo e portandolo a ricordare la prima volta che Draco l'aveva abbracciato in quel modo, quando credeva che fosse Blaise Zabini.

Harry chiuse gli occhi e realizzò che in realtà Malfoy non aveva mai abbracciato il vero lui, sempre James, almeno fino a quella notte in cui, aveva capito tutto eppure lo abbracciava.

Il Grifondoro era più confuso che mai e non potè che sospirare, portandosi una mano a massaggiarsi la tempia con un gesto all'insegna della frustrazione.

"Lo sai benissimo che non sono Corvonero, perchè ti ostini a fare finta di niente, Malfoy?"

Harry sentì il Serpeverde irrigidirsi, ritrarre le braccia fino ad appoggiare le mani sulle sue spalle e allontanare il viso dalla sua nuca.

Forse aveva fatto male a parlarne, ma ormai c'era dentro.
Tutta quella messa in scena era stata opera sua, ora doveva affrontarne le conseguenze.

"Da quanto lo sai?"

La voce di James era dura nell'aria della stanza, Draco non l'aveva mai sentita così, ma quel tono, il modo in cui l'aveva chiamato... solo una persona poteva pronunciare quelle parole in quel modo.

Scacciò quel pensiero, molto più preoccupato di capire a che accidenti si stesse riferendo quel ragazzo.

"So che cosa?"

Mormorò intimorito, lasciando che anche le sue mani si spostassero dalle spalle dello sconosciuto e cadessero sulle proprie cosce, stringendo nervosamente la stoffa del pigiama.

Nightfall Whisper //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora