Capitolo 33

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Come promesso, il giorno dopo attorno all'ora di pranzo Harry si Materializzò alla Tana.
Più che sorprendente per tutti coloro che lo stavano aspettando sulla soglia di casa e che consistevano in Ron, Hermione, Ginny, Percy, Molly e Arthur, fu vederlo arrivare con al seguito un ragazzo imbronciato e petulante che potevano sostenere di conoscere piuttosto bene.

"Buon mattino, proletariato magico!"

Salutò Draco allegramente, un fervore evidentemente simulato e sprezzante agli occhi di tutti.

"Malfoy!"

Lo ammonì Potter con un ringhio di avvertimento che sembrava tanto domandare "di cosa abbiamo parlato fino a cinque minuti fa?".
Lui favorì una smorfia apertamente infastidita come sola risposta.

"Non ci credo Harry, te lo sei portato!"

Balbettò un esemplare di Ronald Weasley pallido come un ciencio una volta che ebbe preso da parte il suo amico.
Il moro non fece in tempo a rispondere, che il suo fidanzato lo precedette.

"Bada a come parli, Lenticchia, non sono l'animaletto domestico di Potter, sono qui solo perchè lui mi ha implorato in ginocchio."

Harry arrossì vistosamente e abbassò lo sguardo mentre varcava la soglia della Tana subito dietro a Malfoy, ignorando le disperate richieste di chiarimenti da parte di Ron.

"Non se ne parla, Harry. Te lo scordi, non succederà mai."

Obiettava Draco, deciso a dissuadere il moro dalla terrificante idea che aveva avuto e che consisteva in un pranzo alla Tana con quei poveracci dei Weasley.

No, era fuori questione, due visite in quella catapecchia nel giro di un solo mese era più di quanto il biondino potesse sopportare.

Purtroppo per lui però, Harry era altrettanto determinato a farlo cedere e continuava a sottolineare l'importanza di entrare in contatto con loro, dato che presto o tardi avrebbero dovuto scendere a patti con la loro relazione.

"E cosa gliene frega a loro? No, è fuori questione non voglio averci niente a che fare."

"Draco sono come una famiglia per me, è importante che si abituino a vederci insieme"

"Ma ti senti quando parli, davvero non ti sembra un po' presto per presentarmi la tua cosiddetta famiglia?"

Continuava a protestare Malfoy, girando attorno al tavolo della cucina per sfuggire al moro che invece si ostinava a seguirlo ovunque per la casa e a mettergli pressione.

"Beh, a dirla tutta sarebbe presto anche per convivere, ma mi pare che ormai tu ti sia come trasferito da me. Comunque non glielo diremmo ovviamente, ti presenterò come un amico."

"Stai dicendo che dovrei andarmene, non gradisci la mia presenza quindi."

Contestò il Serpeverde a denti stretti, mandava lampi dagli occhi e Harry deglutì a fatica, dovendo ammettere di non aver mai conosciuto nessuno tanto permaloso.

"Non ho detto questo, smettila di travisare, adoro averti qui."

Quella sua schiettezza o forse il suo ammettere di aver sbagliato sembrarono compiacere il suo interlocutore, che rimase zitto per un po' incrociando le braccia al petto e squadrando Harry da capo a piedi.

"Non possiamo essere amici, Potter, questo è poco ma sicuro e non ci crederanno mai."

"Beh, basta non litigare e... non saltarci addosso, non dovrebbe essere poi così difficile."

Nightfall Whisper //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora